Grande protagonista, ieri, al Festival di Cannes e’ stato Sylvester Stallone, 73 anni, che per l’ennesima volta – la quinta – si cala nei panni del veterano del Vietnam nella pellicola “Rambo: Last Blood”, in sala il prossimo settembre. Il divo – camicia a scacchi, jeans e stivali di pelle – accompagnato da una delle interpreti del film, la spagnola Paz Vega, in un affollatissimo incontro con il pubblico, con tanto di standing ovation nella sala Debussy, ha ripercorso la sua carriera.
“E’ bellissimo essere qui, era tanto tempo che non tornavo. Rambo e’ la parte pessimista, dove Rocky e’ quella ottimista. Il successo di quest’ultimo film”, ha concluso Stallone, lo si deve al fatto che e’ incentrato “su un uomo che non molla”. “Never stop punching”, mai smettere di dare i pugni, mai smettere di lottare dice Sylvester Stallone ritenendo quello il messaggio piu’ forte, l’eredita’ dei personaggi iconici del suo cinema, Rocky e Rambo. L’attore e’ stato osannato anche dai 1000 giornalisti presenti alla sala Debussy per la sua ‘lezione’ di cinema in occasione della proiezione speciale fuori concorso stasera di Rambo – first flood, il primo della saga, datato 1982 e ora restaurato alla vigilia dell’uscita mondiale a settembre di Rambo V di cui saranno proiettate le prime immagini.
Applausi, standing ovation, e anche un regalo durante l’incontro durato un’ora e 40 minuti circa: la foto incorniciata di Jean Paul Belmondo, suo fan, con indosso i guantoni da boxeur. “Un nuovo Rocky? Con braccia o senza braccia”, ha scherzato l’attore ironizzando sulla tenuta fisica di quel fantastico personaggio nato nel 1976, diventato film da ben tre Oscar, “nell’anno – ha ricordato Stallone con la sua voce grave inconfondibile – di Taxi Driver e di Tutti gli uomini del presidente”.