Depressione per il 6% degli adulti, percentuale sale nei più vulnerabili

Depressione per il 6% degli adulti, percentuale sale nei più vulnerabili
12 ottobre 2023

Dai dati delle sorveglianze PASSI e PASSI d`Argento (PdA) coordinate dall`Istituto Superiore di Sanità (ISS) e raccolti nel biennio 2021-2022, emerge che circa il 6% della popolazione adulta riferisce sintomi depressivi che però sono più frequenti all`aumentare dell`età e tra chi vive in condizioni socio-economiche svantaggiate. Tra gli anziani la stima è del 9% ma arriva al 30% tra quelli con difficoltà economiche. È quanto evidenzia un`analisi condotta in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale (10 ottobre), opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere la consapevolezza riguardo alle questioni legate alla salute mentale in tutto il mondo.

PASSI e PdA raccolgono in continuo informazioni sulla popolazione adulta (18-69) e anziana (65+) circa molteplici aspetti come salute, qualità di vita e fattori di rischio comportamentali e attraverso interviste telefoniche indagano molteplici aspetti che riguardano anche i bisogni di cura e assistenza. In entrambe le popolazioni, avere sintomi depressivi è maggiormente frequente tra i gruppi più vulnerabili per condizioni di salute e tra chi riporta uno svantaggio socio-economico. Tra gli adulti, i sintomi depressivi arrivano all`8% fra le donne, all`11% tra le persone che hanno un basso livello di istruzione, al 17% tra chi riporta difficoltà economiche e al 9% tra chi vive una condizione precaria in ambito lavorativo.

 

Più depressi in tempo di Covid

 

Tra le persone affette da patologia cronica la stima raggiunge il 12%. Tra gli over 65enni i sintomi depressivi raggiungono il 14% dopo gli 85 anni e il 19% tra chi riferisce due o più patologie croniche. Una discreta quota di persone con sintomi depressivi non chiede aiuto: 28% tra gli adulti e 38% tra gli anziani, e chi lo fa si rivolge soprattutto ai propri familiari o amici. È cruciale abbattere lo stigma che circonda la depressione e altre malattie mentali. La consapevolezza pubblica e l’istruzione sono fondamentali per far sì che le persone capiscano che la depressione è una malattia reale, non una debolezza o una mancanza di volontà. È essenziale creare un ambiente in cui le persone si sentano sicure e confortevoli nel chiedere aiuto, sia esso ai familiari, agli amici o ai professionisti della salute mentale. La pandemia di COVID-19 ha segnato mediamente un aumento della quota di adulti con sintomi depressivi, in particolare nel corso del 2020 nelle Regioni del Nord; alla fine del 2020 e nel corso del 2021 ci sono stati segnali di ripresa che continuano nel 2022 durante il quale si sono registrati, in alcune realtà regionali, valori pre-pandemia. 

 

La salute percepita

 

Per quanto riguarda invece la popolazione aziana, la stima è rimasta sostanzialmente stabile nei tre anni precedenti la pandemia ma emerge una riduzione significativa durante il periodo pandemico. Il dato rimane stabile nel 2022. Questa riduzione si osserva in diversi sottogruppi della popolazione, anche in quelli a maggior prevalenza di sintomi depressivi. La salute mentale rimane una componente fondamentale per la salute delle persone e per realizzarsi pienamente come persona e poter contribuire alla vita della comunità. La salute percepita risulta infatti fortemente associata alla presenza di sintomi depressivi: fra le persone anziane con sintomi depressivi il 40% riferisce la propria salute vada male o molto male, contro il 5% di chi non li ha. Nella popolazione adulta, che mediamente riferisce un miglior stato di salute, la differenza rimane ugualmente molto significativa: chi ha sintomi depressivi riferisce nel 24% dei casi un cattivo stato di salute, mentre questa percentuale si riduce a circa il 2% fra chi non li ha.

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