Il latte avrà l’etichetta d’origine, firmato il decreto. Martina: “Tappa storica per i produttori”

Il latte avrà l’etichetta d’origine, firmato il decreto. Martina: “Tappa storica per i produttori”
31 maggio 2016

di Giuseppe Novelli

“Con oggi ufficializziamo che l’Italia porta in etichetta l’origine del latte e dei suoi derivati. È una tappa storica per il mondo dei produttori e degli allevatori ed è necessario per garantire sempre di più e sempre meglio i nostri allevatori in questo momento molto difficile per la crisi del latte che sta vivendo tutta l’Europa”. Lo ha detto il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, che, in merito al problema della contraffazione e del falso made in Italy, ha aggiunto: “Dovremo chiedere fuori dal contesto europeo degli accordi, bisogna alzare l’asticella ed è quello che stiamo facendo”. Il decreto interministariale sull’origine del latte in etichetta “è già stato firmato, non è una promessa ed è già stato inviato ieri a Bruxelles”, ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Un risultato storico per allevatori e consumatori che nella metà dei casi sono disposti a pagare il vero Made in Italy alimentare fino al 20% in piu` ma c`è addirittura un 12% che è pronto a spendere ancora di piu` pur di avere la garanzia dell`origine nazionale. E` quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare il via libera all`obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte e dei derivati come formaggi o yogurt.

“Un risultato che risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani che secondo la consultazione pubblica online del Ministero dell`agricoltura in più di 9 casi su 10 – sottolinea Moncalvo – considerano molto importante che l`etichetta riporti il Paese d`origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo è per il latte a lunga conservazione. Un risultato che – continua Moncalvo – arriva a undici anni esatti dall`introduzione dell`obbligo di indicare l`origine per il latte fresco fortemente voluto dalla Coldiretti anche per sostenere i consumi di un alimento fondamentale nella dieta degli italiani. Con l`etichettatura di origine – precisa Moncalvo – si dice finalmente basta all`inganno del falso Made in Italy che riguarda tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta”.

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1,7 milioni di mucche da latte presenti in Italia possono ora mettere la firma sulla propria produzione di latte, formaggi e yogurt che – sottolinea la Coldiretti – è garantita a livelli di sicurezza e qualità superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d`Europa, ma anche ai primati conquistati a livello comunitario con la leadership europea con 49 formaggi a denominazione di origine realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione. Ad essere tutelati sono anche i consumatori italiani che hanno acquistato nel 2015 – secondo una analisi della Coldiretti – una media di 48 chili di latte alimentare a persona mentre si posizionano al settimo posto su scala mondiale per i formaggi con 20,7 chilogrammi per persona all`anno dietro ai francesi con 25,9 chilogrammi a testa, ma anche da islandesi, finlandesi, tedeschi, estoni e svizzeri. L`obbligo di indicare l`origine in etichetta – continua la Coldiretti – salva dall`omologazione l`identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale e tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversità delle razza bovine allevate a livello nazionale Ad essere tutelati – conclude la Coldiretti – sono 120mila posti di lavoro nell`attività di allevamento da latte che generano lungo la filiera un fatturato di 28 miliardi che è la voce più importante dell`agroalimentare italiano dal punto di vista economico, ma anche da quello dell`immagine del Made in Italy. La scelta di trasparenza fatta in Italia è importante per essere piu` forti anche nella lotta all`agropirateria internazionale sui mercati esteri dove i formaggi Made in Italy hanno fatturato ben 2,3 miliardi (+5%) nel 2015.

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LE NOVITÀ DEL DECRETO
Il decreto in particolare prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l’origine della materia prima in etichetta con le seguenti diciture:
a) “Paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte”;
b) “Paese di confezionamento: nome del paese in cui il prodotto è stato confezionato”
c) “Paese di trasformazione: nome del paese nel quale è stato trasformato il latte”;
Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato, nello stesso paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo di una sola dicitura: ad esempio “ORIGINE DEL LATTE: ITALIA”.
In ogni caso sarà obbligatorio indicare espressamente il paese di mungitura del latte.
Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più paesi, diversi dall’Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture:
origine del latte: Paesi UE
origine del latte: Paesi NON UE
origine del latte: Paesi UE E NON UE.
Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato.

LE PRINCIPALI AZIONI DEL MIPAAF A SOSTEGNO DEL SETTORE LATTIERO CASEARIO Il piano del Ministero a sostegno del settore lattiero caseario ha previsto investimenti da 120 milioni di euro, che hanno portato l’Italia ad essere tra i primi Paesi in Europa per entità dell’intervento.
Sono stati stanziati, infatti, 32 milioni per l’aumento della compensazione Iva al 10% per il latte venduto alla stalla ed è stato attivato il fondo latte per ristrutturare i debiti e potenziare la moratoria dei mutui bancari ottenuta con Abi. Altri 25 milioni di euro europei sono stati utilizzati per il sostegno diretto agli allevatori e 10 milioni sono investiti per l’acquisto di latte crudo da trasformare in Uht e destinare agli indigenti.  È in corso anche una campagna di comunicazione istituzionale per sostenere i consumi di latte fresco con testimonial come Cristina Parodi, Carlo Cracco, Demetrio Albertini e il Professor Giorgio Calabrese. Sul fronte europeo, infine, c’è l’impegno, insieme a Francia, Spagna e Germania, per costruire soluzioni a partire dal finanziamento Ue della riduzione volontaria dell’offerta e per una Ocm Latte.

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I NUMERI DEL SETTORE LATTIERO CASEARIO IN ITALIA FASE AGRICOLA 34mila allevatori
1,8 milioni di vacche da latte
11 milioni di tonnellate di latte vaccino prodotto di cui 50% circa trasformato in formaggi DOP.
4,8 miliardi di euro valore della produzione FASE INDUSTRIALE
3400 imprese
39mila occupati
14,5 miliardi di euro di fatturato

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