Mondo in lutto: funerali solenni per l’addio a papa Francesco. Tumulazione a Santa Maria Maggiore

bergoglio

Oggi, sabato 26 aprile 2025, il mondo ha reso l’ultimo commosso saluto a Papa Francesco, con funerali che hanno assunto una dimensione globale, richiamando a Roma un’immensa folla di fedeli e una straordinaria partecipazione di leader internazionali. Oltre 250.000 persone si sono radunate in Piazza San Pietro per la toccante messa esequiale, mentre circa 150.000 fedeli si sono riversati lungo le vie della capitale per assistere al passaggio del corteo funebre. La cerimonia ha visto la presenza di più di 50 capi di stato, 10 monarchi e 160 delegazioni ufficiali, testimoniando l’enorme statura e l’influenza del Pontefice.

L’evento ha ripercorso i temi centrali del pontificato di Papa Francesco, dalla sua profonda umiltà, manifestata nella scelta di una bara semplice e del luogo di sepoltura, alla sua instancabile dedizione verso gli emarginati, simboleggiata dall’accoglienza della bara da parte di migranti, prigionieri e senzatetto, fino ai suoi incessanti appelli per la pace e la giustizia sociale, riecheggiati con forza nell’omelia. La straordinaria affluenza di persone, che ha superato ogni previsione, sottolinea il profondo impatto che Papa Francesco ha avuto a livello mondiale, toccando anche coloro che non appartengono alla fede cattolica. Questo suggerisce un riconoscimento universale della sua leadership morale e del suo impegno verso le urgenti questioni globali.

La presenza congiunta di leader con posizioni politiche potenzialmente contrastanti, come il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, evidenzia la singolare posizione del Papa come figura capace di trascendere le divisioni politiche, trasformando i funerali in un’inattesa occasione per incontri diplomatici. Papa Francesco, figura emblematica per la sua vicinanza ai poveri e agli emarginati, per i suoi instancabili sforzi in favore della pace e del dialogo interreligioso, e per il suo deciso impegno verso temi cruciali come il cambiamento climatico, si è spento lunedì 21 aprile 2025. La sua scomparsa ha dato inizio a un periodo di lutto e intensa preparazione, culminato nei solenni funerali.

Nei tre giorni precedenti la cerimonia, oltre 250.000 persone hanno reso omaggio alla sua salma, esposta nella camera ardente allestita nella Basilica di San Pietro. Il presente rapporto si propone di offrire un’analisi dettagliata degli eventi funebri, basandosi sulla copertura mediatica fornita da autorevoli agenzie di stampa internazionali come Associated Press, Reuters e Agence France-Presse, e da importanti quotidiani italiani quali Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa. L’analisi si concentrerà sugli aspetti salienti della giornata, tra cui la messa esequiale, la processione, la sepoltura, le toccanti testimonianze dei partecipanti, le rigorose misure di sicurezza adottate, l’omelia pronunciata dal Cardinale Re, il simbolismo della papamobile e il significato complessivo dell’evento in relazione all’indelebile eredità spirituale e morale lasciata da Papa Francesco.

L’ampio periodo di veglia pubblica e l’elevato numero di persone che hanno voluto rendere omaggio alla salma prima dei funerali testimoniano un profondo legame personale e un diffuso sentimento di perdita tra i fedeli e l’opinione pubblica in generale. Questo suggerisce che Papa Francesco era considerato non solo un leader religioso, ma una figura che ha toccato profondamente la vita di molti a livello individuale. La scelta di analizzare diverse fonti di notizie, sia internazionali che italiane, fornirà una prospettiva completa e sfaccettata sui funerali, evidenziando potenziali differenze nel modo in cui l’evento è stato percepito e raccontato in contesti mediatici diversi.

