Effetto Brexit, Scozia chiede referendum per restare in Ue. Johnson: non se ne parla

Effetto Brexit, Scozia chiede referendum per restare in Ue. Johnson: non se ne parla
19 dicembre 2019

Come previsto, Nicola Sturgeon parte all’attacco e chiede a Londra un nuovo referendum sull’indipendenza della Scozia. Obbiettivo, restare nell’Unione Europea. La prima ministra di Edimburgo si fa forte del risultato del suo Partito Nazionalista Scozzese che alle politiche del 12 dicembre ha vinto 47 dei 59 seggi disponibili nella regione. Sturgeon ha presentato un “dossier costituzionale e democratico” di 39 pagine, pubblicato anche sul sito ufficiale del governo scozzese, con i punti principali del suo progetto: “La Scozia ha detto chiaramente che non vuole un governo guidato da Boris Johnson che ci porti fuori dall’Europa su una strada che non abbiamo scelto. Eppure è il futuro che ci aspetta se non potremo considerare l’alternativa dell’indipendenza”.

Ma il premier Boris Johnson, con una salda maggioranza a Westminster, ha già dichiarato che un nuovo referendum non è pensabile, che una scelta del genere si fa solo una volta in una generazione. Ma Sturgeon contesta: le condizioni sono cambiate: “Ci si prospetta un futuro molto diverso da quello che aveva la Scozia quando votò no all’indipendenza nel 2014”. Il documento presentato da Sturgeon delinea la legislazione necessaria per un referendum e i motivi per cui Londra dovrebbe dire di sì. Ma di fronte al “no” di Johnson cosa farà la prima ministra? “E’ una domanda che mi fate spesso – osserva. “Come ho sempre detto, considererò tutte le opzioni per garantire il diritto della Scozia all’autodeterminazione. Nell’anno nuovo chiederò al Parlamento scozzese di approvare il documento che vi presentiamo, e lavoreremo per consolidare il supporto al diritto della Scozia di scegliere”. Sturgeon promette strumenti di lotta “ragionevoli e ponderati”. Di sicuro, chiederà il sostegno dell’Europa Unita.

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La replica indipendentista al primo ministro, durante il dibattito sul Queen’s Speech, invece, e’ stata affidata dal capogruppo a Westminster dell’Snp, Ian Blackford, il quale ha inneggiato apertamente all’obiettivo “una Scozia indipendente dentro l’Unione Europea”. Blackford ha difeso la richiesta di un referendum bis – formalizzata oggi stesso in una lettera della first minister scozzese Sturgeon a Johnson – come “un diritto democratico”. Il capogruppo ha attaccato il governo Tory, sostenendo che in Scozia la Brexit non ha vinto, Johnson non ha vinto e i conservatori hanno dimezzato i loro seggi. “Non smetteremo di lottare contro questo governo”, ha proseguito, sostenendo che il Queen’s Speech di oggi “non contiene nulla per la Scozia” e protestando per il fatto che Johnson stesse guardando il telefonino mentre lui parlava. La controreplica e’ arrivata da un giovane deputato Tory, secondo cui l’Snp non ha in realta’ “alcun mandato per un secondo referendum” visto che il 55% degli elettori scozzesi il 12 dicembre ha votato per partiti contrari alla secessione.

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