Renzi-Hollande: priorità governo in Libia. Ora dobbiamo agire

Renzi-Hollande: priorità governo in Libia. Ora dobbiamo agire
9 marzo 2016

di Marco D’Auria

È la formazione di un governo in Libia, fondamentale “intanto per i libici”, ma anche per allegerire le tensioni in tutta l’area e per la lotta al terrorismo, la priorità su cui hanno insistito Matteo Renzi e Francois Hollande, e che è stata uno dei temi principali affrontati ieri nell’incontro bilaterale in corso a palazzo Ducale a Venezia. Con un’avvertenza: “Il tempo a loro disposizione non è infinito”, ha detto il premier italiano. “Dobbiamo fare di tutto perché ci sia un governo in Libia – ha echeggiato il presidente francese – che ha esortato a passare dalla parole ai fatti. “Dobbiamo agire, l’Europa deve agire. I nostri paesi, Italia e Francia, con questa partnership devono dimostrare che sono in grado di portare avanti iniziative per lottare contro il terrorismo. Decisione sono state prese, ora bisogna attuarle”. Per esempio, “sorvegliare gli spostamenti dei foreign fighters, che sono una minaccia per i nostri Paesi”. Per Renzi, “nonostante le difficolta, la comunità internazionale farà di tutto perché il governo possa ottenere la fiducia e noi speriamo che possa cominciare a lavorare per Tripoli”. Il premier italiano ha ricordato che quindici giorni fa c’è stato un intervento “contro il terrorismo, contro gli adepti di Daesh, che secondo inquirenti erano corresponsabili dell’attentato al museo Bardo a Tunisi. Azione – ha detto Renzi – di cui siamo stati informati io e e il presidente Mattarella. Naturale che tra partner paesi alleati queste informazioni ci siano. Quello che secondo me è importante è avere visione di lungo periodo sulla Libia, punto di approdo di tensioni molto forte di paesi africani”. Dopo l’incontro bilaterale è seguita la seduta plenaria, a cui hanno partecipato le delegazioni dei ministri di entrambi i Paesi, che hanno siglato una serie di accordi bilaterali sulla “finanza verde”, sull’avvio dei lavori della linea ad Alta Velocità della Torino-Lione e sulla mobilià dei giovani nel quadro del servizio civile.

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Renzi e Hollande, nella pausa tra le due riunioni, hanno incontrato i parenti di Valeria Solesin, la ricercatrice veneziana rimasta uccisa negli attentati di Parigi, con le 6 borse di studio in sua memoria “per non darla vinta ai terroristi e per continuare a lottare insieme per la libertà; la condivisione tra Italia e Francia di un “modello culturale capace di dare una risposta alle ansie degli uomini e delle donne del nostro tempo”. All’incontro anche i genitori del suo fidanzato, Andrea Ravagnani: “Ha deciso di rimanere a vivere a Parigi – ha detto Renzi al dopo la conferenza stampa – È’ stato un incontro molto bello. Credo che sia giusto che questo vertice sia stato fatto qui: per la bellezza di Venezia, per la storia straordinaria di questa città, per la relazione con la Francia ma anche e soprattutto per la memoria di Valeria”. Renzi ha quindi espresso ad Hollande un “senso di gratitudine per la consueta amicizia tra i popoli e senso urgenza per cose da fare nei prossimi mesi” tra cui “affrontare la questione dei flussi migratori e del rischio terrorismo.  Sul piano economico interno, il premier italiano ha di nuovo smentito eventuali manovre correttive. “Siamo abituati al linguaggio dell’Unione europea e delle sue istituzioni. E consideriamo un valore che ci sia uno stimolo costante a fare sempre meglio in termini di riduzione del debito e in generale di raggiungere determinati obiettivi – ha detto Renzi – Pensiamo che il lavoro svolto in questi anni sia straordinario e che il linguaggio usato dall’Ue sia assolutamente nella norma”. Quindi, rispetto al richiamo della Commissione UE sulla discrepanza tra le indicazioni europee e gli interventi del governo italiano sul debito pubblico, “non mi aspettavo nulla di diverso, anzi sono felice di poter smentire questi commentatori che pensavano che l’Italia avesse bisogno di una manovra correttiva e ora sono costretti a fare i conti con la realtà: i numeri del ministro Padoan sono reali”.

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Il premier ha quindi invitato a guardare anche gli altri Paesi: “Poi discutiamo di squilibri che credo abbiamo tutti i Paesi rispetto agli obiettivi di Maastricht e al fiscal compact, brillanti intuizioni votate dalle precedenti maggioranze e che ora se ne sono dimenticate. L’Italia – ha aggiunto Renzi – L’Italia è in linea e ci sono altri Paesi che hanno squilibri su deficit, debito e surplus commerciale. Il punto fondamentale – ha concluso – è che la Ue fa bene a richiamarci e darci obiettivi sempre più ambiziosi, ma l’Italia non avrà difficoltà a rispettare gli obiettivi che si è data, perché la fase in cui l’Italia non rispetta i compiti è finita”. Il presidente del Consiglio è tornato anche sul tema della flessibilità che deve essere, ha detto, “un valore per tutto: per l’immigrazione ma anche per l’economia. La flessibilità non è il contrario delle regole, ma è il contrario della chiusura e dell’approccio tecnocratico”. Infine, replicando a una domanda su una possibile futura integrazione Orange-Telecom, l’invito del premier a investire in Italia: “L’Italia è molto lieta di accogliere tutti gli imprenditori che hanno voglia di investire nel business di queste paese. Degli imprenditori che vanno all’estero a comprare società e di quelli che considerano il nostro paese interessante. Noi siam ben felici se si crea polo che valorizzi cultura italiana francese. Ma lasciamo che sia il mercato a fare la propria parte, è finito il tempo in cui si investiva a parole e non co i soldi. Lasciamo che siano i progetti a farsi avanti”.

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