Cessione quinto stipendi +10% ultimi 6 mesi. Sicilia in testa

23 maggio 2014

Negli ultimi sei mesi le cessioni del quinto dello stipendio sono state piu’ di un quarto delle richieste di prestiti presentate in Italia, crescendo di oltre 10 punti rispetto a due anni fa e arrivando a rappresentare il 26,8% del totale (erano il 16,4% a maggio 2012). Il dato arriva dall’osservatorio periodico sulla cessione del quinto condotto da Facile.it e Prestiti.it, che hanno analizzato oltre 40.000 richieste di finanziamento presentate fra novembre 2013 e aprile 2014. L’importo medio che si cerca di finanziare con la cessione del quinto dello stipendio e’ pero’ sensibilmente inferiore rispetto a quello richiesto due anni fa. Se nella rilevazione di maggio 2012 i richiedenti puntavano ad ottenere 20.000 euro, oggi vogliono poco piu’ di 17.000 euro. Appena inferiore l’eta’ media del richiedente: oggi 43 anni, 44 nella rilevazione di due anni fa. Le donne chiedono mediamente importi piu’ bassi degli uomini (15.500 euro contro 17.500) a fronte di differenze di stipendio proporzionali (1.300 euro contro 1.600). Quasi uguale l’eta’ del richiedente di sesso maschile e di quello di sesso femminile. Nell’analizzare la pratica di cessione del quinto le finanziarie considerano non solo il profilo del richiedente, ma anche quello del suo datore di lavoro.

Un dipendente pubblico o uno statale, quindi, possono essere avvantaggiati proprio perche’ impiegati presso un’azienda meno a rischio di insolvenza. Nonostante questo, a presentare percentualmente il maggior numero di richieste di cessione del quinto nel periodo analizzato sono stati i dipendenti privati (58,6%), mentre i dipendenti pubblici rappresentano il 22% dei richiedenti e i pensionati il 16%. A richiedere gli importi piu’ alti per la cessione del quinto sono stati i residenti in Sicilia (20.000 euro la richiesta media) seguiti dai cittadini del Trentino Alto Adige (19.500 euro) e della Sardegna (19.000 euro). Sono 8 le regioni italiane con richieste piu’ alte della media: oltre alle tre gia’ citate anche Umbria, Calabria, Puglia, Campania e Lazio.

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