La Bce affossa il Monte dei Paschi di Siena, respinta richiesta proroga per aumento capitale

La Bce affossa il Monte dei Paschi di Siena, respinta richiesta proroga per aumento capitale
9 dicembre 2016

La Vigilanza della Bce avrebbe respinto la richiesta del cda di Mps di prorogare al 20 gennaio i termini per completare l’aumento di capitale fino a 5 miliardi di euro, rispetto alla scadenza fissata al 31 dicembre. Lo riferiscono fonti finanziarie. Con il no di Francoforte a dare più tempo per una soluzione tutta privata diventa impraticabile la soluzione di mercato per il salvataggio di Mps, si apre così la strada a una ricapitalizzazione pubblica per il Monte. “Non ci sono i tempi né gli investitori”, spiega una fonte finanziaria. La Bce aveva concordato con Mps di chiudere il piano di rafforzamento entro fine anno. Per mettere in sicurezza il Monte servirà dunque l’intervento dello Stato. Intanto, prosegue a intermittenza la seduta per il titolo Monte Paschi, giunto alla terza sospensione dopo la notizia che la Bce ha detto no alla richiesta di proroga del termine per la ricapitalizzazione. Alla ripresa delle contrattazioni il titolo segna ora un -11,4% a a 19,30 euro.

“Se confermata la notizia per cui la Bce avrebbe negato la possibilità di tempi più lunghi per la ricapitalizzazione di Mps, si determina in conseguenza la necessità di provvedimenti straordinari di Governo finalizzati a salvaguardare la stabilità del sistema”, fa sapere il presidente della commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi. “Si impone tuttavia, ancor più nelle condizioni politiche attuali, una consultazione di tutte le forze politiche per garantire un largo consenso alle decisioni da assumere. Ed ognuno si prenderà le sue responsabilità”, conclude. La Fabi sul piede di guerra: “Se dovesse essere confermata la decisione della Bce di non concedere a Mps la proroga per l’aumento di capitale, saremmo davanti a una presa di posizione irresponsabile, folle, arrogante, ai limiti della provocazione”, afferma Lando Maria Sileoni, segretario generale del principale sindacato dei lavoratori bancari. “Sono in ballo i destini di 26mila dipendenti e delle loro famiglie e di oltre 5 milioni di clienti. A questo punto – prosegue – diventa indispensabile che venga nominato subito un nuovo Governo e che soprattutto rimanga ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, l’unico che potrebbe gestire una situazione così complessa e difficile e che potrebbe, insieme all’amministratore delegato di Mps Marco Morelli, riuscire entro la fine dell’anno a raccogliere investitori per ricapitalizzare il gruppo con 5 miliardi”. “Di fronte all’ennesimo atteggiamento di chiusura da parte della Bce, sarebbe auspicabile – conclude Sileoni – che le forze politiche italiane facessero fronte comune perché se cade il gruppo Mps non andrà in crisi solo il settore bancario italiano, ma l’intera economia del nostro Paese”.

Leggi anche:
Tesla: utile primo trimestre -55%, ricavi -9%

 

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti