Commissione Ue conferma ritiro direttive su aria e rifiuti

Commissione Ue conferma ritiro direttive su aria e rifiuti
16 dicembre 2014

La Commissione europea ha confermato oggi la sua intenzione di ritirare una serie di proposte legislative pendenti (presentate negli anni e mesi scorsi ma non ancora approvate dall’Europarlamento e dal Consiglio Ue), ufficialmente per “sburocratizzare” e rendere piu’ efficaci le norme Ue (“better regulation”), ma in realta’ attaccando soprattutto alcune misure in campo ambientale e sociale, invise alle lobby industriali che le vedono solo come un costo supplementare. I testi per cui e’ stato proposto il ritiro coincidono quasi perfettamente con quelli che Business Europe, la confederazione degli industriali europei (di cui fa parte Confindustria) aveva chiesto di rottamere o di ridimensionare in una lettera alla Commissione del 25 novembre scorso. E’ il caso delle due proposte legislative sulla qualita’ dell’aria (con limiti piu’ stringenti per emissioni nocive come anidride solforosa, particolato e ossidi d’azoto) e sui nuovi obiettivi per il riciclaggio dei rifiuti (70% per quelli municipali e 80% per quelli da imballaggi entro il 2030), che includono il divieto di gettare in discarica qualunque materiale riciclabile.

Ma anche della direttiva sulla parita’ di genere, che avrebbe imposto delle quote per la presenza di donne nei consigli d’amministrazione delle societa’, e della proposta di aumentare da 14 a 18 settimane il congedo di maternita’ per le lavoratrici. Presentando alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo la lista di 80 direttive o regolamenti da rottamare, modificare o ripresentare, il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans (foto), responsabile per la “better regulation”, ha cercato di rassicurare gli eurodeputati (soprattutto Verdi, Socialisti, Sinistra radicale e anche i Liberali) sulla sorte, in particolare, delle proposte ambientali. Per quanto riguarda il pacchetto sulla qualita’ dell’aria, Timmermans ha detto che verra’ mantenuta la proposta relativa ai limiti di emissioni per i medi impianti di combustione, su cui sembra abbastanza vicino un accordo fra gli Stati membri, ma ha anche annunciato che verranno probabilmente ritirati e comunque rivisti i piu’ controversi “tetti” nazionali per le emissioni nocive, responsabili dello smog urbano.

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Il livello di ambizione della proposta sara’ comunque salvaguardato, ha aggiunto, in modo non del tutto convincente, il vicepresidente della Commissione europea, secondo cui il testo sara’ rivisto “in modo che sia in migliore sinergia con il nuovo pacchetto clima/energia per il 2030”, qualunque cosa questo significhi. Sui nuovi obiettivi per il riciclaggio dei materiali, la riduzione dei rifiuti e la razionalizzazione della loro gestione (“economia circolare”), Timmermans ha annunciato invece che la proposta legislativa, presentata solo nel luglio scorso, verra’ ritirata per essere “ripresentata entro il 2015 con una testo piu’ ambizioso e complessivo sull”economia circolare'” che permetta di “beneficiare degli investimenti del Piano Juncker”. In ogni caso, ha concluso il vicepresidente della Commissione, “volgiamo eliminare gli oneri superflui, e lo faremo – ha insistito – senza abbassare gli standard”. Timmermans ha comunque precisato che la lista con le proposte da ritirare sara’ ora discussa con il Parlamento europeo e con il Consiglio Ue, spiegando che “e’ l’apertura di un nuovo dialogo, non e’ l’ultima parola”. L’Europarlamento votera’ un risoluzione in merito a gennaio. Le prime reazioni sul fronte verde e ambientalista sono state durissime. “Mai ci saremmo aspettati di dover rimpiangere Barroso, ma oggi la Commissione Europea ha toccato il fondo: il ritiro delle direttive sul pacchetto aria e sull’economia circolare, annunciato dal vicepresidente Timmermans e’ una decisione ad uso e consumo di lobby e blocchi di potere economici che vogliono produrre secondo vecchie logiche, voltando le spalle al processo d’innovazione garantito dalla green economy”, hanno affermato in una nota gli esponenti di Green Italia Monica Frassoni (Copresidente del Partito Verde europeo) e Francesco Ferrante. Mentre il Green 10, la coalizione delle piu’ importanti Ong ecologiste internazionali presenti a Bruxelles, ha “condannato nei termini piu’ duri possibile” i piani della Commissione “di ritirare proposte cruciali per la gestione dei rifiuti e di creare confusione e incertezza sul fato del pacchetto sulla qualita’ dell’aria”. La decisione della Commissione sembra aver ignorato la richiesta dei ministri dell’Ambiente di 11 Stati membri, comprese Italia, Francia, Germania e Spagna (ma non la Gran Bretagna) di mantenere sul tavolo i due pacchetti ambientali sotto attacco. Nei giorni scorsi, inoltre, i rappresentanti di ben 23 paesi membri avevano sostenuto la proposta della presidenza di turno italiana dell’Ue di aggiungere nell’agenda del Consiglio Ambiente di domani, a Bruxelles, una discussione sulle nuove norme sui rifiuti – proprio quelle che l’Esecutivo Juncker vorrebbe ritirare -, in modo da preservare i progressi gia’ fatti verso un accordo politico, e segnalare “il loro sostengo per gli obiettivi della proposta legislativa, anche alla luce dell’impatto positivo atteso in termini di crescita e creazione di posti di lavoro”.

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