Oro e lacrime, Quadarella regina dei 1500 stile libero. “La fortuna va da chi si impegna”

23 luglio 2019

Di strada, quasi tutta in acqua, adesso ne ha fatta davvero tanta. Dopo il bronzo al suo primo mondiale dei grandi nel 2017 e la tripletta d’oro agli europei di Glasgow un anno fa, a Gwangju Simona Quadarella si prende la scena vincendo il titolo nei 1500 con record italiano (15’40″89): un’impresa, dieci anni dopo quella di un’altra romana, Alessia Filippi (a cui ha tolto il primato nazionale che reggeva proprio da Roma 2009, 15’44″93) che fa scendere lacrime di gioia sul viso della ventenne azzurra consapevole di aver fatto un altro salto che la consacra definitivamente regina delle distanze piu’ lunghe. Lo fa con autorita’ in una gara in cui avrebbe dovuto battagliare con la favorita Katie Ledecky, ma l’americana non si presenta ai blocchi causa un’indisposizione e per l’azzurra la corsa verso l’oro risulta ancora piu’ facile. “Neanche me la ricordo la gara, non ci sto capendo niente – dice la romana allenata da Christian Minotti – Quando ho saputo che Ledecky non avrebbe gareggiato ho capito che avrei potuto vincere, di essere la favorita, pero’ immaginarlo e’ una cosa e riuscirci ben altra. Se non c’era vuole dire che non era in grado di gareggiare. Sono stata fortunata, ma la fortuna va da chi si impegna”.

Una favola che continua per la Simona nazionale, a cui adesso manca solo la gloria olimpica: tra un anno esatto a Tokyo l’azzurra cerchera’ un altro sigillo. “Sto provando sensazioni pazzesche – ha aggiunto Quadarella, unghie fluo in bella mostra – Ho sempre sognato di diventare la numero uno al mondo. E’ quello che volevo e mi sembra incredibile che ci sia riuscita, che non sia un sogno. Durante la gara pensavo che non vedevo l’ora che finisse. Sapevo che stavo vincendo e quindi i 1500 metri mi sono sembrati lunghissimi. Ma a tratti me la sono pure goduta. Questo oro lo dedico a me, a Christian (Minotti, ndr), alla mia squadra e alla mia famiglia”. Le avversarie tutte a inseguire: la tedesca Sarah Kohler, argento in 15’48″83 e la cinese Jianjiahe Wang terza in 15’51″00. “Un oro inaspettato alla vigilia perche’ si sono incastrate una serie di situazioni che e’ inutile negare – l’analisi del tecnico Minotti -. Ledecky ha rinunciato alla finale e noi ne abbiamo approfittato. Simona ha voluto subito imporre un ritmo elevato, e’ stata brava. Godiamoci il momento, poi penseremo agli 800 e da settembre alle Olimpiadi. Siamo tra i piu’ forti al mondo, ma bisogna restare coi piedi per terra perche’ ci aspetteranno tutti a Tokyo”.

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L’Italia intanto ringrazia le sue donne, perche’ se la Quadarella manda in mondo visione il suo show dorato, con Martina Carraro arriva anche il bronzo nei 100 rana, la prima medaglia mondiale al femminile in questa disciplina. La nuotatrice ligure, fidanzata dell’altro ranista Fabio Scozzoli, sale sul podio con il record italiano di 1’06″36 alle spalle della campionessa olimpica e mondiale, la statunitense Lilly King (1’04″93) e alla russa Yuliya Efimova. Lacrime anche per lei: “Sono stata proprio brava, e’ incredibile questo bronzo alle spalle di due mostri sacri cosi'” ammette la 26enne di Genova. E poi c’e’ sempre lei, anche quando la linea verde della vasca italiana si prende la ribalta. Federica Pellegrini, infinita come la sua capacita’ di confermarsi ancora donna da battere. Nei 200 stile l’olimpionica si prende l’ottava finale mondiale consecutiva, e lo fa alla sua maniera: con il miglior tempo, da numero uno in 1’55″14, davanti alla millennial australiana Ariarne Titmus che ha gia’ vinto l’oro nei 400 e detiene il miglior tempo stagionale. “Non ho dato proprio tutto tutto, ma molto – dice la Pellegrini, 31 anni il prossimo 5 agosto -. Ho voluto comunque spingere e gia’ che stavo davanti sono andata. Ripartire dalla corsia 4 e’ un’emozione che non ho provato neanche a Budapest quando ho battuto Ledecky”. Da regina a regina, i complimenti alla neo campionessa dei 1500: “E’ stata bravissima. Mi sto un po’ preoccupando perche’ pian piano cadono tutti i record di Roma 2009”. Quadarella ringrazia e guarda alla strada d’acqua ancora da percorrere. Tra un anno Tokyo l’aspetta.

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Da Ottavia all’oro mondiale, Quadarella romana vincente

Piu’ grande di Alessia Filippi. Simona Quadarella e’ un’altra romana che vince in vasca, avviata verso una carriera ancor piu’ luminosa di colei che, da bambina, era il suo idolo e che rincorreva al ‘Sette Colli’ e ai mondiali di Roma dieci anni fa per chiederle l’autografo. Classe 1998, nata e cresciuta nella borgata Ottavia, la stessa della sindaca Virginia Raggi, dopo l’exploit agli Europei di Glasgow di un anno fa – dove oscuro’ un mito come Federica Pellegrini, conquistando tre ori in altrettante gare individuali: 800, 1.500 e 400, sempre a stile libero – ha scalato un altro gradino prendendosi d’autorita’ il posto d’onore sul podio nei 1.500, al mondiale in Corea del Sud. Ed ha abbassato di oltre 4 secondi il record italiano, realizzato nel 2009 proprio dalla Filippi. Quadarella e’ tesserata per Canottieri Aniene e Fiamme Rosse (emanazione sportiva dei Vigili del Fuoco). Questi ultimi hanno salutato con particolare gioia il suo successo che le e’ valso anche il pass per Tokyo 2020. Ai Giochi estivi il Corpo mancava da Atene 2004. In Giappone per la prima volta le donne nuoteranno sulla distanza di 1,5 chilometri e chissa’ che li’ non arrivi anche la medaglia olimpica.

Per diventare la regina di Gwangju 2019 e quindi del mondo, Simona si e’ dedicata ad allenamenti doppi (per un totale di 14 chilometri al giorno per cinque giorni alla settimana) ai quali ha aggiunto tanta palestra e pochissime distrazioni. Concessa solo qualche puntata nei localini intorno a Ponte Milvio. E’ iscritta alla facolta’ di Economia della Link University, ma gli impegni sportivi mal si conciliano con lo studio. Il primo contatto con l’acqua a sei anni, nella piscina della Polisportiva Delta, seguendo le orme della sorella maggiore, Erika. Nel 2010, a 12 anni, la prima gara a livello agonistico con la Canottieri Aniene. Nel 2014 arriva la chiamata dalla Nazionale, ai giochi olimpici giovanili a Nanchino. Dove si mette subito in luce vincendo l’oro negli 800. Col terzo posto iridato a Budapest di due anni fa, sempre nei 1.500, fa conoscere a livello planetario il suo sorriso timido ed i grandi occhi, che oggi si sono riempiti di lacrime di gioia. La segue, da nove anni, il suo allenatore Christian Minotti, il primo, assieme al papa’ Giuseppe (anche lui nuotatore ed istruttore), ad accorgersi del talento di quella ragazzina che in acqua e’ nel proprio ambiente naturale. Una ‘pompiera’ che con le sue imprese in acqua accende le fiamme dell’entusiasmo.

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