Il “contratto” con Casaleggio Associati, Raggi vince in tribunale. “Avviso di garanzia? Sono tranquilla”

Il “contratto” con Casaleggio Associati, Raggi vince in tribunale. “Avviso di garanzia? Sono tranquilla”
18 gennaio 2017

Dopo mesi di critiche e inchieste la sindaca di Roma Virginia Raggi parte al contrattacco. Sceglie l’arena de La 7 e il contenitore Di Martedì dove con Giovanni Floris, domanda su domanda, racconta la sua versione di tutte le vicende che l’hanno portata fin dai primi giorni dopo le elezioni agli onori delle cronache nazionali. La data è propizia: il Tribunale civile di Roma, infatti, ha respinto il ricorso presentato dall’avvocato e attivista Pd Venerando Monello che contestava l’ineleggibilità della sindaca per aver sottoscritto con la Casaleggio Associati un “contratto” contenente una penale da 150mila euro in caso di comportamenti contrari alla linea del M5S. Raggi rivendica la vittoria e la firma: “Voi lo chiamate ‘contratto’ ma è un impegno nei confronti degli elettori”, spiega, e rilancia: “Sfidiamo gli altri politici a fare un passo se cambiano idea anche senza la penale”. Per sottolineare quanto il documento non la vincoli nelle sue scelte, ricorda che “c’è stato un contrasto di idee su Marra con Grillo ma non credo mi sia stato chiesto un passo indietro”.

ARRESTO MARRA Sicuramente quello sull’arresto del suo ex vice capo di gabinetto Salvatore Marra è il momento più difficile della lunga intervista, tanto che Raggi spinge Floris a parlarne subito. Ammette il suo “grave errore di valutazione” più volte: “C’era una parte di persone che ci sconsigliava Marra”, aggiunge riferendosi a Grillo e Casaleggio, ma contorna l’ammissione di precisazioni. Marra “era un plurilaureato, ufficiale della Finanza e decorato”, ricorda. “Le nomine le ho fatte sulla base dei curriculum, prima con il mini-direttorio, poi con consiglieri e assessori”, ha detto Raggi chiamando in correo l’intera squadra, anzi l’intero M5S. “Tutti eravamo a conoscenza che il fratello di Marra fosse il fratello di Marra – ha sottolineato rispetto alla nomina contestata dall’Anac e al centro delle attenzioni della Procura di Roma -. La nomina è stata fatta in un percorso di rotazione complessiva, deciso dagli assessori e dai consiglieri”, ha ricordato. Ha negato di aver cercato suggerimenti per le sue nomine presso lo studio legale Samamrco dove lavorava.

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AVVISO GARANZIA E rispetto al possibile avviso di garanzia che potrebbe arrivarle proprio a seguito di questi “errori”, risponde a Floris con una certa spavalderia che “secondo alcuni giornalisti che ci hanno fatto terrorismo psicologico per tutte le ferie natalizie, io il 9 di gennaio sarei dovuta finire in carcere o appesa sulla pubblica piazza. Oggi per quanto mi risulta non sono indagata, sono tranquilla e serena”. Rispetto alla foto scattatale sul tetto del campidoglio e al suo ex capo di segreteria Salvatore Romeo che dava per certa la presenza di cimici negli uffici, gioca la carta naif: spiega di frequentare i tetti di Palazzo Senatorio “per mangiare e chiacchierare”, da quando era all’opposizione. “Magari ci fossero le cimici, così saprebbero che non ci diciamo nulla di eclatante”, ha aggiunto ironica. La sindaca, anzi “Virginia” – come si presenta a Floris – respinge al mittente con tono deciso tutte le critiche sulla lentezza del cambiamento a Roma: “La mia vita è cambiata, lavoro 20 ore al giorno. La città sta cambiando ma lentamente”, spiega usando la metafora di una macchina “senza volante, cambio e accensione” per descrivere quella sua amministrazione difficile “dove 1 dirigente su 4 è indagato” e che “sta ancora uscendo da Mafia Capitale”.

APPENNINO La sua lentezza amministrativa, insomma, non è un errore, ma una scelta, il prezzo del ripristino della legalità. E’ una scelta anche il “no” alle grandi opere: tra queste e l’immobilismo che le rimproverano dopo il “no” alle Olimpiadi e il “ni” allo Stadio della Roma, “c’è una terza via, quella delle opere necessarie, che è la nostra”, spiega ancora. E sulla sindaca di Torino Chiara Appendino, che guida la classifica dei sindaci più amati dai propri cittadini di cui lei è invece penultima: “Eccezionale, è bravissima”, sottolinea con un tono di voce enfatico. E quando Floris le chiede se Appendino potrebbe fare il sindaco di Roma, è più netta: “Assolutamente, ma io credo che ognuno debba fare il sindaco della propria città”. Raggi fa vedere di non farsi scoraggiare dalle strade rattoppate, le opere in ritardo, le scuole fredde, l’emendamento al bilancio che doveva arrivare oggi ma ancora non c’è, i canili comunali passati di mano sempre oggi, con il tavolo sul benessere animale del M5S di Roma che la disconosce a mezzo Facebook. “Io si, mi rivoterei, soprattutto mi darei lo stesso tempo che è stato dato ad altri sindaci prima di parlare”, risponde netta a Floris in chiusura d’intervista. Sperando che la città tutto quel tempo ce l’abbia davvero.

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