Quirinale, Renzi chiede “responsabilità”. Giallo sull’incontro premier-Bersani

Quirinale, Renzi chiede “responsabilità”. Giallo sull’incontro premier-Bersani
24 gennaio 2015

di Maurizio Balistreri

Matteo Renzi vuole “responsabilità” dal Pd, il premier in segreteria, secondo quanto raccontano, avrebbe più volte usato questa parola illustrando il percorso che porterà a individuare il candidato al Quirinale. ‘Il’ candidato, al singolare, perché Renzi preferirebbe, spiegano, “evitare gli errori dell’altra volta”, ovvero presentarsi a alleati di governo e, soprattutto, a Silvio Berlusconi, con una rosa di nomi. Si parte dal Pd, avrebbe insistito il presidente del consiglio durante la riunione di oggi della segreteria, perché è giusto e perché lo voglio, avrebbe precisato. Questo, avrebbe poi aggiunto, non significa che si potrà indicare il nome preferito da ciascuno, ma quello che può essere “condiviso” anche dal maggior numero di forze politiche, alleati di governo e opposizione.

Renzi vuole contrastare sul nascere l’offensiva di chi, come Nichi Vendola e Pippo Civati (foto), propone di presentare un ‘contro-candidato’, un candidato che si contrapponga a quello che loro definiscono “del patto del Nazareno”. Per questo, spiegano, il premier dovrebbe vedere di nuovo Pier Luigi Bersani, prima di incontrare anche Silvio Berlusconi martedì prossimo. Secondo alcune voci il colloquio potrebbe già esserci stato ieri e, comunque, avverà prima della riunione con i parlamentari Pd di lunedì mattina: “Se concede 3 minuti ad ogni parlamentare – ragiona un membro della segreteria – è ovvio che con Bersani ci sarà un faccia a faccia”.

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Il premier, in segreteria, si è detto consapevole che, qualunque nome si scelga, difficilmente ci sarà una unanimità di consensi nel Pd. Ma, avrebbe aggiunto, proprio per questo è necessaria da parte di tutti “responsabilità”, perché l’elezione di un presidente è un passaggio storico e non l’occasione per un giudizio sul governo. “Tutti – spiega chi ha parlato con Renzi – devono avere la consapevolezza della posta in gioco, al massimo dell’ascolto deve corrispondere la massima assunzione di responsabilità da parte di tutti i parlamentari del Pd”.

Il nome del candidato non verrà fatto già all’incontro con i gruppi parlamentari, ma dovrebbe uscire nel colloquio con Bersani. “Sempre che – precisa un esponente della segreteria – si raccolga un’indicazione sufficientemente univoca nel Pd su un nome”. Ma dovrà essere l’assemblea dei grandi elettori a pronunciarsi al riguardo, proprio perché Renzi vuole evitare l’accusa di aver fatto “scegliere” a Berlusconi. In serata, alcune voci autorevoli del partito facevano sapere che l’incontro non dovrebbe esserci nemmeno nei prossimi giorni, l’ipotesi viene definita “improbabile” e “difficile” sempre da ambienti vicini al leader democratico.

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