Agguato a colpi di pistola a Milano, ferito legato a mafia pugliese

12 aprile 2019

Un tentato omicidio nell’ambito del traffico internazionale di stupefacenti, con l’ombra della mafia pugliese, la Sacra Corona Unita, e di quella balcanica. Potrebbe essere questo il contesto in cui e’ avvenuta la sparatoria di questa mattina in zona Porta Romana a Milano. Il ferito, Enzo Anghinelli, secondo quanto appreso dall’Agi, aveva rapporti con uno dei referenti della mafia pugliese, Luigi Magrini, anche lui convolto nell’indagine White 2007. I due sono collegati (Magrini anche in ambito famigliare) ad un boss della mafia serbo-montenegrina, Jacov Kontic, che sempre nel 2007 fu individuato come colui che gestiva la piazza di Milano facendo arrivare la cocaina dal Sudamerica o dalla dorsale balcanica.

Il sospetto e’ che i due sicari che questa mattina hanno puntato alla testa del 46enne non fossero italiani, e che siano stati inviati dai mandanti per ristabilire una questione di affari legati alla droga. Forse una partita non pagata ai boss o nascosta: questa e’ la principale ipotesi su cui si starebbero muovendo gli inquirenti per ricostruire le motivazioni del tentato omicidio. Altre piste non sono comunque escluse. I due sicari, a bordo di uno scooter, sono poi scappati: al vaglio in questo momento anche le telecamere di sorveglianza dei palazzi intorno a via Cadore, zona abbastanza centrale della citta’.

Anghinelli, dopo il coinvolgimento in White, era stato in carcere per un paio d’anni, con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Una volta uscito pero’ aveva continuato la sua attivita’: il suo nome sarebbe collegato anche all’indagine successiva al sequestro di un enorme quantitativo di droga (oltre 600 chili) al porto di Livorno. Il contesto, inoltre, e’ collaterale a quello nel quale e’ avvenuta la gambizzazione di Massimiliano Canito, appartenente ad una famiglia ‘nota’ della periferia sud di Milano e colpito alle gambe il 15 gennaio scorso davanti Vigor Caffe’ di via Quinto Romano.

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