L’Europa si sveglia, proporremo al G20 trattato internazionale sulle pandemie

L’Europa si sveglia, proporremo al G20 trattato internazionale sulle pandemie
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel
20 novembre 2020

Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha annunciato oggi che intende proporre alla riunione in videoconferenza del G20, che si terrà durante il week-end, un “Trattato internazionale sulle pandemie”, per rispondere in maniera più rapida e coordinata a fenomeni come quello della diffusione del Covid-19; inoltre, Michel ha affermato che l’Ue perorerà un “level playing field” nel settore del commercio, per evitare importazioni in situazione di dumping da parte di economie che non hanno norme ambientali e climatiche equivalenti a quelle europee; e che sosterrà la necessità di un coordinamento con standard comuni per i “green bond” e la “finanza verde” a livello globale, sul modello della “tassonomia” (criteri di classificazione) che sta sviluppando l’Ue. Michel ha presentato le posizioni dell’Ue per il G20 durante una videoconferenza stampa congiunta con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. “Il vertice del G20 di domani riguarderà l’aspetto di un mondo post-Covid, di come vogliamo che sia. Discuteremo – ha riferito Michel – come rendere quel futuro più resiliente, più sostenibile e più inclusivo. E condividerò alcune idee concrete in queste tre aree. Innanzi tutto, riguardo alla resilienza, il Covid-19 è stato una sorpresa per molti di noi. Ma non è la prima pandemia globale e, purtroppo, non sarà l’ultima”.

Allora, per prepararsi alla ripetizione in futuro di questo tipo di situazioni, ci vorrebbe “un Trattato internazionale sulle”, ha osservato il presidente del Consiglio europeo. Questo nuovo trattato, ha spiegato, “potrebbe aiutare a prevenire future pandemie e aiutarci a rispondere più rapidamente e in modo più coordinato. Dovrebbe essere negoziato con tutte le nazioni, organizzazioni e agenzie dell’Onu, in particolare l’Oms, che deve rimanere la pietra angolare del coordinamento globale contro le emergenze sanitarie. Un trattato sulle pandemie potrebbe completare i suoi sforzi”. Le discussioni al G20 di questo fine settimana “si concentreranno anche su come costruire un futuro più sostenibile”, e anche durante la pandemia “la minaccia del cambiamento climatico non è meno urgente oggi di ieri”, ha osservato Michel passando a parlare degli obiettivi climatici dell’Ue e di come siano “collegati alle nostre politiche commerciali e finanziarie”. “In primo luogo – ha ricordato -, noi sosteniamo fermamente il commercio aperto e dobbiamo riformare il Wto (Organizzazione internazionale del Commercio, ndr) per rendere le nostre politiche commerciali internazionali più verdi. Stiamo lavorando per rendere il rispetto dell’accordo di Parigi” sul clima “una parte essenziale di tutti i futuri accordi commerciali globali. E, come sapete, abbiamo deciso di fare dell’Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050”.

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A questo punto, Michel ha annunciato: “Noi non accetteremo che merci scadenti competano ingiustamente con i prodotti europei e danneggino il Pianeta. Stiamo cercando di stabilire un ‘meccanismo di aggiustamento alle frontiere sul carbonio’ (un dazio compensativo alle importazioni, ovvero una ‘carbon tax’ alle frontiere, ndr), per evitare la rilocalizzazione delle emissioni di anidride carbonica. Questo meccanismo sarebbe ovviamente in linea con le regole del Wto. Il cambiamento climatico è una sfida globale. Dobbiamo quindi creare un ‘level playing field’ verde globale”. In secondo luogo, ha proseguito Michel, “la transizione verde è un’enorme opportunità per far avanzare le nostre economie, e per far sì che ciò accada abbiamo bisogno di investimenti massicci. E il settore privato sarà fondamentale per questi investimenti. Ma – ha rilevato – non ci sono standard globali per i cosiddetti ‘green bond’ (obbligazioni verdi, ndr). Questo, a mio avviso, è un anello mancante ed è un’area in cui possiamo fare progressi. Dobbiamo sviluppare ) ha quindi annunciato – standard comuni per questi ‘green bond’ che mobilitano il risparmio per gli investimenti verdi. L’Unione europea ha iniziato a lavorare su questo” con la cosiddetta “tassonomia”, che prescrive a quali condizioni un investimento può definirsi sostenibile dal punto di vista ambientale. “Crediamo – ha affermato il presidente del Consiglio europeo, che il G20 dovrebbe affrontare con urgenza la questione globale della finanza verde”.

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Infine, bisogna chiedersi “come rendere più inclusivo il nostro mondo” dopo che la pandemia ha colpito duramente i più fragili. Una prima buona risposta è già venuta dai ministri delle finanze del G20: la moratoria sul debito che hanno adottato nei confronti dei paesi più poveri “è un buon passo nella giusta direzione e potrebbe dover essere estesa oltre la metà del 2021”, ha detto Michel. “Ma secondo noi non è abbastanza. Siamo convinti – ha sottolineato – che sia necessaria una riduzione ancora maggiore del debito: tutti i creditori devono fare la loro parte, e nessun paese deve essere percepito come un ‘free rider’. Multilateralismo significa che tutti devono essere a bordo. Abbiamo bisogno – ha concluso il presidente del Consiglio europeo – di un nuovo modello di finanziamento sostenibile per lo sviluppo, in particolare in Africa, per spezzare il ciclo del sovra indebitamento”.

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