La messa esequiale in Piazza San Pietro

La messa esequiale per Papa Francesco si è svolta nella maestosa cornice di Piazza San Pietro, gremita da una folla stimata tra le 200.000 e le 250.000 persone. Erano presenti anche oltre 160 delegazioni ufficiali, composte da capi di stato, di governo e rappresentanti di case reali provenienti da ogni angolo del mondo. La celebrazione è stata presieduta dal Cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio. La liturgia ha incluso letture tratte dagli Atti degli Apostoli, dalla Lettera ai Filippesi e dal Vangelo di Giovanni. Le preghiere dei fedeli sono state recitate in diverse lingue, tra cui francese, arabo, portoghese, polacco, tedesco e mandarino, sottolineando l’universalità della Chiesa Cattolica.

L’Eucaristia è stata concelebrata da 220 cardinali, 750 vescovi e circa 4.000 sacerdoti provenienti da ogni parte del globo. Il coro della Cappella Sistina ha accompagnato la celebrazione con i suoi canti solenni. L’omelia pronunciata dal Cardinale Re ha ricordato la figura di Papa Francesco come un “papa del popolo”, con un cuore aperto verso tutti, in particolare verso i più emarginati. Il Cardinale ha posto l’accento sulla costante preoccupazione di Papa Francesco per i migranti e i rifugiati, sui suoi incessanti appelli alla pace di fronte ai numerosi conflitti in corso, e sul suo invito alla ragione e a negoziati onesti. Un momento significativo è stato il riferimento all’esortazione di Papa Francesco a “costruire ponti, non muri”, un’affermazione che ha suscitato un applauso spontaneo dalla folla.

Il Cardinale Re ha inoltre ricordato lo stile informale e spontaneo che caratterizzava il Pontefice nel rivolgersi a tutti. L’omelia si è conclusa con una preghiera in cui il Cardinale Re ha chiesto a Papa Francesco di intercedere dal cielo per la Chiesa, per Roma e per il mondo intero. La scelta di letture e preghiere in diverse lingue durante la messa evidenzia la natura globale della Chiesa Cattolica e gli sforzi di Papa Francesco per essere un pastore universale. Questa inclusività è stata una caratteristica distintiva del suo pontificato. Le lingue specifiche scelte (francese, arabo, portoghese, polacco, tedesco, mandarino) rappresentano importanti gruppi linguistici all’interno della comunità cattolica mondiale e oltre, riflettendo l’impegno di Papa Francesco nel raggiungere diverse culture e nel promuovere un senso di unità all’interno del suo gregge globale.

L’omelia del Cardinale Re, pur elogiando Papa Francesco, ha anche sottolineato i temi chiave e le sfide del suo pontificato, potenzialmente preparando il terreno per discussioni e considerazioni durante l’imminente conclave. L’enfasi sulla pace e la citazione del “costruire ponti” possono essere interpretate come un commento indiretto sulle questioni globali contemporanee e forse anche come un gentile promemoria per i leader politici presenti.

La processione a Santa Maria Maggiore

Al termine della messa esequiale in Piazza San Pietro, la bara di Papa Francesco è stata trasportata alla Basilica di Santa Maria Maggiore, situata a circa sei chilometri di distanza. La processione ha avuto inizio dopo la conclusione della cerimonia religiosa. Il corteo funebre ha attraversato il centro di Roma, passando per luoghi iconici come via dei Fori Imperiali e il Colosseo. Il percorso ha in parte seguito l’antica Via Papalis. La durata stimata della processione è stata di circa mezz’ora, sebbene alcune fonti suggeriscano che abbia impiegato circa un’ora. La folla che si è riversata lungo le strade ha salutato il passaggio della bara con applausi, acclamazioni di “Papa Francesco” e sventolando le mani, in un ultimo commosso addio. Si stima che circa 150.000 persone abbiano affollato il percorso per rendere omaggio al Pontefice.

