M5S di lotta e di governo chiede pari dignità. E notizie sul Def

M5S di lotta e di governo chiede pari dignità. E notizie sul Def
Giuseppe Conte
31 marzo 2022

Di lotta e di governo: è il profilo che Giuseppe Conte pare deciso a ridefinire in questa fase per il suo Movimento 5 stelle, dopo la riconferma come leader nel voto on line degli iscritti. Quella odierna è un’altra giornata di astiose punzecchiature con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Giornata segnata peraltro da un incontro al Quirinale con il presidente Mattarella, replica a distanza al colloquio chiesto due giorni fa dal premier proprio dopo un faccia a faccia non troppo disteso con lo stesso Conte a palazzo Chigi. Il casus belli sono le spese militari concordate in ambito Nato, che aumenteranno fino al 2 per cento del Pil ma non più entro il 2024: ora si parla del 2028, secondo il M5S per merito della levata di scudi di Conte, secondo il Governo per decisione autonoma del ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

“Ci siamo visti con il presidente Conte il quale chiedeva un allungamento dell’obiettivo al 2030. Io ho detto ‘No, si fa quel che il ministro Guerini ha proposto e deciso’, e cioè il 2028. Successivamente – racconta con un filo di sarcasmo Draghi alla stampa estera – è uscito un comunicato che diceva che quella era propria la richiesta di chi non voleva l’aumento delle spese militari, quindi non c’è disaccordo…”. Piccata, a dir poco, la replica affidata da Conte a una nota del Movimento, che ricorda le dichiarazioni di Draghi che risalgono a martedì scorso e ribatte: “Riteniamo un bene che ci sia ora convergenza sulle nostre posizioni, ma narrazioni di comodo non possono distorcere la realtà: il M5S da giorni chiede un confronto proprio sulle tempistiche, oltreché sulla strategia per la nostra sicurezza e sulla qualità dei relativi investimenti. Il dietrofront del governo, del ministro Guerini e del premier Draghi, a fronte della nostra determinazione è il segno convincente che la battaglia del M5S muove da una posizione di legittimo buon senso”.

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Il Quirinale si limita a definire usuale l’incontro con Conte, in un clima disteso e costruttivo. L’ex presidente del Consiglio torna in sede e dice ai cronisti di aver ribadito al capo dello Stato le preoccupazioni per la tenuta economica di famiglie e imprese, quelle per la guerra in Ucraina e anche quelle per la necessità di una maggiore condivisione nell’azione di governo. Conte sottolinea ancora una volta di non volere la crisi di governo ma chiede “pari dignità al Pd” e si ribella alle letture politiche che vengono fatte sulla sua azione: “Che nessuno si permetta – dice – di parlare di bandierine o polemiche strumentali. Noi parliamo di questioni politiche, che riguardano la vita dei cittadini, vogliamo contribuire alle soluzioni”.

Dagli ambienti vicini a Conte si conferma la determinazione a continuare su questa strada: “Forse poniamo questioni scomode ma continueremo”, dicono i suoi a proposito dell’accoglienza delle richieste di Conte negli ambienti di governo. Filtra anche un certo grado di frustrazione, però, sul livello di condivisione delle scelte governative: “Si deve scrivere il Def (Documento di economia e finanza, ndr), possiamo sapere quanto vuole mettere il Governo sulle spese militari e quanto per aiutare famiglie e imprese?”. Una lettura più distaccata sul Conte di lotta e di governo viene da ambienti interni al Movimento 5 stelle ma meno legati al leader: “Ha deciso – spiega una fonte qualificata – di alzare la temperatura per avere un riscontro mediatico. Il Movimento è frustrato, ha sempre ingoiato compromessi, prima con la Lega, poi col Pd, poi nel governo di unità nazionale. Ed ha perso progressivamente peso in Parlamento e nella compagine ministeriale. Se altri pongono problemi vengono più o meno ascoltati, se lo fa il Movimento meno, viene trattato da servo sciocco. Anche chi deve fare campagna elettorale sui territori – e nei gruppi qualcuno c’è – si chiede cosa andiamo a raccontare… Poi, che faccia gesti inconsulti rompendo con il Governo non è probabile, perderebbe un pezzo importante dei gruppi”.

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