Ddl concorrenza, ok Camera con freno tirato. Ora di nuovo in Senato

Ddl concorrenza, ok Camera con freno tirato. Ora di nuovo in Senato
29 giugno 2017

Arriva con il freno tirato, e senza il voto di fiducia, il via libera al ddl concorrenza che dovrà di nuovo passare in Senato, in quarta lettura e dopo due anni e due mesi dall’approdo in Parlamento. I voti a favore sono stati 218, i voti contrari 124 e le astensioni 36 (compresi i deputati di Mdp). Il ritorno a Palazzo Madama per l’ok definitivo è imposto dalle cinque modifiche al testo introdotte a Montecitorio (nonostante gli appelli inascoltati, in particolare rivolti ad una parte del Pd, del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che chiedeva che il ddl fosse approvato rapidamente per varare eventuali correzioni in seguito). Il passaggio in Senato non sarà probabilmente indolore né rapidissimo a sentire il relatore in commissione Industria Luigi Marino (Ap) che comunque esclude il “ping pong” con l’altro ramo del Parlamento: “Ci sono malumori all’interno della maggioranza, in particolare su due delle novità introdotte alla Camera, quelle su Rcauto ed energia che anche secondo me rappresentano un passo indietro. Ma ormai – ha proseguito Marino – il provvedimento ha imboccato il vialone del traguardo Milano-Sanremo e non credo possa essere più fermata la volata finale”.

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Ci vorranno comunque almeno tre settimane: “la prossima settimana dovrebbe arrivare da noi e verrà incardinato, la successiva ci sarà l’esame in commissione Industria” e quella dopo dovrebbe esserci l’approdo in Aula. Quanto al gruppo Articolo 1-Mdp che si è astenuto a Montecitorio, dovrà decidere come comportarsi in Senato dove l’astensione vale voto contrario. Si vedrà quale sarà il clima politico al momento di chiudere i giochi e sarà il governo a decidere “se porre la fiducia o imporre alla maggioranza di votarlo così com’è”, ha concluso Marino. Nel suo intervento durante le dichiarazioni di voto finali alla Camera, il capogruppo Pd in commissione Attività produttive, Gianluca Benamati, ha assicurato che i Dem si impegneranno per “una celere trattazione in Senato e in quella sede ognuno si assumerà le proprie responsabilità”. La ministra dei Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, peraltro nei giorni scorsi si è presa l’impegno a chiedere la più rapida calendarizzazione alla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. L’esame potrà riguardare solo le parti ritoccate alla Camera.
Le prime quattro modifiche introdotte in commissione con emendamenti Pd o bipartisan, riguardano energia, assicurazioni, telemarketing, odontoiatri; l’ultima arrivata in Aula è firmata M5S e riguarda le bonifiche di aree contaminate di distributori di benzina in dismissione.

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Per quanto riguarda l’energia viene eliminato il meccanismo delle aste per gli utenti elettrici che non scelgono il loro fornitore alla scadenza del regime di maggior tutela fissata il 1 luglio 2019, riportando la norma a quella uscita in prima lettura dalla Camera che affida all’Autorità la disciplina delle “misure volte a garantire la fornitura del servizio universale”. In tema di assicurazioni si reintroduce il meccanismo del tacito rinnovo delle polizze in scadenza (l’Ania ha tenuto a puntualizzare che questo non riguarderà l’Rc auto ma i rami danni diversi dall’auto: polizze non obbligatorie, come quelle sulla casa e sulla salute). Marcia indietro poi sulla norma sul telemarketing inserita in Senato che imponeva paletti alle chiamate degli operatori dei call center. Approvata anche una disposizione sulle società odontoiatriche nelle cui strutture, dotate di un direttore sanitario iscritto all’albo, potranno effettuare prestazioni solo soggetti in possesso dei titoli abilitanti. Via libera infine alla proposta M5S dove si precisa che in caso di dismissione degli impianti di distribuzione dei carburanti se dovesse essere accertata la contaminazione del sito si procede alla bonifica “in ogni caso”. Molti i settori toccati dal provvedimento: dalle assicurazioni e l’Rc auto all’energia, dalle banche alle Poste, dai professionisti alle farmacie, dal turismo ai servizi di trasporto. Tra le novità in arrivo sull’Rc auto ci sono sconti per gli automobilisti che installano la scatola nera e per quelli ‘virtuosi’ che non causano incidenti da quattro anni e vivono nelle province con i più alti tassi di incidenti dove i premi sono mediamente più cari, come al Mezzogiorno.

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Per il settore sono state introdotte anche misure anti-frode. Debutta la possibilità per le società di capitale di controllare le farmacie ma dovranno rispettare un tetto del 20% su base regionale. Nessuna novità, invece, sui farmaci di Fascia C che continuano a essere venduti solo in farmacia. Per quanto riguarda il turismo, arriva la cosiddetta ‘norma Booking’ che dà agli albergatori la possibilità di praticare alla clientela finale prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli offerti da intermediari anche online, come ad esempio Booking.com. Entro un anno dall’entrata in vigore del ddl il governo è delegato ad adottare un decreto legislativo per la revisione della disciplina in materia di autoservizi pubblici non di linea, come Uber e Ncc. Gli altri settori toccati dal provvedimento vanno dalla telefonia ai fondi pensione, dalle banche ai professionisti, dalla circolazione internazionale di beni culturali alla modifica delle soglie per la comunicazione sulle concentrazioni all`Antitrust fino a novità su arte, libri e cantanti. Sarà possibile pagare l’ingresso ai musei o a eventi culturali anche tramite telefonino. Aumenta il numero dei notai, che sale a uno ogni 5mila abitanti (oggi sono uno ogni 7mila abitanti). E ancora, i cantanti vengono parificati agli attori sui compensi per diritto d’autore. Saltano, invece, i vincoli alla riproduzione dei beni bibliografici e quindi anche ale fotocopie dei libri. Mentre a partire dal 10 giugno 2017, Poste italiane non avrà più l’esclusiva sulle notifiche di atti giudiziari e multe.

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