Incontro Meloni-Berlusconi da FdI. Anche i figli del Cavaliere protagonisti

Incontro Meloni-Berlusconi da FdI. Anche i figli del Cavaliere protagonisti
Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi
17 ottobre 2022

Il lavoro dei pontieri, il pressing di Marina, Pier Silvio e Gianni Letta, e alla fine la telefonata che ha ristabilito il sereno. E così è stato fissato per oggi pomeriggio, probabilmente intorno alle 16, l’incontro fra la leader Fdi e premier in pectore Giorgia Meloni e il leader Fi Silvio Berlusconi. Un faccia a faccia chiarificatore per ricucire lo strappo consumato sul no a Licia Ronzulli nel Governo opposto da Meloni al Cavaliere, cui ha fatto seguito il mancato sostegno nell’urna di Forza Italia al neo presidente Fdi del Senato Ignazio La Russa e sull’appunto più o meno pubblico di epiteti stroncanti di Berlusconi su Meloni, seguito dalla replica della stessa premier in pectore a favor di telecamere “non sono ricattabile”. A lavorare alla ricucitura indefessi per tutto il fine settimana sono stati i pesi massimi del centrodestra. Dallo stesso presidente del Senato Ignazio La Russa a Guido Crosetto sul fronte Meloni che hanno portato a casa la richiesta “tassativa” della premier in pectore che fosse Berlusconi ad andare da lei e non viceversa, escludendo anche campi neutri come il Parlamento, gruppi Fdi o Fi di Camera o Senato inclusi.

Sul fronte di Forza Italia, da Gianni Letta ad Antonio Tajani e Fedele Confalonieri hanno sudato non poco per convincere Berlusconi a compiere il passo e accettare le condizioni della premier in pectore. Con il leader della Lega Matteo Salvini a fare da mediatore, rimasto a Roma nel fine settimana e in ripetuti contatti sia con Meloni che con Berlusconi. Le ultime resistenze del quale, secondo fonti di Forza Italia, sarebbero state superate solo dopo che la sua stessa compagna Marta Fascina ne avrebbe valutato con Licia Ronzulli la accettabilità. Un fine settimana di trattative ininterrotte fra Meloni e Salvini a Roma e Berlusconi e lo stato maggiore Fi ad Arcore che non avrebbero visti estranei gli stessi figli di Berlusconi, Marina e Piersilvio in testa. Il pressing dei figli, Marina e Pier Silvio, e dell’amico Gianni Letta, hanno sortito il risultato sperato e oltre a convincere l’uomo di Arcore, hanno anche facilitato il passo indietro di Licia Ronzulli. Nessun incarico di governo ma, da quanto filtra, neanche una posizione in prima linea nel partito come coordinatrice.

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La premier in pectore ha trascorso il week end in famiglia – lontano dai riflettori – impegnata sui dossier più urgenti che dovrà affrontare una volta varcato il portone di Palazzo Chigi e, perché no, anche per dedicare del tempo alla piccola Ginevra. Rompere con Meloni “non conviene a nessuno”, è il messaggio risuonato forte e chiaro nel quartier generale in Brianza, e il Cav, secondo quanto viene riferito, sarebbe sceso a più miti consigli rinunciando alla casella su cui aveva puntato con più tenacia: la Giustizia. Il ‘no’ di Meloni è noto, la sua prima scelta resta Carlo Nordio, e poi c’è la contrarietà a mettere mano alla legge Severino: Fratelli d’Italia, infatti, non aveva sostenuto il quesito referendario che ne chiedeva l’abolizione, pertanto impossibile che possa consegnare il dicastero di via Arenula a un partito che avrebbe questa missione. Al partito azzurro, dunque, oltre alla Farnesina per Antonio Tajani, potrebbe arrivare la Cultura probabilmente con delega all’editoria (Alberto Barachini), l’istruzione e Università (Anna Maria Bernini) e la Pubblica amministrazione (Maria Elisabetta Alberti Casellati). Nessuna ritorsione, quindi, da parte di Meloni nei confronti di chi in Senato non ha votato Ignazio La Russa presidente, ma non sarà consentita alcuna mira sul Mise da parte degli azzurri, perché quel dicastero è destinato a Guido Crosetto.

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