Accordo mondiale su clima, avanti tutta. L’Europa fa uno ‘strappo’ alle procedure

Accordo mondiale su clima, avanti tutta. L’Europa fa uno ‘strappo’ alle procedure
1 ottobre 2016

di Giuseppe Novelli

Il Consiglio straordinario dei ministri dell’Ambiente dell’Ue, svoltosi a Bruxelles, ha dato una forte spinta alla ratifica dell’Accordo di Parigi contro il cambiamento climatico, operando al contempo uno “strappo” consensuale nelle procedure decisionali comunitarie. E’ la prima volta, infatti, che le istituzioni Ue “anticipano” l’approvazione di un accordo che è di “competenza mista”, comunitaria e nazionale, e che richiede normalmente la deposizione simultanea degli strumenti di ratifica, sia da parte dell’Ue che da parte dei suoi Stati membri. I tempi sono stretti: solo i paesi firmatari che avranno completato la ratifica parteciperanno alla prima “conferenza delle parti” per l’attuazione dell’Accordo di Parigi, che si terrà quasi certamente il 7 novembre prossimo a Marrakech, in Marocco, contestualmente alla prossima conferenza Onu sul cambiamento climatico (Cop 22, dal 7 al 18 novembre). E l’Unione europea vuole assolutamente sedersi a quel tavolo fra i primi, dopo aver sempre rivendicato il proprio ruolo di pioniere nel mondo delle politiche sul clima, e fortemente voluto l’accordo di Parigi, e avendo già messo in cantiere – con le proposte della Commissione nel luglio scorso – una nuova legislazione per la riduzione obbligatoria delle proprie emissioni almeno del 40% nel 2030 rispetto al 1990.

Aspettare le ratifiche di tutti e 28 gli Stati membri per poi depositarle simultaneamente, insieme a quella dell’Ue, significherebbe molto probabilmente restare fuori da quel primo gruppo, di cui faranno parte gli Usa, la Cina, e (da domenica prossima) l’India, mentre appaiono imminenti anche le ratifiche da parte dell’Australia e del Canada. Per evitare questa figuraccia, l’Unione ha deciso allora questa procedura inedita (e che “non costituisce un precedente”, come si precisa nel compromesso adottato), con l’accordo unanime dei ministri dell’ambiente: appena il Parlamento europeo avrà dato la sua già scontata approvazione, martedì 4 ottobre, il Consiglio procederà entro 24 ore all’adozione della ratifica Ue per procedura scritta. La ratifica Ue sarà quindi depositata immediatamente (il 5 o il 6 ottobre) insieme a quelle nazionali degli Stati membri che hanno già completato o stanno completando il proprio iter, e che sono oggi sette: Francia, Ungheria, Austria, Slovacchia, Germania, Malta e Portogallo. Gli altri seguiranno quando saranno pronti. Nel frattempo, già solo con questi Stati membri più solleciti sarà stata raggiunta la soglia della ratifica da parte di 55 paesi rappresentanti almeno il 55% delle emissioni mondiali di gas serra, che farà scattare (trenta giorni dopo) l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi. E a festeggiare l’entrata in vigore, quel giorno a Marrakech ci sarà anche l’Europa.

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