Raggi, schiarita su stadio ma in arrivo altre nubi giudiziarie. La sindaca di nuovo indagata

Raggi, schiarita su stadio ma in arrivo altre nubi giudiziarie. La sindaca di nuovo indagata
8 febbraio 2017

Sembrano diradarsi le nuvole sul progetto del nuovo stadio dell’As Roma, con la Giunta Raggi che si apre alle richieste della società, nel primo incontro dopo lo stop alla Conferenza dei servizi, e il parere negativo espresso, solo tre giorni dopo, sul controverso progetto. Ma un’altra tegola giudiziaria si abbatte su Virginia Raggi. Infatti, la sindaca di Roma è di nuovo indagata per la promozione di Salvatore Romeo. Ma andiamo per ordine. L’incontro, per garantire maggiore tranquillità in Campidoglio alla seduta dell’assemblea Capitolina, nel primo pomeriggio di ieri si sposta all’Eur, a “casa” dell’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini. Le due parti si lasciano con ottimismo e l’apertura di un tavolo tecnico che da giovedì esaminerà, Cad alla mano, quello che non va e quello che può essere migliorato nella proposta della squadra capitolina. Il tutto prima del 3 marzo, data limite per chiudere con successo la Conferenza dei servizi ad oggi nel limbo.

SITO E PM Raggi supererebbe così la difficoltà d’immagine che le pone l’opposizione della sua Giunta al progetto sponsorizzato da una delle squadre del cuore della Capitale. A fronte delle pressioni che arrivano persino dall’allenatore Spalletti e dal bomber Totti, sembrano pesare il giusto sia la difesa d’ufficio sui “43 successi” della sua Giunta sostenuta da Beppe Grillo, sia i “91 risultati” che la sindaca rivendica in un post-fiume pubblicato in serata. Oggi Raggi sarà al fianco del premier in pectore del M5S Luigi Di Maio, a lanciare con molti altri sindaci del movimento, tra i quali la più amata dagli italiani, Chiara Appendino, il nuovo sito che dovrà servire a fare da megafono ai buoni risultati amministrativi del M5S lungo lo stivale. Oggi, però, per Raggi potrebbe non essere il momento più giusto. Infatti, è fissato per oggi l’interrogatorio a Salvatore Romeo indagato per abuso d’ufficio nella vicenda della sua nomina a capo della segreteria politica del Campidoglio. Il reato ipotizzato è “in concorso” con Raggi, perché Romeo venne nominato dalla sindaca. Salgono così a due le indagini per abuso d’ufficio a carico di Raggi, già coinvolta nell’inchiesta legata alla nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele, a capo del dipartimento Turismo (nella quale risponde anche dell’accusa di falso in atto pubblico). Romeo è atteso per in mattinata, con il suo legale, davanti al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al pm Francesco Dall’Olio, ma non è escluso che l’atto istruttorio slitti a domani o venerdì.

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LO STIPENDIO Ancora prima delle verifiche effettuate dalla procura, la nomina di Romeo era stata criticata, l’estate scorsa, dall’allora capo di gabinetto Carla Raineri che dopo le dimissioni, in polemica con la sindaca, presentò un esposto dal quale partì l’indagine della procura sulle nomine capitoline. Inoltre Romeo presentò alla sindaca quel Raffaele Marra divenuto capo del personale del Comune prima di finire in carcere, lo scorso 16 dicembre. E, sempre Romeo, nel gennaio del 2016 intestò a Virginia Raggi le due polizze sulla vita, del valore complessivo di 33 mila euro, che pur non avendo implicazioni di carattere penale, hanno scatenato nell’ultima settimana un’ondata di polemiche sulla giunta capitolina. Nell’esposto presentato lo scorso 26 settembre da Raineri, si legge in merito alla nomina di Romeo: “Illustrai al sindaco che doveva ritenersi impossibile per un dipendente assunto a tempo indeterminato ricorrere all’istituto dell’aspettativa, per poi essere assunto dal medesimo ente con contratto a tempo determinato e la invitai a revocare la delibera”. Raineri aggiunge di aver spiegato a Raggi “che un siffatto comportamento avrebbe potuto configurare un’ipotesi di abuso di ufficio, laddove un tale meccanismo fosse stato posto in essere allo scopo di attribuire al dipendente un vantaggio economico altrimenti non conseguibile”. La nomina a capo della segreteria politica, arrivata per Romeo nell’estate del 2016, di fatto gli triplicò lo stipendio: da 39 mila euro lordi l’anno, a 110 mila, scesi successivamente a 93 mila dopo l’intervento dell’Autorità nazionale anticorruzione.

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POLIZZE VITA Mentre la sindaca ribadisce quotidianamente di essere determinata ad andare avanti, e di avere la fiducia del MoVimento, le grane giudiziarie di Palazzo Senatorio sembrano non avere termine e a finire indagato è proprio quel Salvatore Romeo che, dopo l’arresto di Marra e la notizia dell’indagine su alcune delle principali nomine effettuate da Raggi, si era dimesso da militante fedele, per non creare problemi alla sindaca. Era il dicembre scorso, da allora il nome di Romeo non è mai sparito dalle cronache politiche e giudiziarie fino a quando, il 2 gennaio, nel pomeriggio dell’interrogatorio fiume alla prima cittadina si è appreso delle polizze vita che le ha intestato sette mesi prima di diventare il suo braccio destro in Campidoglio: Raggi si dice “sconvolta”, “non ne sapevo nulla”, afferma prima davanti ai pm e poi davanti alle telecamere. La vicenda, sottolinea chi indaga, non ha implicazioni penali e i soldi investiti in assicurazioni da Romeo sono i suoi risparmi. Ma ancora non è dato sapere per quale motivo l’ex capo della segreteria politica del Campidoglio avesse scelto la sua futura “datrice di lavoro” per intestare le sue polizze qualche mese prima di assumere la prestigiosa, e molto ben retribuita, carica. Anche di questo si parlerà nell’interrogatorio.

 

MAZZI DI FIORI Gli inquirenti vogliono stabilire con chiarezza come Raggi arrivò a determinare il compenso di Romeo, nel passaggio dal Dipartimento comunale delle Partecipate in cui lavorava l’ex collaboratore al suo staff, di fatto triplicandolo. Il testo della delibera, firmata dalla sindaca Raggi, non offrirebbe alcun parametro preciso in merito e sarebbe questa indefinitezza ad aver dato impulso a questo filone d’approfondimento. La scelta della sindaca, d’altro canto, era stata stigmatizzata fin dalla firma della delibera dalla sua ex capo di Gabinetto Carla Raineri. La magistrata, nell’esposto successivo al suo abbandono clamoroso del Campidoglio, già configurava per quest’atto della sindaca il rischio di incorrere nell’abuso d’ufficio. Nuvola che va, temporale che s’annuncia in Campidoglio, nonostante le decine di mazzi di fiori, biglietti e dimostrazioni d’affetto che stanno raggiungendo la sindaca dal giorno del suo interrogatorio fiume, per i quali Raggi ringrazia in un video su facebook: “grazie a tutti, in questo momento non facile è quello che serve”.

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