Open Arms, rinvio udienza a 20 marzo. La difesa di Salvini in 8 punti

9 gennaio 2021

Il gup di Palermo Lorenzo Iannelli ha rinviato al 20 marzo prossimo l’udienza preliminare nei confronti dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini nell’ambito del processo che vede il leader della Lega accusato di sequestro di persona e rifiuto datti d’ufficio per i ritardi nello sbarco dei migranti a bordo della ong spagnola Open Arms. Inizialmente l’udienza era stata rinviata al 6 febbraio, una data troppo ravvicinata per consentire la completa traduzione dei documenti in lingua spagnola e inglese prodotti. Sarà conferito il 14 gennaio invece l’incarico per traduzione degli atti prodotti. Stamattina il gup ha ammesso tutte le 18 parti che hanno presentato costituzione di parte civile.

LA LINEA DI DIFESA

Sono otto i punti della difesa dell’ex ministro Matteo Salvini chiamato a difendersi a Palermo dall’accusa di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio nell’ambito dei ritardi nello sbarco di migranti a bordo della ong spagnola Open Arms. Secondo la difesa del leader della Lega, affidata all’avvocato Giulia Bongiorno, la Open Arms “ha agito di sua iniziativa, al di fuori delle regole sul soccorso in mare, nel tentativo di far entrare in Italia migranti irregolari. Per tale ragione, sin da subito l’Italia ha vietato l’ingresso nelle proprie acque territoriali”. Per i legali di Salvini dunque “non spettava all’Italia indicare un `porto sicuro’ ai migranti che erano saliti a bordo della nave Open Arms dopo essere stati recuperati in acque libiche e maltesi da una nave battente bandiera spagnola”.

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“L’Italia non era né Stato di primo contatto né Stato coordinatore, non avendo mai assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso – sostengono i legali della difesa -. L’Italia ad ogni modo non si è sottratta dal fornire sempre assistenza ai migranti”. Relativamente ai minori presenti a bordo della Open Arms, questi furono fatti sbarcare una volta giunti in prossimità delle acque italiane. Quindi, come avvenuto per la vicenda Gregoretti, che vede sotto accusa Salvini a Catania, anche in questo caso “la gestione di tale episodio di immigrazione irregolare costituiva attuazione della linea di Governo condivisa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Ministri competenti, secondo quanto concordato nel `Contratto per il governo del cambiamento’ sottoscritto dalle forze di maggioranza dell’epoca. Tale linea prevede il raggiungimento di un accordo di redistribuzione dei migranti tra gli Stati membri dell’Unione europea come fase prodromica al successivo sbarco”. “All’epoca dei fatti – conclude la difesa – il comandante della Open Arms Marco Reig Creus era già indagato per violenza privata e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Due dei migranti che erano a bordo sono attualmente in carcere”.

I FATTI

I fatti risalgono all’agosto 2019, quando l’imbarcazione rimase bloccata in mare per 19 giorni. Dopo il sequestro del natante da parte della procura di Agrigento, venne ordinato lo sbarco di un centinaio di migranti che si trovavano in “condizioni estreme”. La Open Arms si costituirà parte civile insieme a 5 dei migranti trattenuti per 20 giorni sulla nave, Legambiente, l’associazione Accoglie Rete difesa dall’avvocato Corrado Giuliano, l’Ong Save Human e l’Arci. Le associazioni lo hanno chiamato “il processo all’odio”. Alessandro Luparello e Fausta Ferruzza di Forum antirazzista che ha organizzato un presidio davanti all’Aula: “Il processo all’odio perché, abbiamo visto anche negli Usa, a forza di seminare l’odio poi si raccoglie tempesta; ci aspettiamo che venga fatta luce ed emerga la verità su quello che è successo e sul significato di quello che è successo. Salvini e tutta la sua squadra hanno messo sotto sequestro persone che chiedevano aiuto all’europa. Noi riteniamo che l’Europa debba rispettare i principi su cui è nata: accoglienza, solidarietà, rispetto dei diritti umani”. Si tratta del secondo processo per sequestro di persona che vede sul banco degli accusati Matteo Salvini dopo quello in corso a Catania, ancora in fase preliminare, legato al caso della nave Gregoretti e dei 131 migranti bloccati al largo di Augusta, che furono poi fatti scendere il 31 luglio 2019.

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