La scelta del percorso processionale attraverso aree storicamente significative di Roma ha rappresentato un ultimo viaggio simbolico per Papa Francesco come Vescovo di Roma, collegando il suo pontificato con la ricca storia della città e le tradizioni dei suoi predecessori. Percorrendo la via dei Fori Imperiali e passando davanti al Colosseo, la processione ha simbolicamente unito il ministero di Papa Francesco con il cuore storico e culturale di Roma. Il riferimento all’antica Via Papalis sottolinea ulteriormente questo legame con la lunga tradizione del papato e la sua relazione con la città. La discrepanza nella durata riportata della processione (mezz’ora contro un’ora) potrebbe riflettere diversi tempi di cronaca o variazioni nel ritmo del corteo lungo diverse sezioni del percorso. Un’ulteriore indagine sulle tempistiche specifiche da diverse fonti di notizie potrebbe chiarire questo aspetto.

 

La sepoltura a Santa Maria Maggiore

La bara di Papa Francesco è giunta alla Basilica di Santa Maria Maggiore. La cerimonia di sepoltura privata (tumulazione), durata circa 30 minuti, è stata presieduta dal Cardinale Kevin Farrell, Camerlengo della Santa Romana Chiesa. Erano presenti altri cardinali, tra cui il Cardinale Giovanni Battista Re, il Cardinale Roger Michael Mahony, il Cardinale Dominique Mamberti e il Cardinale Stanislaw Rylko, vescovi, il Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Monsignor Diego Ravelli e alcuni familiari di Papa Bergoglio. Era presente anche suo nipote, Mauro Bergoglio.

Un momento significativo è stato l’incontro della bara, all’ingresso della basilica, con un gruppo di circa 40 migranti, prigionieri, senzatetto e persone transgender che tenevano in mano rose bianche, un potente simbolo della dedizione di Papa Francesco ai marginalizzati. I sediari si sono fermati davanti all’icona della Madonna (Salus Populi Romani) per un ultimo saluto, e quattro bambini hanno deposto rose bianche sull’altare della cappella che contiene l’icona. Papa Francesco è il primo papa ad essere sepolto fuori dal Vaticano da oltre un secolo, l’ultimo era stato Papa Leone XIII nel 1903.

La sua tomba è una semplice lastra di marmo con inciso in latino solo il suo nome: “Franciscus”, situata in una nicchia sotto il pavimento vicino alla cappella della Madonna. Le specifiche persone presenti alla cerimonia di sepoltura privata, tra cui figure chiave della gerarchia ecclesiastica e il nipote di Papa Francesco, sottolineano la natura solenne e personale di questo atto finale. La presenza del Camerlengo indica il trasferimento ufficiale di autorità e il completamento dei riti funebri. L’accoglienza simbolica da parte dei marginalizzati presso la basilica e la deposizione di rose da parte dei bambini enfatizzano ulteriormente i temi chiave del pontificato di Papa Francesco: il suo amore per i vulnerabili e la sua speranza per il futuro. Questi atti servono come rappresentazione visiva finale delle sue priorità pastorali.

 

Partecipanti e loro prospettive

Numerosi leader mondiali e membri di case reali hanno partecipato alla messa esequiale. Tra i partecipanti di spicco, Donald Trump, presidente degli Stati Uniti; Volodymyr Zelensky, presidente Ucraina; Emmanuel Macron, presidente della Francia; Keir Starmer, primo ministro del Regno Unito e il principe William, principe del Galles; Javier Milei, presidente dell’Argentina; Frank-Walter Steinmeier, presidente della Germania; António Costa, presidente del Consiglio Europeo. Molti fedeli presenti in Piazza San Pietro e lungo il percorso della processione hanno espresso profonda tristezza e ammirazione per Papa Francesco, spesso definendolo umile e gentile. Una suora lo ha descritto come un “santo vivente, molto umile e semplice”.

