Vertice durato 4 ore, ma i conti non tornano. Si valuta controproposta all’Ue

Vertice durato 4 ore, ma i conti non tornano. Si valuta controproposta all’Ue
Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Salvini
17 dicembre 2018

“Accordo sui numeri e i contenuti della proposta da mandare a Bruxelles”, hanno fatto sapere fonti dell’esecutivo. Il governo corre al riparo e dopo le tensioni degli ultimi giorni tra Lega e M5s tenta di ricompattarsi con un vertice a palazzo Chigi sulla manovra. Una riunione iniziata intorno alle 21 e conclusasi all’1 e 15 circa. Il tentativo in atto e’ di trovare la quadratura sui conti, con il presidente del Consiglio Conte che spinge per il dialogo con la Ue e M5s e Lega che difendono le proprie misure di riferimento. Per confermare tempi di attuazione e cifre del reddito di cittadinanza e di ‘quota cento’. Conte ha prima visto i tecnici del Mef, poi in un incontro a tre Salvini e Di Maio. Tuttavia, reddito di cittadinanza e quota 100 “non sono in discussione”, verranno portate a termine “secondo tempi e modalità note”, fanno sapere qualificate fonti di governo. Il premier è al lavoro su una proposta per venire incontro alle richieste della Commissioni europee.

Una proposta da porre all’attenzione di Bruxelles che pero’ non dovrebbe toccare i saldi della legge di bilancio. All’appello non mancano tre miliardi, hanno fatto sapere fonti dell’esecutivo. Le coperture, hanno sottolineato, ci sono e sarebbero state trovate al Mef nelle pieghe del bilancio. Ma la coperta resta corta con il premier e Tria che continuano nella linea di interlocuzione con l’Unione europea. Una strada sulla quale spinge da tempo anche il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. La possibilita’ di inviare una ‘controproposta’ alla Commissione e’ una delle opzioni sul tavolo per evitare la procedura di infrazione per eccesso di debito. Fonti della Lega e M5s hanno voluto smentire ipotesi di minacce di dimissioni del premier. In ogni caso Di Maio e Salvini hanno ribadito la necessita’ di non ‘sacrificare’ ulteriori risorse a reddito di cittadinanza e quota cento. Una ‘tregua’ interna tra i due siglata con la volonta’ di “non calare le braghe” nei confronti di Bruxelles. I fondi inizialmente stanziati per il reddito di cittadinanza sono risultati in eccesso perche’ la misura entrera’ in vigore ad aprile, la tesi M5s.

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Il presidente del Consiglio intende proseguire nella strada del dialogo con Bruxelles e avrebbe chiesto ai due vicepremier di evitare ulteriori fibrillazioni sia con la Ue, sia interne al governo. Da qui l’accordo al vertice a palazzo Chigi sull’ok alla tassa solo sulle auto di lusso (Porsche e Suv) con un bonus fino a 6mila euro per le elettriche e le ibride, sui bonus cultura validi solo per i libri e non per cinema e concerti, sulle pensioni d’oro (dovrebbe restare il taglio fino al 40%, le risorse andrebbero a finanziare opzione donna), sugli sgravi Inail, sull’innalzamento per i sindaci della soglia per gli appalti diretti da 40 a 200mila euro, sui fondi per le buche di Roma e per la metro, sui pagamenti dei debiti da parte della P.A verso le aziende creditrici e sui rimborsi ai truffati delle banche. Soddisfazione di Di Maio per la convergenza e anche fonti della Lega hanno sottolineato che non e’ venuto meno il patto nella maggioranza. Tuttavia si attende di capire quale sara’ l’esito della partita con l’Europa, se le ‘concessioni’ fatte finora a Bruxelles potranno bastare. Da qui il lavoro dell’esecutivo fino a tarda notte sulle coperture da trovare. “Mi auguro che sia chiusa”, aveva spiegato il viceministro Garavaglia arrivando a palazzo Chigi mentre sarebbe stato il viceministro Castelli a trovare altre risorse necessarie per arrivare al 2,04% del rapporto deficit/Pil senza intaccare reddito di cittadinanza e ‘Quota cento’.

Resta il fatto che la Commissione Ue ha chiesto un ulteriore sforzo, al momento non sarebbe in agenda una nuova trasferta di Conte e Tria a Bruxelles da Juncker ma il dialogo – viene assicurato – continua. Con i leader di M5s e Lega che difendono le proprie misure di riferimento e insieme a Conte hanno discusso degli emendamenti e dei nodi sul tappeto in un incontro che ha preceduto il vertice. Per tutta la giornata sono circolate voci di tensioni tra il premier e Salvini e Di Maio. Voci smentite da fonti del governo.  “L’accordo c’e’. Anche su ulteriori riduzioni fiscali”, ha spiegato Salvini al termine del vertice durato oltre 4 ore. Il vicepremier pero’ non ha voluto soffermarsi sulle cifre sui saldi della legge di bilancio. “Di quelle ragiona Conte con Juncker”, si e’ limitato a dire smentendo che si debbano ancora trovare tre miliardi per venire incontro alle richieste della Ue. Al vertice M5s e Lega hanno confermato di non voler cambiare rotta su numeri e tempi di attuazione per il reddito di cittadinanza e ‘quota cento’. Una linea che ha alimentato voci di dissapori sulla posizione da tenere con la Commissione europea e tensioni tra il premier e i due vice Salvini e Di Maio. Ma fonti di governo hanno smentito ipotesi di minacce di dimissioni.

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