Corsa a nove per governatore. Zingaretti chiede il bis

Corsa a nove per governatore. Zingaretti chiede il bis
Stefano Parisi, leader di Energie per l'Italia
3 marzo 2018

Nicola Zingaretti tenta il bis e punta alla riconquista della presidenza della Regione Lazio. Mancano poche ore all’apertura dei seggi e domani l’appuntamento per i cittadini laziali non sarà solo con le elezioni politiche, saranno infatti chiamati a scegliere il prossimo governatore e rinnovare il Consiglio regionale. A sfidare il presidente uscente per il Movimento Cinque Stelle Roberta Lombardi, per il centrodestra Stefano Parisi, il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi con una lista civica e ancora Elisabetta Canitano candidata con Potere al Popolo, Jean Leonard Touadi per la Civica Popolare di Beatrice Lorenzin, Stefano Rosati per la lista Riconquistare l’Italia, Mauro Antonini per CasaPound, Giovanni Paolo Azzaro sostenuto dalla Democrazia Cristiana. Una lunga cavalcata verso il 4 marzo quella dei candidati, per alcuni di loro un impegno elettorale che ha preso il via tra ottobre e novembre, come per la Lombardi e Sergio Pirozzi, discesa in campo più recente, invece, per il candidato del centrodestra Parisi, impegnato da qualche settimana a battere in lungo e in largo il territorio. Riavvolgendo il nastro era tempo che il Lazio non aveva una continuità governativa. Prima dei cinque anni portati a termine da Zingaretti infatti, sia Renata Polverini che Piero Marrazzo, per differenti motivi avevano lasciato gli uffici di via Cristoforo Colombo prima della fine naturale della legislatura. E Zingaretti – come lui stesso ha tenuto a sottolineare più volte in questi mesi – punta alla riconferma certo che la regione abbia bisogno di continuità amministrativa. A contendergli la poltrona e ad avere più chances di vittoria Parisi, Lombardi e Pirozzi. Tutti si sono battuti in questi mesi sul territorio ma non solo. La campagna elettorale è stata caratterizzata da un uso importante e massivo dei social media, dalle dirette Facebook, ai tweet, ai video, i candidati si sono battuti tentando di far comprendere ai cittadini come potrebbe essere la regione sotto la loro guida.

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La sanità è certo stata in cima alle preoccupazioni di tutti. Sono 5 anni che il candidato di centrosinistra ci si confronta. Zingaretti fin dalla campagna elettorale del 2013 aveva un pensiero fisso: far uscire il Lazio dal commissariamento. E a fine dicembre il Lazio ne sarà fuori. Il superamento del debito ha portato allo sblocco delle assunzioni del personale sanitario, da anni fermi al palo del blocco del turn over. Ma Zingaretti per i prossimi anni promette che non si fermerà puntando all’abbattimento delle liste d’attesa, continuando sulla strada di un servizio sanitario regionale in rete aiutato dalle Case della Salute già presenti sul territorio. Ma vediamo come hanno rilanciato in questi giorni di campagna elettorale i candidati principali. Per la candidata del M5S la sanità in cima alla lista delle sue priorità. Via le liste d’attesa e stop al blocco delle assunzioni di medici, infermieri e operatori sanitari oltre al potenziamento dell’assistenza domiciliare. Stefano Parisi propone la sua ricetta puntando sugli investimenti nel settore grazie al coinvolgimento dei privati e l’impiego della tecnologia. Sergio Pirozzi in questi mesi ha sempre ripetuto: il paziente al centro del sistema sanitario e potenziamento degli ospedali di confine, lontano dalla Capitale. I trasporti sono stati nei pensieri di tutti i candidati preoccupati di rassicurare i pendolari, categoria spesso vittima di disagi. E se da un lato il governatore uscente rivendica quanto fatto sul fronte della cura del ferro che andrà avanti in caso di riconferma forte anche del salvataggio di Cotral, l’azienda dei trasporti rinata e che ora vanta un parco mezzi rinnovato, dall’altro guarda avanti con in mente nuove infrastrutture sia viarie che ferroviarie. Anche Roberta Lombardi pensa al potenziamento del trasporto su ferro, mentre per Cotral ha in mente una razionalizzazione del servizio. Per le strade propone un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria, ma niente Roma-Latina.

