M5S avverte morosi: saldare entro 31 o intervento probiviri. Fioramonti attacca

M5S avverte morosi: saldare entro 31 o intervento probiviri. Fioramonti attacca
Lorenzo Fioramonti
29 dicembre 2019

Dopo l’appello nominale in diretta video su Facebook fatto da Gianluigi Paragone, per i ‘morosi’ pentastellati arriva anche un avvertimento sul Blog delle stelle. In un post a firma M5S, dal titolo ‘Gli impegni nel MoVimento 5 Stelle si mantengono’, viene ribadito che dal mese di novembre tutti i parlamentari “in ritardo con le rendicontazioni e le relative restituzioni sono stati raggiunti da mail, su richiesta dei Probiviri, per ricordare loro gli impegni assunti, all’atto della candidatura con il MoVimento 5 Stelle”. Chi ha ricevuto il ‘sollecito’, è l’indicazione, è invitato “a ottemperare agli impegni giuridici e morali assunti entro e non oltre il 31 dicembre 2019”. Oltre all’obbligazione giuridica, viene sottolineata la natura etica dell’impegno assunto “nei confronti di tutti i cittadini italiani e, in particolare, degli elettori del MoVimento 5 Stelle.

“Il mancato tempestivo riscontro a questo invito – è poi l’ultimo avviso messo nero su bianco – integra una grave violazione disciplinare per la quale i Probiviri si attiveranno senza indugio”. A far tornare agli onori della cronaca i mancati rimborsi dei portavoce pentastellati, le accuse rivolte dallo stato maggiore a Lorenzo Fioramonti, ‘colpevole’ di non aver rendicontato per tutto il 2019. L’ex ministro dell’Istruzione sceglie di “replicare alle fake news”. “In tanti, abbiamo contestato il metodo farraginoso e poco trasparente con cui si gestiscono le nostre restituzioni”, ribadisce. Il ricercatore romano racconta le lamentele arrivate “in molteplici riunioni di gruppo, perché è giusto che i panni sporchi si lavino in famiglia” e ricorda anche le critiche fatte anche pubblicamente.

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“Qualcuno potrebbe chiedersi: ma avete accettato tutto questo quando vi siete candidati? La risposta è no, perché il metodo è stato scelto (o meglio imposto) dopo le elezioni, andando palesemente contro quanto annunciato ai candidati in campagna elettorale. Per fortuna, nell’epoca di WhatsApp, tutto rimane scritto – avverte – compreso il risentimento dei parlamentari (molti dei quali non avrebbero il coraggio di sostenerlo in pubblico) e l’imbarazzo dei gruppi dirigenti per un sistema gestito da una società, il cui ruolo rimane a tutti poco chiaro”, attacca. Quanto alle mancate rendicontazioni del 2019, ripete, “ho continuato a farle sul conto del Bilancio dello Stato e poi ho deciso di devolvere gli ultimi mesi (per un totale di meno di 20 mila euro, e non di 70 mila come riportato dai giornali) al Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, centro pubblico di ricerca in procinto di attivazione a Taranto”.

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