Netanyahu verso la vittoria con affermazione ultradestra

Netanyahu verso la vittoria con affermazione ultradestra
Benjamin Netanyahu
3 novembre 2022

Il premier israeliano più longevo, Benjamin Netanyahu, si riprende la guida del Paese, dopo un breve lasso di tempo all’opposizione, alla luce del risultato uscito dalle urne che ha fatto registrare la netta affermazione del partito dell’ultradestra Sionismo religioso. Con lo spoglio quasi completato, la coalizione di Netanyahu dovrebbe poter contare su 65 dei 120 seggi della Knesset, ponendo così fine allo stallo politico vissuto dal Paese negli ultimi anni, chiamato alle urne cinque volte in meno di quattro anni. Netanyahu ha governato per 12 anni consecutivi (15 in tutto), prima di essere rimosso dalla guida del Paese lo scorso anno da una coalizione guidata dal centrista Yair Lapid che poteva contare su 61 seggi. Stando ai risultati parziali diffusi finora, la coalizione dell’ex premier avrebbe 65 seggi, di cui 32 assegnati al suo partito, Likud, 14 a Sionismo religioso, 11 e 8 rispettivamente ai partiti ultraortodossi Shas e United Torah Judaism.

Il partito di Lapid, Yesh Atid, si è aggiudicato finora 24 seggi, mentre il partito di Unità nazionale di Benny Gantz 12, quello del ministro delle Finanze Avigdor Liberman, Israel Beiteinu, 5 e il partito laburista 4. I due partiti arabi Hadash Ta’al e Ra’am hanno entrambi superato la soglia di sbarramento, conquistando 5 seggi. Appare invece ancora incerto il destino del partito di sinistra Meretz e del partito arabo Balad, al momento fuori dalla Knesset per pochi voti. Meretz si attesta infatti al 3,2% dei voti generali, al di sotto del 3,25% richiesto, ma rimangono ancora da scrutinare circa 570.000 “voti a doppia busta”, ovvero voti che sono stati espressi dagli elettori in cabine che non erano quelle loro assegnate, tra cui soldati, funzionari elettorali e poliziotti in servizio durante le operazioni di voto, diplomatici in servizio all’estero, portatori di handicap e pazienti con il Covid che hanno votato in cabine elettorali speciali. Lo spoglio di questi voti è iniziato ieri sera e verrà completato oggi. Tuttavia, anche se Meretz dovesse farcela, il blocco guidato da Netanyahu potrebbe sempre contare su 61 seggi e formare un governo.

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L’affluenza alle urne è stata del 71,3%, la più alta dal 2015. “Istituirò un governo nazionalista che si occuperà di tutti i cittadini israeliani senza eccezioni” ha promesso il 73enne Netanyahu. Da parte sua, l’esponente di punta di Sionismo religioso, Itamar Ben Gvir, ha rimarcato che “è ora di essere di nuovo i proprietari di questo Paese”. Alla stampa Ben Gvir ha promesso di “lavorare per tutti in Israele, anche per quelli che mi odiano”. Commentando l’esito parziale del voto, il premier palestinese Muhammad Shtayyeh ha dichiarato che l’ascesa dell’estrema destra è stata “il risultato naturale delle crescenti manifestazioni di estremismo e razzismo nella società israeliana”. Intanto, funzionari statunitensi e israeliani hanno riferito che le due cariche del Dipartimento di Stato hanno assicurato che l’amministrazione Biden lavorerà con qualsiasi governo eletto in Israele, ma potrebbe avere problemi con alcuni politici specifici, di cui non sono stati citati nomi. Tuttavia a preoccupare è l’ascesa di Ben-Gvir e Bezalel Smotrich. Condannato nel 2007 per aver sostenuto un’organizzazione terroristica e per incitamento al razzismo, Ben-Gvir ha prenotato il ministero della sicurezza interna, un incarico che lo metterebbe a capo della polizia israeliana e delle politiche sulla città di Gerusalemme e sui siti sacri. Smotrich che ha una storia di commenti razzisti sui cittadini arabi di Israele vuole diventare ministro della Difesa.

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