Renzi chiede in anticipo il congresso, Speranza attacca: “Dica se ci vuole”. E il Pd scoppia

Renzi chiede in anticipo il congresso, Speranza attacca: “Dica se ci vuole”. E il Pd scoppia
12 dicembre 2016

Convocare in anticipo il congresso del Pd per affrontare i “nodi” del partito e guardare alle elezioni che saranno “imminenti”. E’ la proposta che il segretario Matteo Renzi ha fatto alla direzione del partito, che si è riunita oggi al Nazareno in un clima teso tra maggioranza e minoranza interne. “Io – ha detto Renzi, tornato da Pontassieve per l’appuntamento – sono dell’idea che si rispettasse lo statuto e domenica l’assemblea decidesse se si fa il congresso. Io vorrei farlo ma deciderà l’assemblea”. Un congresso, ha spiegato, che dovrà avere come obiettivo le elezioni “imminenti” perché “è evidente che nei prossimi mesi andremo a un passaggio di elezioni politiche, non abbiamo paura mai del confronto con le persone”.

E al congresso il Pd “dovrà discutere di tutto, anche di come si sta insieme, anche della lealtà che reciprocamente si deve assicurare, anche delle scelte di politica economica e culturale, anche della selezione della classe dirigente”. Una risposta diretta, pur senza mai nominarla, alla minoranza interna, che oggi, con Roberto Speranza, ha usato parole molto dure. “Non si può ignorare quello che è accaduto il 4 dicembre, serve discontinuità. E invece vediamo ancora troppo arroganza, non ci porta lontano la sicurezza di chi crede di avere in tasca il 40%”, ha accusato Speranza, avvertendo che il Pd “deve riconoscere gli errori e cambiare rotta radicalmente” altrimenti “muore”. Dunque va bene il congresso ma “che ci faccia confrontare sul serio”, non essere una “resa dei conti, non il votificio della domenica mattina”. Prima però Renzi “deve dire con chiarezza se non c’è spazio nel Pd per chi ha votato no. Deve dirlo con chiarezza, senza nascondersi dietro agli insulti su Internet e le manifestazioni organizzate davanti al Nazareno”.

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A cercare di mediare è stato Gianni Cuperlo, esponente della sinistra del Pd, che però ha votato sì al referendum. “Anch’io – ha detto Cuperlo, rivolgendosi al vicesegretario Lorenzo Guerini – non ho paura del voto, ho paura del risultato, e vorrei che ci mettessimo in condizione di predisporci al momento del voto perché il risultato ci dia qualche motivo di conforto e soddisfazione. Il nostro dibattito – ha aggiunto – deve essere molto schietto ma nessuna resa dei conti: ci deve essere una discussione piena a partire dalla responsabilità di chi ha guidato questa stagione”. Da subito, è l’appello di Cuperlo, nel Pd devono essere abbassati i toni: “Il clima che si sta determinando non è positivo e non aiuta nessuno di noi. Serve profondo rispetto reciproco o il partito è più debole”.

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