Mantegna e la costruzione del moderno, la sfida di Palazzo Madama

27 dicembre 2019

C’è un’emozione particolare nel potersi avvicinare all’opera di Andrea Mantegna, una delle figure più potenti del Rinascimento italiano, nelle sale di Palazzo Madama a Torino. Qualcosa che ha a che fare con un’idea di arte che è più ampia e vive di elementi che risuonano reciprocamente. E in questo contesto i dipinti di Mantegna, insieme a quelli di altri protagonisti dell’epoca come Paolo Uccello o Giovanni Bellini, trovano una ulteriore chiarezza, una forma di narrazione che scavalca il tempo. Dando allo spettatore la possibilità di capire meglio il motto del titolo della mostra: “Andrea Mantegna – Rivivere l’antico, costruire il moderno”. L’esposizione è organizzata da Fondazione Torino Musei, Civita e Intesa Sanpaolo, e per il gruppo bancario abbiamo incontrato il direttore Arte, Cultura e Beni storici, Michele Coppola. “Io credo che la mostra di Mantegna – ha detto ad askanews – sia senza ombra di dubbio il momento culturale del 2020 per la città di Torino e tra i momenti culturali più importanti in Italia”.

Il percorso è articolato in sei sezioni, che tentano di fare luce non solo sull’opera di Mantegna, ma anche sul contesto e sulle influenze, in un affresco che è pittorico e culturale, ma pure con venature storiche, oltre che una ricerca sul modo in cui lo stesso artista lombardo voleva promuovere la propria immagine. E la forza dei dipinti trae alimento dal percorso, con una progressione di intensità che sembra geometrica ed esponenziale. “E’ una mostra – ha proseguito Michele Coppola – che aggiunge riflessioni, dialoghi, e che ha visto il coinvolgimento dei più importanti musei al mondo. E dico che la partecipazione anche di curatori internazionali, di un comitato scientifico di questo livello, credo sia un motivo di orgoglio per la città di Torino. E credo anche che dovremmo essere un po’ meno torinesi e maggiormente capaci di farsi i complimenti e riconoscere l’importanza e la qualità delle cose che accadono, anche sotto la Mole”.

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Opinione questa condivisa anche dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino. “E’ stata una sfida non semplice per la città – ha detto – scegliere di fare una mostra su Mantegna, si sarebbe potuto scegliere un nome più semplice anche da raccontare. Ma credo invece che la città di Torino, che ha sempre saputo innovare, abbia fatto bene a scegliere di lanciarsi su un nome intrigante e complesso, che ha bisogno anche di un percorso di avvicinamento”. La mostra torinese, che ci invita anche a riflettere sull’idea stessa di colore, è curata da Sandrina Bandera e Howard Burns, con la consulenza di Vincenzo Farinella e resta aperta al pubblico a Palazzo Madama fino al 4 maggio 2020.

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