Contratto bloccato, metalmeccanici incrociano le braccia: otto ore di sciopero nazionale il 20 giugno

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In assenza di un segnale concreto da parte delle associazioni datoriali Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica-Confapi sulla riapertura della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL), i sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno deciso di proclamare uno sciopero nazionale di otto ore per il prossimo 20 giugno, accompagnato da manifestazioni regionali.

A renderlo noto sono stati i segretari generali Ferdinando Uliano (Fim), Michele De Palma (Fiom) e Rocco Palombella (Uilm), che hanno lanciato un appello alle controparti affinché si torni al tavolo delle trattative senza ulteriori indugi.

La situazione attuale

Nonostante gli scioperi unitari già effettuati nei mesi scorsi abbiano dimostrato l’ampio sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici, le parti datoriali mantengono una posizione rigida, rifiutandosi di riprendere il confronto. È ormai trascorso quasi un anno dalla scadenza dell’ultimo CCNL, e la mancanza di progressi sta generando crescente frustrazione tra i lavoratori e preoccupazione per il futuro delle relazioni industriali.

Le organizzazioni sindacali ritengono “inaccettabile” la scelta delle associazioni datoriali di bloccare la trattativa, ignorando la piattaforma unitaria presentata dai sindacati. Secondo Fim, Fiom e Uilm, tale atteggiamento rischia di compromettere gravemente il dialogo sindacale e industriale, mettendo a repentaglio non solo i diritti dei lavoratori, ma anche lo sviluppo e la competitività del settore metalmeccanico.

La piattaforma sindacale: un punto fermo irrinunciabile

La piattaforma unitaria proposta dai sindacati si basa su elementi salariali e normativi che rappresentano un punto di partenza imprescindibile per il rinnovo del contratto nazionale. Tra i punti chiave della piattaforma figurano:

  • Aumenti salariali adeguati: garantire ai lavoratori incrementi retributivi che tengano conto dell’inflazione e del costo della vita, premiando il contributo fondamentale che essi offrono all’economia del Paese.
  • Strumenti contrattuali innovativi: introdurre meccanismi volti a proteggere e rilanciare l’industria, sostenere l’occupazione e favorire la transizione ecologica e digitale.
  • Tutele normative: rafforzare le garanzie per i lavoratori in termini di diritti, sicurezza sul lavoro e welfare aziendale.

Per Fim, Fiom e Uilm, la mancata discussione su questi temi è un ostacolo insormontabile al raggiungimento di un accordo equilibrato e sostenibile. L’intransigenza delle controparti, denunciano i sindacati, rischia di aggravare la tensione sociale e di minare la fiducia reciproca necessaria per costruire un futuro migliore per il settore.

Le prossime mosse: assemblee, blocco degli straordinari e sciopero

Nelle prossime settimane, Fim, Fiom e Uilm intensificheranno l’impegno sui territori attraverso una serie di assemblee nei luoghi di lavoro, volte a informare e coinvolgere direttamente i lavoratori nella mobilitazione. Inoltre, sarà rafforzato il blocco degli straordinari e delle flessibilità, misura già avviata per esercitare pressione sulle controparti.

Qualora entro il 30 maggio non si registri alcun passo avanti verso la riapertura del confronto, lo sciopero nazionale del 20 giugno diventerà inevitabile. Si tratterà di una giornata di protesta unitaria, accompagnata da manifestazioni regionali che vedranno la partecipazione di migliaia di lavoratori pronti a difendere i propri diritti e a chiedere risposte concrete.

Un appello al dialogo

I segretari generali di Fim, Fiom e Uilm hanno ribadito la volontà di trovare una soluzione negoziale, ma hanno altresì chiarito che non accetteranno compromessi al ribasso o condizioni che penalizzino i lavoratori. “Riprendere le trattative sulla base della nostra piattaforma è l’unica strada percorribile”, hanno dichiarato. “L’industria italiana ha bisogno di stabilità, investimenti e giustizia sociale. Continueremo a lottare per garantire un futuro dignitoso a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori del settore metalmeccanico”.

Il 20 giugno sarà dunque un momento cruciale per il movimento sindacale e per l’intero settore. Resta da vedere se le controparti datoriali sceglieranno di ascoltare le richieste dei lavoratori o se preferiranno mantenere un atteggiamento di chiusura, rischiando di esacerbare ulteriormente la situazione.

Lo sciopero del 20 giugno rappresenta un chiaro segnale di forza e determinazione da parte dei sindacati. Le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici non intendono arretrare di fronte alla rigidità delle associazioni datoriali e chiedono risposte immediate e concrete. Il tempo stringe, e il dialogo appare l’unica via per evitare una escalation conflittuale che nessuno può permettersi.