European Fiscal Board bacchetta l’Ue: “Analisi più caute, vogliamo essere coinvolti”

European Fiscal Board bacchetta l’Ue: “Analisi più caute, vogliamo essere coinvolti”
12 dicembre 2016

Si presenta definendo “sorprendente”, quindi con un chiaro accenno di critica, la proposta della Commissione europea, di cui formalmente è consulente indipendente, di stabilire una linea di bilancio dell’area euro espansiva per l’equivalente dello 0,5 per cento del Pil aggregato. “Abbiamo rilevato che servirebbero analisi più caute. E ci piacerebbe essere coinvolti”, ha affermato Niels Thygesen, economista danese e presidente del neo nato European Fiscal Board. Il Fiscal Board è un nuovo e ancora poco noto ente europeo di consulenza sulle politiche di bilancio, inizialmente voluto dagli alfieri dell’austerità, in quanto convinti che la Commissione europea abbia una posizione troppo “flessibile” e troppo incline al compromesso nei giudizi sui conti pubblici degli Stati membri e sul rispetto delle regole del Patto di Stabilità.

“A tarda primavera – ha detto Thygesen in una intervista a Euractiv – saremo molto impegnati in quello che ritengo essere l’essenza del nostro mandato: valutare se le regole siano applicate in maniera equa tra paesi nel corso del tempo”. Quanto alla sovra citata proposta della Commissione sulla linea di bilancio, “merita maggiori discussioni e analisi. Approviamo l’idea ma esitiamo di fronte al numero che è stato indicato”. Questo ente ha poche settimane di vita. E’ stato allestito nella seconda metà di ottobre e, secondo quanto riferisce lo stesso presidente, finora si è riunito solo due volte, nel corso di novembre. Oltre al presidente ne fanno parte altri quattro esperti, tra cui Massimo Bordignon, professore di economia alla Cattolica di Milano. Prudente e non molto definita, infine, la riposta di Thygesen alla domanda su quando terrà una audizione al Parlamento europeo. “Ci hanno scritto subito dopo che siamo stati nominati, ma non eravamo pronti per una audizione al Comitato affari economici e monetari. Si potrebbe fare per teleconferenza. Sono consapevole che questo canale va sviluppato. Non è stata stabilita una data. Dipende anche dall’agenda parlamentare. E abbiamo altre richieste anche da altre istituzioni. Cerchiamo di essere aperti quanto più possibile. Vogliamo diffondere il nostro messaggio, ma prima di poterlo fare con certezza – ha concluso – ci serve avere un po’ di più di un pezzo di messaggio”.

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