M5s espelle 6 parlamentari ma quattro avevano già lasciato gruppo

M5s espelle 6 parlamentari ma quattro avevano già lasciato gruppo
Flora Frate
31 gennaio 2020

Il senatore Alfonso Ciampolillo e i deputati Nadia Aprile, Flora Frate, Michele Nitti, Santi Cappellani, Massimiliano De Toma. Sono i sei parlamentari espulsi dal Movimento 5 stelle dal collegio dei probiviri. I deputati Aprile, Nitti, Cappellani e De Toma tuttavia avevano già lasciato il gruppo pentastellato alla Camera, iscrivendosi al Misto nell’ultimo mese. “Rendicontare le spese e restituire le eccedenze dei nostri stipendi – si legge nel post sul blog delle stelle che decreta l’espulsione – è per noi un onere e un onore. Un chiaro impegno preso coi cittadini fin dalla nascita del MoVimento 5 Stelle, un approccio più sobrio alle istituzioni. L`idea di una politica capace di spendere il denaro pubblico con la stessa oculatezza di chi spende il denaro proprio. Il percorso iniziato ad inizio novembre per la regolarizzazione di rendicontazioni e restituzioni degli eletti in Parlamento, ha portato alla regolarizzazione della maggioranza delle posizioni pendenti. Questo è motivo di orgoglio e un chiaro segnale di rispetto degli impegni presi verso i cittadini”.

Unica espulsa dai probiviri, quindi, è Flora Frate, che non nasconde la sua irritazione. “Ne prendo atto e mi spiace. Per loro, si intende. Devo al M5S un atto di fiducia nei miei confronti, che io ho provato a ricambiare portando nel Movimento proposte, contributi, argomenti, sensibilità. Ma questo, mi pare palese, non è servito ad essere considerata una risorsa; si preferisce, credo, un esercito di silenti esecutori”, scrive la parlamentare in un lungo post su Facebook. “Da quando ho iniziato il mandato parlamentare ho sempre, con incessante ed infaticabile lealtà, lavorato nell’interesse del Gruppo e del Governo. Sempre, anche quando, per disciplina di partito, ho dovuto sostenere scelte e misure legislative che ritenevo sbagliate, parziali o ingiuste – prosegue l’ormai ex grillina – Ma l’ho fatto con quel senso di appartenenza che si deve alla propria comunità politica, a differenza di alcuni colleghi che tante volte non hanno votato la fiducia, che si sono strategicamente assentati dall’Aula e non di rado votato in difformità, senza però essere mai messi in discussione. Dall’uno vale uno a due pesi e due misure, il passo è avvero breve”. Frate spiega di non aver “mai nascosto le mie perplessità” e accusa il Movimento di “totale mancanza di rispetto del nostro lavoro”. “Un parlamentare non è un dipendente del partito, ma rappresenta la Nazione intera. Il nostro dovere è quello di non perdere il contatto coi territori, non abbandonare la gente, irrobustire il confronto e sperimentare ostinatamente la ricerca della sintesi. Qualcuno, invece, ritiene che si debba starsene rintanati negli uffici romani. E gli effetti si vedono”.

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