Collegio Roma, Conte dice no. E il Pd lavora su Furlan o Gasbarra

Collegio Roma, Conte dice no. E il Pd lavora su Furlan o Gasbarra
Giuseppe Conte
6 dicembre 2021

Il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, non si candiderà a Roma nelle elezioni suppletive per la Camera: “Ringrazio il Partito democratico e Letta per la disponibilità e la lealtà nella proposta”, ha detto nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio, “ma dopo un nuovo supplemento di riflessione ho capito che in questa fase ho ancora molto da fare per il Movimento.Non mi è possibile dedicarmi ad altro”. Quanto all’ipotesi che abbiano inciso i no alla sua candidatura espressi da Italia viva e dal leader di Azione, Carlo Calenda, “non ho visto le ultime dichiarazioni di Calenda e altri – ha commentato l’ex presidente del Consiglio – ma vogliono farsi pubblicità sulle mie spalle. Trovino un altro appiglio, grazie”. Il leader del Movimento 5 stelle avrebbe dovuto correre nel collegio di Roma 1, per il seggio lasciato libero dal nuovo sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri. 

Prima del “no grazie” di Conte, s’è fatto sentire soprattutto il fuoco di sbarramento sollevato da Italia viva, a partire dal suo leader Matteo Renzi: “Se il Pd candida Conte, la candidatura riformista noi la troveremo in ogni caso ma non sarà Giuseppe Conte”. “Oggi gli estremisti guidano i partiti di maggioranza, vedi il caso delle suppletive di Roma con Conte che comanda Letta”, ha commento invece Davide Faraone, capogruppo di Iv al Senato. Sulla stessa lunghezza d’onda Carlo Calenda: in quelle zone di Roma la sua lista alle recenti elezioni comunali ha fatto il pieno e lo stesso candidato sindaco ha raccolto i consensi si quasi un terzo degli elettori.

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L’europarlamentare ha fatto sapere di essere pronto a candidarsi contro Conte e accusa: “Il Pd e Enrico Letta non hanno alcuna intenzione di trovare intese neanche in un collegio dove noi siamo la prima lista con il 31%. Da settimane chiedo un confronto senza pregiudiziali. Nessuna risposta. Quello che gli interessa sono sempre e solo i 5S. Peccato”. Chi lo conosce bene sottolinea il fatto che comunque anche leggere sui giornali i nomi degli eventuali candidati alternativi a Conte, interni al Pd, non è piaciuto affatto a Calenda. C’è anche la campana opposta, quella di Loredana De Petris di Liberi e Uguali, secondo la quale la candidatura dell’ex premier “rafforzerebbe significativamente la costruzione di quella coalizione politica e dotata di un progetto comune alla quale stiamo dando vita”.

Ma alla fine, Conte ha detto no alla candidatura. Intanto, secondo quanto filtra da fonti parlamentari dem il Pd è pronto a lavorare a un candidato unitario con i centristi: potrebbe essere Annamaria Furlan, ex segretaria della Cisl poi “ingaggiata” da Letta nella squadra dei sei “esterni” al Pd che compongono l`Osservatorio degli indipendenti delle Agorà democratiche. In alternativa si fa il nome di Marco Bentivogli, ex segretario dei metalmeccanici Cisl, poco amato in area Pd anche perché considerato troppo vicino a Renzi. A quel punto più facile che il Pd si orienti, dicono, su Maurizio Gasbarra: già presidente della Provincia di Roma, vicesindaco della Capitale, deputato ed eurodeputato. Con l’impegno dei 5 stelle a riprodurre lo schema delle recenti suppletive che ad esempio hanno riportato in Parlamento, dal collegio di Siena, il leader dem Letta. Una desistenza di fatto, senza nessun candidato stellato a disturbare la corsa dell’uomo del Nazareno.

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