Sicilia, bilanci ingessati e stipendi non pagati. Ecco la riforma (mai fatta) delle Province di Crocetta

Sicilia, bilanci ingessati e stipendi non pagati. Ecco la riforma (mai fatta) delle Province di Crocetta
L'ex governatore della Sicilia, Rosario Crocetta
22 giugno 2017

La Corte dei Conti lancia l’allarme sul “progressivo deterioramento del sistema di finanza pubblica provinciale”. Bilanci ingessati, stipendi non pagati, servizi compromessi. La triste sorte di una riforma incompiuta. La Sezione di controllo per la Regione siciliana ha approvato la relazione sulla finanza degli enti di area vasta in Sicilia, presidente Maurizio Graffeo, relatore il consigliere Francesco Albo. Ricostruito il contorto processo di quella che doveva essere cinque anni fa la prima riforma del governo Crocetta, ma il cui percorso si e’ snodato tra modifiche legislative, correzioni e ripensamenti, in direzione di un progressivo avvicinamento alla “riforma Delrio” che attuato in piu’ fasi, “ha comportato – spiegano i magistrati contabili – uno slittamento dell’insediamento degli organi istituzionali e, soprattutto per i liberi Consorzi comunali, una proroga delle gestioni commissariali al 31 dicembre 2017”. Poi spazio all’analisi dei dati finanziari relativi al periodo 2012/16 e all’esame dei principali aspetti problematici che si ripercuotono negativamente sugli equilibri di bilancio delle amministrazioni, “al punto da comprometterne, in molti casi, la funzionalita’ e la resa continuativa dei servizi”. La drastica riduzione dei trasferimenti erariali risulta in parte compensata dai trasferimenti regionali, che nel 2016, ammontano a 28,15 milioni di euro, cui si aggiungono 23,9 milioni di euro a titolo di assegnazione straordinaria per garantire il pagamento degli emolumenti al personale dipendente e 5 milioni di euro (19,15 nel 2017) per il trasporto degli alunni disabili.

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Bilanci ingessati sulla spesa corrente a discapito di quella in conto capitale, che passa da 140,2 a 30,5 milioni. In molti casi, i livelli di spesa sono insufficienti per la messa in sicurezza del patrimonio (strade e scuole) e per il cofinanziamento di importanti progetti di sviluppo. La Corte ha evidenziato pure la riduzione delle entrate tributarie, con un decremento delle riscossioni dell’11,7%, e una flessione delle entrate extratributarie del 28%. Nel quinquennio la consistenza degli organici del personale ha subito, a causa del blocco del turn-over una drastica riduzione (-19%), particolarmente marcata per il personale con qualifica dirigenziale di ruolo (-51%); ciononostante, i livelli di spesa media pro-capite, a livello regionale (32,09 euro), risultano quasi doppi rispetto al valore medio nazionale (17,18 euro), che risente del processo di riallocazione del personale in esubero presso altre amministrazioni (oltre 16.000 unita’), non ancora avviato in Sicilia. In molti casi, le difficolta’ finanziarie hanno determinato un blocco dei pagamenti, con conseguente attivazione dei recuperi forzosi mediante trattenute dell’Agenzia delle entrate a valere sui tributi riscossi dallo Stato. Ulteriori oneri discendono dai “trasferimenti negativi”, dovuti all’eccedenza di importi da recuperare, da parte dello Stato, rispetto a quelli da erogare. Al 31 dicembre del 2016, l’importo complessivo ancora da restituire all’erario a vario titolo ammonta ad oltre 166 milioni di euro. Tra il 2015 e il 2016, i residui passivi correnti passano da 192 a 289,8 milioni di euro; quelli di nuova formazione passano da 172,5 a 244,7 milioni di euro, per effetto, principalmente, della mancata estinzione di obbligazioni passive gia’ scadute e regolarmente assistite da impegno contabile.

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A causa della ridotta solvibilita’, i nuovi contenziosi passivi passano tra il 2015 e il 2016 da 30 a 101 milioni di euro. A seguito dell’intensificarsi dell’emergenza finanziaria, il marcato ridimensionamento dei budget di spesa ha ridotto al minimo l’attivita’ istituzionale svolta dai liberi Consorzi nei confronti sia degli altri livelli di governo che, soprattutto, dei fruitori dei servizi pubblici. Hanno risentito particolarmente i servizi per i disabili e quelli di supporto alle scuole di secondo grado; nei casi piu’ gravi, si segnalano gravi ritardi nel pagamento degli stipendi. Scrive la Corte dei conti: “Nonostante il notevole impegno finanziario della Regione a sostegno degli enti di area vasta, risulta preoccupante il perdurante ritardo nell’attuazione della riforma regionale del sistema di governo di area vasta. Una gestione provvisoria che “si perpetua in un quadro di crescente aggravamento degli squilibri di bilancio: alle criticita’ indotte dall’endemica insufficienza delle entrate per la copertura di volumi di spesa molto elevati e scarsamente comprimibili, si e’ tentato di dare risposta attraverso il crescente utilizzo di entrate straordinarie – tra cui, in primis, l’avanzo di amministrazione – fisiologicamente inidonee ad un duraturo utilizzo nel tempo”. In alcuni casi, inoltre, l’esame delle risultanze dei rendiconti 2015 e 2016 ha messo in evidenza fenomeni di possibile sottostima di una serie di fondamentali poste contabili, in grado di ripercuotersi negativamente sull’attendibilita’ dei risultati di amministrazione. La natura strutturale dei fattori di squilibrio riscontrati, per i magistrati contabili impone rimedi che superino le logiche emergenziali e “assicurino una risposta ordinamentale tesa a garantire stabilmente la continuita’ istituzionale e la reale funzionalita’ delle amministrazioni”.

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