Anubi e Giove insieme in una nuova domus a Terme di Caracalla

Anubi e Giove insieme in una nuova domus a Terme di Caracalla
23 giugno 2022

Una domus di età adrianea (134-138 d.C) dove la triade capitolina Giove, Giunone e Minerva convive nello stesso ambiente dedicato al culto domestico con le divinità egiziane Anubi, Iside e probabilmente Serapide. Sono affreschi, che insieme all’articolazione dell’edificio, la cronologia e la tipologia delle pitture e dei soggetti rappresentati, compongono un unicum nel panorama storico artistico di Roma e vanno ora ad ampliare il percorso di visita del meraviglioso complesso delle Terme di Caracalla.

Daniela Porro, soprintendente speciale di Roma: “Questa domus di Vigna Guidi sorgeva qui sotto le terme di Carcalla e venne interrata proprio per la costruzione delle Terme – ha spiegato la Porro – sono stati, dopo molti decenni, riportati alla luce, restaurati e ricomposti in questi due ambienti il triclinio e un ambiente dedicato al culto”, ha aggiunto. Sono due le decorazioni sovrapposte, le figure di divinità del pantheon greco-romano ed egizio, posteriori di una cinquantina d’anni, e delle prospettive architettoniche popolate da figure umane, statue e felini rampanti, tipiche dell’età adrianea.

Mirella Serlorenzi, direttrice delle Terme di Caracalla: “La domus di Vigna Guidi è una domus scavata alla metà dell’Ottocento nella vigna di questo aristocratico che si chiamava Giovan Battista Guidi, proprio a ridosso del muro della palestra orientale quindi subito dietro questo muro, era a 10 metri di profondità ed era il quartiere abitativo che gravitava sulla via Appia, sono molto rare queste pitture a figura intera, che poi saranno tipiche a partire dal IV secolo”, ha precisato. E poi c’è una piccola anteprima: una parte del prezioso soffitto di un secondo ambiente della domus, il Triclinio, ovvero la sala da pranzo. “Una sala di circa 60 mq, la cui decorazione del soffitto è conservata in circa 100 casse e ne abbiamo due porzioni importanti, ma stiamo portando avanti lo studio per poterlo ricomporre e più avanti mostrarla intera al pubblico”, ha concluso la direttrice Serlorenzi.

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