Decreto Sicurezza diventa legge: alta tensione in Senato tra proteste e accuse. Quattordici nuovi reati

senatojpg

Senato

Il Senato ha approvato in via definitiva il decreto legge Sicurezza, trasformandolo in legge dello Stato con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un’astensione. Il provvedimento, bandiera del centrodestra, ha ottenuto la fiducia anche alla Camera la scorsa settimana e non ha subito modifiche rispetto al testo licenziato dal Consiglio dei ministri.

Un clima incandescente in Aula

La votazione conclusiva si è svolta in un clima di forte tensione. I senatori delle opposizioni (Pd, M5S e Avs) hanno inscenato un sit-in sedendosi a gambe incrociate al centro dell’emiciclo, voltando le spalle ai banchi del governo e urlando “Vergogna, vergogna”. La situazione è degenerata quando il presidente della commissione Affari costituzionali, Alberto Balboni, ha attaccato le minoranze su temi sensibili come le occupazioni abusive, le detenute madri e il caso Cospito, provocando la reazione di alcuni parlamentari e sfiorando la rissa.

I contenuti del decreto

Il decreto Sicurezza interviene su numerosi fronti con l’introduzione di nuovi reati e altrettante aggravanti, riscrivendo diversi articoli del codice penale e di procedura penale. Tra le principali novità:

  • Nuovi reati e aggravanti: vengono introdotti reati come la resistenza passiva (ribattezzata “anti-Gandhi” dalle opposizioni), il blocco stradale o ferroviario attuato con il proprio corpo, e aggravanti per reati commessi vicino a stazioni ferroviarie o metropolitane.
  • Sicurezza urbana e sgomberi: procedure accelerate per lo sgombero di immobili occupati abusivamente e l’estensione del Daspo urbano.
  • Tutela delle forze dell’ordine: aumento delle pene per lesioni, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, dotazione di bodycam e sostegno economico per le spese legali degli agenti coinvolti in procedimenti giudiziari.
  • Norme anti-protesta: inasprimento delle pene per chi partecipa a rivolte in carcere o nei centri per migranti e per chi blocca strade o ferrovie durante le manifestazioni.
  • Potenziamento dei servizi segreti: ampliamento della non punibilità per gli agenti dell’intelligence in determinate operazioni, punto che ha suscitato forti critiche da parte delle opposizioni e di alcune associazioni di familiari delle vittime del terrorismo.

Le reazioni: maggioranza soddisfatta, opposizioni sul piede di guerra

Il governo e la maggioranza hanno salutato l’approvazione come un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini e delle forze dell’ordine. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato su X che il decreto “rafforza la tutela dei cittadini, delle fasce più vulnerabili e dei nostri uomini e donne in divisa” e interviene “contro le occupazioni abusive e le truffe agli anziani”.

Il vicepremier Matteo Salvini ha definito la giornata “bella” e ha promesso ulteriori assunzioni e poteri per le forze dell’ordine. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha escluso un impatto significativo sul sistema carcerario, sostenendo che gli aumenti di pena sono contenuti e mirati.

Le opposizioni, invece, hanno denunciato il provvedimento come una misura repressiva e propagandistica. La segretaria Pd Elly Schlein ha dichiarato che il decreto “non è più sicurezza, è più repressione”, mentre Matteo Renzi (Iv) ha criticato il metodo, accusando il governo di aver travasato norme da un ddl a un dl senza ascoltare il Parlamento e di aver dato ai servizi segreti poteri senza precedenti nella storia repubblicana.

Le critiche della società civile e dei giuristi

Il decreto ha sollevato forti perplessità anche fuori dal Parlamento. Oltre 250 giuristi hanno firmato un appello per segnalare presunti profili di incostituzionalità, in particolare sulle norme che incidono sulla libertà di manifestazione, il diritto al dissenso e l’equilibrio tra i poteri dello Stato. L’Unione delle Camere penali, l’ANM e diverse associazioni della società civile hanno già manifestato contro quello che definiscono “un attacco allo stato di diritto”.

Il decreto Sicurezza, ora legge dello Stato, rappresenta una delle misure più controverse della legislatura. Se da una parte il governo rivendica l’efficacia delle nuove norme per la tutela della sicurezza pubblica, dall’altra opposizioni e società civile denunciano un pericoloso arretramento sui diritti civili e democratici, con il rischio di restringere gli spazi di dissenso e partecipazione pubblica.