Numerosi pellegrini avevano già programmato di recarsi a Roma per la canonizzazione, poi rimandata, di Carlo Acutis e hanno deciso di rimanere per rendere omaggio a Papa Francesco. Alcuni hanno condiviso riflessioni sull’impatto di Papa Francesco, sottolineando il suo carisma, la sua umanità e la sua capacità di entrare in contatto con le persone. Un pellegrino peruviano lo ha definito “molto umano, molto gentile, soprattutto molto umano”. Migranti e rifugiati che si sentivano particolarmente legati a lui hanno espresso la loro gratitudine per il suo sostegno e la sua difesa. Un migrante sudanese ha affermato: “Francesco ha aiutato così tante persone, rifugiati come noi”.

I giovani si sono sentiti particolarmente ascoltati e amati da Papa Francesco, con uno studente che ha sottolineato la sua accoglienza verso “diverse popolazioni nella chiesa”. La coerenza nelle descrizioni di Papa Francesco da parte dei partecipanti (umile, gentile, umano) rafforza l’immagine che ha coltivato durante il suo pontificato ed evidenzia il legame personale che molti sentivano con lui. Questo suggerisce che il suo stile di comunicazione e il suo approccio pastorale sono stati molto efficaci nel raggiungere un pubblico globale diversificato. La presenza di pellegrini che si trovavano a Roma per un evento diverso (la canonizzazione rimandata) indica una confluenza di devozione religiosa e circostanze, che potrebbe aver amplificato il numero di partecipanti ai funerali. Questo evidenzia l’importanza di Roma come centro nevralgico per il pellegrinaggio cattolico e l’interconnessione degli eventi religiosi.

Misure di sicurezza a Roma

Per i funerali sono state implementate imponenti misure di sicurezza da parte delle autorità italiane e vaticane. Il livello di sicurezza è stato descritto come “senza precedenti”, il più alto dai funerali di Papa Giovanni Paolo II. Sono stati dispiegati circa 4.000 agenti di polizia, oltre 1.500 soldati e migliaia di volontari. Erano presenti unità specializzate, tra cui tiratori scelti, squadre di artificieri, unità cinofile e polizia fluviale. È stata istituita una no-fly zone su Roma, sorvegliata da aerei da combattimento Eurofighter e sistemi avanzati di disturbo radio.

Un cacciatorpediniere della Marina è stato posizionato vicino alla capitale. I partecipanti sono stati sottoposti a controlli di sicurezza e metal detector. L’area urbana è stata divisa in cinque zone di sicurezza. Sono stati utilizzati droni per la sorveglianza aerea e la gestione della folla, fornendo una visuale dall’alto con immagini 3D. È stata segnalata un'”eccellente coordinazione” tra le diverse forze di polizia nazionali (Carabinieri, Guardia di Finanza, ecc.) e la cooperazione internazionale.

L’implementazione di misure di sicurezza così rigorose, compresi i sistemi di difesa aerea, sottolinea le accresciute preoccupazioni per la sicurezza che circondano grandi raduni pubblici che coinvolgono numerosi individui di alto profilo nel clima globale attuale. Il confronto con le misure di sicurezza per i funerali di Papa Giovanni Paolo II, che hanno attirato folle ancora più grandi, suggerisce un punto di riferimento per la gestione della sicurezza di eventi su larga scala nella Città del Vaticano e a Roma. L’esperienza acquisita dai precedenti funerali papali ha probabilmente informato la pianificazione e l’esecuzione della sicurezza per i funerali di Papa Francesco.

La papamobile

Per il trasporto della bara durante la processione è stata utilizzata una papamobile specifica: un pick-up modificato, un veicolo scoperto con un tettuccio trasparente. È significativo notare che questo veicolo era già stato utilizzato da Papa Francesco durante la sua visita apostolica nelle Filippine nel 2015. Questa scelta è carica di significato simbolico, in linea con l’enfasi di Papa Francesco su una “chiesa povera per i poveri” e la sua preferenza personale per la semplicità rispetto alla pompa e alla grandezza. Ciò contrasta con i veicoli più elaborati e spesso blindati preferiti da alcuni dei suoi predecessori. Il design aperto con il tettuccio trasparente ha permesso alle grandi folle che si sono riversate lungo le strade di avere una chiara visione della bara, facilitando un addio più personale e diretto.

