Grandi opere, Lupi verso dimissioni dopo informativa alla Camera

Grandi opere, Lupi verso dimissioni dopo informativa alla Camera
19 marzo 2015

di Giuseppe Novelli

Maurizio Lupi avrebbe ormai deciso: non ci sono più le condizioni per restare ministro delle Infrastrutture. Pur convinto delle sue ragioni, l’esponente dell’Ncd, a quanto raccontano diverse fonti parlamentari, avrebbe ormai preso atto della posizione di Matteo Renzi e del Pd. Ulteriormente decisivo l’incontro di questa mattina a palazzo Chigi: chi in queste ore ha contatti col ministro, racconta che mentre “ieri sera era molto determinato ad affrontare le Camere”, oggi – dopo il vertice col premier – “sembra voglia valutarne l’opportunità”. Ma che Lupi, “uomo di Parlamento” sottolinea un suo collega di partito, possa rinunciare all’ultima difesa in Aula sembra difficile. In ogni caso, il ‘se’ dimettersi non pare più in discussione. Resta da decidere il ‘quando’. Quello che appare ormai certo è che non si arriverà a votare la mozione di sfiducia individuale messa in calendario per martedì. Già ieri dal Pd spiegavano che “è impossibile per noi votare una mozione dell’opposizione”, ma certo il lasso di tempo che i regolamenti hanno fissato tra la presentazione della mozione di sfiducia e la sua votazione (non meno di tre giorni) è quello necessario a a far comprendere la sfiducia di fatto anche da parte della maggioranza. Da qui la richiesta del Pd di fissare l’informativa domani alle 11: al termine della quale i Dem espliciterebbero i loro dubbi sull’opportunità che Lupi resti al suo posto. Concetto che il ministro Maria Elena Boschi affaccia così: “I gruppi potranno decidere in autonomia”. Tradotto: da parte del governo non verrà nessuna richiesta di difendere il ministro. Un percorso ormai chiaro anche a Lupi. E anche all’Ncd, che ad esempio con Renato Schifani – interpellato su una possibile rottura nella maggioranza a causa delle dimissioni del ministro – dice: “Prima di parlare di rottura vediamo come evolve la situazione, ma ricordo che da parte nostra ci siamo attenuti sempre ad uno spirito di lealtà e collaborazione in tutti i passaggi politici, anche i più delicati, così come va detto che è stato sempre leale Renzi”.

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LE ORE DIFFICILI DEL MINISTRO La decisione di fare un passo indietro, raccontano, starebbe maturando anche alla luce dell’incontro di questa mattina, a palazzo Chigi, con Matteo Renzi (in partenza per Bruxelles), alla presenza di Angelino Alfano che ieri avrebbe suggerito al ministro di fare un passo indietro. Domani mattina alle 11, Lupi terrà un’informativa urgente alla Camera e chissà se già in quell’occasione l’esponente Ncd comunicherà l’intenzione di farsi da parte. Il ministro, dunque, si starebbe convincendo della necessità di non affrontare il voto dell’Aula per le mozioni di sfiducia individuale presentate da M5S e Sel a Montecitorio. A chi in queste ore gli ha espresso solidarietà, invitandolo a resistere, Lupi avrebbe risposto: “Non dipende da me”.

LA POSIZIONE DEL GOVERNO Renzi non ha intenzione di difendere il ministro in Aula: “La scelta sta a lui: o se ne va da solo oppure il governo non si schiera e si rimette all’aula”, avrebbe detto il premier ai suoi fedelissimi confernando l’intenzione di non intervenire direttamente sulla questione. Il governo non darà indicazioni di voto. Sulla questione arriva anche la dichiarazione del ministro Per le riforme, Maria Elena Boschi: “Il governo ha mostrato ampia disponibilità a fare chiarezza sulla posizione di Lupi”. Il ministro spiegherà domani al Parlamento. A quel punto i gruppi avranno tutti gli strumenti per discutere al loro interno e per farsi un’idea di ciò che è avvenuto. “Quindi, potranno decidere in autonomia” ha concluso Boschi.

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