Pd accelera su biotestamento, poche chance per lo ius soli

Pd accelera su biotestamento, poche chance per lo ius soli
Il capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda
6 dicembre 2017

La settimana decisiva, quella del via libera, sarà la prossima. Ma ieri in Senato il Pd ha attuato l’annunciato blitz sul biotestamento, spostandolo in cima alle priorità di questa fine legislatura. Sorte esattamente opposta a quella dello ius soli che entra sì nell’ordine dei lavori ma relegato lì in fondo, all’ultimo posto. Ufficialmente la propaganda dem continua a ribadire che c’è la possibilità di varare entrambi i provvedimenti: se si evita lo “sterile ostruzionismo” è un calendario “realistico”, spiega il capogruppo Luigi Zanda, che sottolinea come la legge sulla cittadinanza resti una “priorità” ma si sta ancora lavorando per trovare “una maggioranza”. Nella realtà, tutti sanno che lo ius soli è destinato a fermarsi a metà del guado e questo anche perché la strada della fiducia non è vista di buon occhio dal Quirinale che non vuole “incidenti” in coda per il governo. Ma tant’è, era necessario almeno piantare la bandierina perché fine vita e cittadinanza erano le condizioni per porre le basi dell’accordo elettorale con Campo progressista di Giuliano Pisapia. Che, però, rispedisce il tentativo al mittente: “E’ un’inaccettabile presa in giro”, dice il portavoce, Alessandro Capelli. I tempi sono stretti anche perché questa al Senato sarà una settimana molto corta: venerdì è la Festa dell’Immacolata ma è un giorno in cui già normalmente non si lavora, in più però non ci sarà aula nemmeno il 7 dicembre, non soltanto perché è Sant’Ambrogio, patrono di Milano, ma anche perché quel giorno la commissione sarà impegnata a votare i collegi elettorali. Il via libera del biotestamento, dunque, è atteso per la prossima settimana.

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Le opposizioni, però, promettono che non ci saranno sconti e la Lega annuncia già l’intenzione di presentare 1.820 emendamenti. Altamente probabile che per bypassare la montagna di richieste di modifica si ricorra, come già accaduto in passato, al canguro. Non è escluso neanche che vengano avanzate richieste di voto segreto. Dal Pd, come al solito, si fa di conto ma questa volta problemi di numeri non ce ne dovrebbero essere anche perché a sostegno della legge sul fine vita si è schierata anche tutta la sinistra e il M5s, oltre a senatori a vita, molti esponenti di Ala: si stimano circa 170 voti. Ai quali si potrebbero aggiungere anche esponenti di Ap e Fi che dovessero appellarsi alla libertà di coscienza. Dai centristi che sostengono il governo, il coordinatore Maurizio Lupi fa sapere che il suo partito voterà no a meno che non vengano accolte le richieste di modifica. Ma il testo, come è noto, è blindatissimo perché un ulteriore passaggio alla Camera non è contemplato. “Faremo una valutazione di merito, ma noi siamo contrari all’eutanasia”, rimarca il presidente di Ap, Angelino Alfano. Forza Italia ha stabilito in una riunione la propria posizione: ci sono sensibilità diverse, ma la maggior parte ha rimarcato che il provvedimento andava discusso. Saranno presentati emendamenti ma se il testo resterà quello della Camera, il voto sarà contrario. Anche a Montecitorio il partito azzurro si schierò per il no pur riconoscendo libertà di coscienza ma nel frattempo sul tema si è pubblicamente espresso anche il leader, Silvio Berlusconi, che ha dichiarato la sua contrarietà. In campo contro il provvedimento anche il popolo del Family day. “Ce ne ricorderemo alle elezioni”, ammonisce Massimo Gandolfini. askanews

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