Legge elettorale, continua la discussione su quote rosa

10 marzo 2014

Decine di deputate sono arrivate nell’Aula di Montecitorio vestite di bianco per sottolineare la loro battaglia sulla parità di genere

Si riapre con le difficoltà con cui si era chiuso, il confronto alla Camera sulla legge elettorale, impantanato sulla questione delle quote rosa nella composizione delle liste elettorali. È slittata infatti la riunione del Comitato dei nove in commissione Affari Costituzionali i cui componenti si erano dati appuntamento alle 9.30 e che, invece, per la mancanza di un accordo, hanno deciso di aggiornare la riunione alle 10.50. Sarebbe stato il governo a chiedere un supplemento di istruttoria sul nodo della parità di genere che vede ancora Forza Italia non disponibile a trattare nemmeno sull’ipotesi di mediazione proposto per i capolista, con il 40% di donne e 60% di uomini. Il Pd, dal canto suo, sarebbe disponibile a una modifica della legge elettorale pro quote rosa, ma deve esserci l’accordo di tutti i sottoscrittori del patto sull’Italicum. La battaglia bipartisan delle donne a Montecitorio, però, va avanti e sarebbero orientate a mettere comunque in votazione, quindi senza ritirarlo, l’emendamento a prima firma Agostini e appoggiato da diverse deputate di vari schieramenti. Questo non sarebbe l’unico ostacolo, visto che ci sarebbero problemi anche sulla determinazione delle soglie di accesso. Di conseguenza slitta l’inizio dei lavori d’aula, previsto per le 11.

Forza Italia. A margine del Comitato dei nove della Commissione Affari costituzionali della Camera, il presidente e relatore dell’Italicum Francesco Paolo Sisto (Fi) fa capire che il suo parere sugli emendamenti sulla parità di genere accantonati in aula, non sarà positivo. E spiega: «Io credo, molto garbatamente e molto serenamente, che le leggi non si fanno sulle spinte motive ma sulle norme esistenti. C’è una sentenza della Corte costituzione, la n.422 del 1995, relatore Baldassarre, che dice le quote di genere vanno contro gli articoli 3, 49 e 51 della Costituzione. Forza Italia ha una posizione costituzionale, favorevole culturalmente a una qualsiasi forma di parità di genere ma non favorevole a norme che presentano problemi di costituzionalità evidenti».

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Bindi. La priorità di genere “è un principio non negoziabile e irrinunciabile . Se non c’è io mi riservo di non partecipare al voto”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera, Rosy Bindi. “Abbiamo accettato le larghe intese e strane maggioranze solo per cambiare la legge elettorale e il bicameralismo perfetto. Se non si fanno non ha senso la legislatura e men che meno, ha senso il governo”, ha spiegato. E sulla possibilità di un via libera da parte di Berlusconi in cambio del salva-Lega, Bindi ha definito la questione “impossibile, non scambiabile con niente. Prima si ragiona della parità – ha sottolineato – e poi si riprendono gli altri argomenti. Quel tema non può far parte di trattative e mi meraviglio che non sia stato inserito nell’accordo iniziale”.

In bianco. Decine e decine di deputate sono arrivate nell’Aula di Montecitorio stamani vestite di bianco per sottolineare la loro battaglia sulla parità di genere nel dibattito sulla legge elettorale. A lanciare l’idea Laura Ravetto di Forza Italia, che aveva invitato le colleghe a indossare qualcosa di bianco, simbolo della loro battaglia. A raccogliere l’invito deputate di diverse forze politiche: oltre alla stessa Ravetto, le ‘azzurrè Mara Carfagna e Gabriella Giammanco, ma in ‘whitè, tra le altre, anche Alessandra Moretti del Pd e Nunzia Di Girolamo di Ncd. Anche Rosy Bindi ha fatto il suo ingresso in Aula con un foulard bianco al collo. Le deputate 5 Stelle non hanno invece preso parte all’iniziativa, anzi. «Quote rosa come fumo negli occhi di una legge elettorale che si porcellizza e diventa incostituzionale ogni momento di più», ha scritto su fb la grillina Roberta Lombardi. (Il Tempo)

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