FI continua a perdere pezzi: addio deputate Baroni e Versace

FI continua a perdere pezzi: addio deputate Baroni e Versace
L'ex premier, Silvio Berlusconi
25 luglio 2022

Dopo gli addii illustri dei ministri Gelmini e Brunetta e quello del senatore Cangini, Forza Italia perde altri pezzi. A lasciare il partito sono infatti le deputate Annalisa Baroni e Giuseppina Versace. “La posizione politica assunta dal partito in piena crisi di governo è stata sconcertante. Mai mi sarei aspettata che Forza Italia scippasse a Conte e ai 5 Stelle la responsabilità di far cadere l’esecutivo guidato da Draghi, condannando il Paese all’instabilità e mettendo a rischio importanti provvedimenti a favore di famiglie e ceti produttivi. Non mi riconosco più in questa Forza Italia, che ormai da tempo insegue Salvini e il suo populismo”, ha spiegato Baroni in una nota.

Molto simili le considerazioni di Versace. “Era nostro dovere garantire stabilità al Paese e continuità a questo governo che ben stava lavorando, portando al termine naturale la legislatura, fra qualche mese, con altruismo e coerenza”, ha sottolineato. “Mai avrei immaginato – ha aggiunto – di terminare questa legislatura con tale amarezza e delusione, sentimenti che oggi mi portano a lasciare il gruppo ed a dimettermi dagli incarichi che mi sono stati affidati ringraziando per la fiducia che mi è stata riposta”. In queste ore, arriva un invito da Antonio Tajani a Renato Brunetta e a Mariastella Gelmini a tornare a casa. Gli insulti a Renato Brunetta “io personalmente non li ho sentiti. Il problema qui non sono gli insulti ma la coerenza politica – ha detto il coordinatore nazionale di Forza Italia -. Anche io in trent’anni di militanza politica ho subito torti, se me ne fossi andato avrei rinnegato la mia storia. Ma io ho dedicato la vita a combattere nei valori nei quali credo. Non potrei mai passare nel campo avverso. Magari rinuncio a tutto quello che ho”. 

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“Siamo sempre stati coerenti con il nostro Fondatore Berlusconi e con i valori con cui è nata Forza Italia – ha proseguito Tajani riferendosi alla ministra Mariastella Gelmini – Se non si è d’accordo con il proprio partito, non si passa con il campo avverso. Dovrebbero dire: ‘Rinuncio a tutto, perché ho avuto dal mio partito tanto’. Se non fossi d’accordo con il mio partito me ne andrei, tornerei a casa. Tornerei a fare il giornalista o il nonno,. Ma passare da ministri di Forza Italia a fare i piccoli comprimari del pd assieme all’estrema sinistra…”. Riguardo le accuse di aver “male informato” il presidente Berlusconi sulle vicende che hanno portato alla caduta del governo, Tajani ha replicato: “Non rispondo a una calunnia. Ricordo che il capodelegazione di -Forza Italia al governo non ero io, era Mariastella Gelmini. Il compito di mantenere il rapporto tra il presidente del Consiglio e il leader del partito toccava a lei”.

Intanto, Mariastella Gelmini torna a ribadire che la decisione di uscire da Forza Italia “non può essere derubricato a ragioni personali”. Perché “la scelta di far cadere il governo Draghi è una scelta che volta le spalle agli italiani”. Per il ministro per gli Affari regionali, “quello che è avvenuto in Forza Italia non può essere derubricato a ragioni personali – ha detto Gelmini -. Mi pare che la scelta di far cadere il governo Draghi nel momento più difficile per il Paese” nel momento in cui tutti conoscevano le “tante emergenze che si stavano affrontando”, è una scelta “che volta le spalle agli italiani e rispetto alla quale purtroppo la deriva sovranista e populista di Salvini ha avuto la meglio, ma non è quello che serve al Paese. Rispetto a queste scelte io prendo le distanze”.

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