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“Con me non si farà mai” ha detto spiegando che c’è la Pontina e quella verrà adeguata. E se c’è un candidato che la Roma-Latina la vuole, quello è Stefano Parisi. Per il candidato del centrodestra è un’opera in cima alla lista delle sue priorità, insieme alla Roma-Civitavecchia guardando oltre confine laziale, a Livorno. Tra le infrastrutture che meritano un deciso adeguamento anche le strade come la Salaria e la Cassia e pensa di riattivare le linee ferroviarie dismesse, affidandole ad operatori privati. Il sindaco di Amatrice punta a privilegiare il trasporto su ferro e a modernizzare le flotte regionali puntando sulla qualità dei servizi. Il suo “pallino” garantire i collegamenti con i territori, anche quelli periferici. Altro problema che potrebbe ormai esser definito una evergreen delle emergenze, i rifiuti. E “la monnezza” di Roma spesso ha fatto capolino in questa campagna elettorale “avvelenata” dalle polemiche Campidoglio-Regione sul piano rifiuti e sulla gestione dell’intero ciclo. E se Zingaretti ha rivendicato quanto fatto nella regione aumentando la differenziata con l’obiettivo di aumentarla al 70%, Roberta Lombardi non ha dubbi: chiusura in tempi rapidi del Piano rifiuti e prevenire la produzione della “mondezza”, dunque porta a porta e riciclo. Per Parisi i rifiuti potrebbero render tanto dunque utilizzo a pieno gli inceneritori regionali, impianti a biogas e bonifica delle discariche dismesse. Pirozzi pensa invece all’autosufficienza regionale e a puntare sulla differenziata. Capitolo politiche sociali. In mano a Zingaretti il piano per il sociale fermo da 16 anni e l’attenzione che in questi anni è stata messa sul tema.

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Lombardi per la regione a marcia 5stelle pensa alla disabilità e alla famiglia come Stefano Parisi che pensa anche alla fragilità degli anziani, mentre per Pirozzi bisogna intervenire sulle criticità specifiche del singolo e delle famiglie. Altro tema che si è affacciato inevitabilmente in queste settimane sono le tasse.I cittadini del Lazio pagano l’Irpef più alta d’Italia infatti anche a causa del commissariamento della sanità. E se Zingaretti rivendica gli sforzi fatti in 5 anni per risanare il debito fatto questo che può portare ad una riduzione del carico fiscale, Lombardi è certa via subito l’addizionale Irpef. Più prudente Parisi che pensa ad una riduzione, ma ritiene impossibile cancellarla il primo anno. Ma la campagna elettorale ha anche fatto i conti con la questione sicurezza, con il tema della casa, l’ambiente, l’agricoltura, il lavoro, il rilancio dell’economia regionale, la formazione, l’università. Una corsa verso il 4 marzo non priva di colpi di scena. Lo “psicodramma”, come lo ha definito qualcuno, del centrodestra in difficoltà nell’individuare il nome dopo la candidatura di Pirozzi non “sposata” da Forza Italia ha tenuto alta l’attenzione degli elettori dello schieramento, più “lineare” invece il percorso di Roberta Lombardi. E poi si torna a Zingaretti che tenta l’impresa della rielezione. Sarebbe un risultato storico per il Lazio. Una campagna elettorale scivolata via senza picchi ed eccessi, qualche frizione inevitabile tra alcuni candidati, ma la posta è alta e conquistare la poltrona di via Cristoforo Colombo è un obiettivo cercato e voluto dai candidati.

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