Consultazioni e piazza, centrodestra diviso. Berlusconi da Conte

Consultazioni e piazza, centrodestra diviso. Berlusconi da Conte
Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi
30 agosto 2019

Il centrodestra si spacca. La piazza e le consultazioni dividono la coalizione: i sovranisti da una parte, Forza Italia dall’altra. La prima rappresentazione plastica di questa frattura sta nella mossa dei leader di Lega e Fratelli d’Italia che hanno scelto di disertare l’incontro con il premier incaricato, Giuseppe Conte, in occasione delle consultazioni, per l’appunto, richieste dallo stesso ex “avvocato del popolo” per tentare di partorire il governo gialloverde. Silvio Berlusconi, infatti, potrebbe essere l’unico leader del centrodestra a varcare oggi la soglia di Palazzo Chigi.

Il nome del presidente di Fi non solo figura nel calendario ufficiale dei colloqui, ma la notizia della sua presenza all’incontro con Conte, è stata confermata dal vicepresidente azzurro, Antonio Tajani. Ieri pomeriggio, invece, per Palazzo Chigi, Giorgia Meloni, ha incaricato il capogruppo al Senato, Luca Ciriani, e il vicecapogruppo alla Camera Tommaso Foti. Mentre oggi la Lega, manderà da Conte i sottosegretari uscenti, Claudio Durigon e Lucia Borgonzoni. “Noi siamo per la democrazia parlamentare, siamo all’opposizione” del nascente governo giallorosso, ma “rispettiamo le istituzioni” ha puntellato Tajani. Quindi “se il premier incaricato ci chiede di incontrarci, ci andiamo e spieghiamo le ragioni del nostro dissenso”.

L’ex presidente del parlamento europeo prende anche le distanze dai due leader sovranisti pronti a dar vita a una serie di proteste contro il “governo delle poltrone”. ”Salvini e Meloni in piazza? Ognuno fa le sue scelte…”, ha aggiunto Tajani. Sarà proprio la Meloni, la prima a manifestare. “Mentre Conte sarà in Parlamento a chiedere la fiducia al governo dell’inciucio, noi saremo in Piazza Montecitorio per dire no al patto della poltrona”, ha confermato la presidente di Fratelli d’Italia. “Ci saremo – ha precisato – con le bandiere tricolori e senza simboli di partito: tutti i cittadini che vogliono manifestare il loro dissenso sono benvenuti e invitati a partecipare, indipendentemente dal credo politico o dal partito votato alle elezioni”. Poi ha lanciato un appello a Salvini affinché partecipi alla manifestazione di Roma. “Perché fra due mesi in piazza, la Lega venga con noi quando c’è il voto di fiducia”. Intanto, Salvini incassa l'”altissima stima e gratitudine” manifestatagli da Viktor Orbán per l’impegno leale e coerente profuso nell’attività di governo degli ultimi mesi per l’Italia e l’Europa. In particolare, il primo ministro ungherese ha ringraziato il capo del Carroccio, per aver voluto impedire “il flusso incontrollato di immigrati in Europa dal Mediterraneo”.

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Ma bando ai complimenti, Salvini ha già messo in moto la ruspa con la quale vorrebbe già spazzare via il nascente – a quanto pare – esecutivo M5s-Pd. E cosi anche la Lega chiama in piazza i suoi sostenitori per manifestare contro il governo giallorosso. L’appuntamento è per il 19 ottobre a Roma ed è stato ribattezzato la “giornata dell’orgoglio della maggioranza silenziosa”. Salvini ha anche lanciato lo slogan di Pontida 2019. Il tradizionale raduno leghista, in programma il 15 settembre, che come ha spiegato lo stesso Capitano, da “appuntamento di partito” diventerà “appuntamento di popolo”. Il giorno prima, 14 settembre, invece, il capo del Carroccio incontrerà tutti gli amministratori locali leghisti. Ma la testa del ministro dell’Interno uscente è alle urne. Quindi è tornato a chiedere il voto.

“Mattarella è ancora in tempo per restituire la parola agli elettori. La sovranità appartiene al popolo – ha auspicato -. Comunque, state tranquilli: non vi libererete di Salvini con un giochino di palazzo. Io non mollo. Non mi spaventa un Renzi qualunque o qualche mese di opposizione. E’ un momento di attesa e ci stiamo già’ organizzando”. Inevitabile, una stoccata al suo ancora premier. “Ho sentito che Conte ha parlato di nuovo umanesimo – ha detto Salvini -. Manca solo che risolva il problema della pace nel mondo e della ricrescita dei capelli per chi li sta perdendo e ha fatto tutto”. A marcare il solco che separa sovranisti e Fi, infine, Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. “L’alternativa al governo Grillo-Renzi, non può essere costituita da un cartello sovranista Salvini-Meloni, che diventerebbe un perfetto elisir di lunga vita per questo governo rosso-rosso”, ha tuonato la senatrice azzurra.

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