Il riutilizzo della papamobile del viaggio nelle Filippine potrebbe simboleggiare il legame di Papa Francesco con il Sud del mondo e la sua particolare affinità per il popolo delle Filippine, un paese con una popolazione cattolica numerosa e vivace. Questa scelta potrebbe essere vista come un sottile omaggio alla portata internazionale e alla diversità della Chiesa. L’uso costante da parte di Papa Francesco di papamobili più semplici e aperte durante il suo pontificato, culminato in questa scelta per la sua processione funebre, riflette uno sforzo consapevole di rompere con alcune delle tradizioni più regali associate al papato. Ciò si allinea con il suo più ampio progetto di riforma del papato e di enfatizzazione del suo ruolo di pastore piuttosto che di monarca.

L’eredità di Papa Francesco

I vari elementi delle cerimonie funebri hanno collettivamente riflettuto gli aspetti chiave dell’eredità di Papa Francesco. L’enfasi sull’umiltà e la semplicità nella scelta della bara, del luogo di sepoltura e della papamobile ha sottolineato il suo impegno verso uno stile di vita essenziale. L’accoglienza simbolica della bara da parte di individui emarginati presso la basilica ha rappresentato in modo potente la sua attenzione per i poveri e gli esclusi. L’omelia del Cardinale Re ha ribadito gli incessanti sforzi di Papa Francesco per la pace e i suoi appelli a “costruire ponti, non muri”, riflettendo la sua difesa di un mondo più giusto e umano. La partecipazione globale di leader e i sentiti omaggi dei fedeli hanno testimoniato la sua vasta influenza e il profondo rispetto che ha suscitato in diverse comunità. Le discussioni sulla sua eredità, in particolare riguardo ai suoi sforzi per riformare la Chiesa e le sue posizioni su varie questioni sociali, continuano a essere rilevanti.

Il funerale è servito come un messaggio finale attentamente curato da Papa Francesco, rafforzando i temi chiave del suo pontificato attraverso azioni e scelte simboliche. Questo deliberato allineamento tra l’opera della sua vita e il suo addio suggerisce un forte desiderio di lasciare un’impressione duratura e di guidare le future generazioni della Chiesa. La risposta globale alla morte e ai funerali di Papa Francesco, contrassegnata da un lutto diffuso e dalla partecipazione di leader provenienti da tutto lo spettro politico, evidenzia la sua singolare capacità di trascendere i confini tradizionali e di entrare in contatto con le persone a un livello umano fondamentale. Ciò suggerisce che la sua eredità probabilmente si estenderà oltre la Chiesa Cattolica, influenzando conversazioni più ampie sulla fede, l’etica e la responsabilità globale.

I funerali di Papa Francesco hanno rappresentato un evento significativo, culminato nella messa in Piazza San Pietro, nella processione attraverso Roma e nella sepoltura a Santa Maria Maggiore. Le cerimonie sono state pervase dai temi centrali dell’umiltà, del servizio ai marginalizzati e della ricerca della pace, riflettendo il cuore del pontificato di Papa Francesco. Il suo funerale segna non solo la fine di un pontificato, ma un momento significativo nella storia della Chiesa Cattolica, che potrebbe inaugurare un periodo di riflessione e transizione mentre i cardinali si preparano a scegliere il suo successore. I temi evidenziati durante i funerali avranno probabilmente un ruolo cruciale nelle loro deliberazioni. L’eredità di Papa Francesco come figura trasformatrice che ha lasciato un segno significativo sulla Chiesa Cattolica e sul mondo continuerà a essere discussa e analizzata negli anni a venire.