Riflettori su Berlino, rischio Pil negativo nel II trimestre

13 agosto 2014

I riflettori dei mercati finanziari sono puntati su Berlino. Oggi saranno diffusi i dati sul pil tedesco nel secondo trimestre dell’anno con il serio rischio che anche la Germania scopra di vedere il segno meno. La locomotiva tedesca è in affanno, nel giro di due mesi i principali indicatori macroeconomici sono drasticamente peggiorati e solo marginalmente per le tensioni geopolitiche dell’Ucraina.
L’economia tedesca rappresenta quasi un terzo del pil dell’area euro e una battuta d’arresto avrebbe immediati riflessi sugli altri partner della moneta unica. Il consensus degli analisti indica per la Germania un Pil invariato nel trimestre aprile-giugno e un tasso di espansione su base annua in frenata all’1,5%. Nel primo trimestre l’economia tedesca marciava a un ritmo dello 0,8% trimestrale e un +2,3% su anno.
Diversi analisti tuttavia non nascondono il pessimismo sui numeri del Pil che si conosceranno domani. Alla Commerzbank stimano una contrazione dello 0,2% nel secondo trimestre mentre Morgan Stanley e Jp Morgan indicano un calo dello 0,1%.

A far prevedere una contrazione dell’economia tedesca, i dati della scorsa settimana con la gelata sull’economia italiana (Pil -0,2%) e soprattutto gli ordini all’industria che hanno accusato una pesante contrazione del 3,2% rispetto a una stima di +1,9%. Una flessione solo marginalmente legata alla crisi in Ucraina. Gli ordini dalla Russia sono rimasti stabili, piuttosto sono crollati del 10% quelli provenienti dai paesi del club dell’euro. Due dati, quindi, che influiranno negativamente sul consuntivo del secondo trimestre. Il superindice dell’Ocse, che misura le tendenze dell’economia, rileva che l’economia della Germania sta perdendo smalto, e oggi l’indice Zew ha mostrato il crollo della fiducia degli investitori con un valore appena superiore agli 8 punti rispetto ai 27 del mese scorso. Domani invece Eurostat diffonderà i dati sul pil dell’area euro.

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Il consensus indica una crescita dell’economia dello 0,1% e un +0,8% annuale. Nella migliore delle ipotesi si profila un lieve rallentamento dell’Eurozona che nel primo trimestre aveva registrato una crescita dello 0,2% mensile e dello 0,9% su base annuale. Si conferma dunque la fragilità dell’economia europea con la Bce di Mario Draghi che da inizio anno indica l’aumento dei rischi al ribasso del tasso di crescita. Un lieve segno positivo è atteso per l’economia francese. La stima media degli analisti mostra una crescita dello 0,1 rispetto al Pil invariato dei primi tre mesi e un +0,3% su base annuale. Meglio la Spagna che nel secondo trimestre ha registrato un tasso di espansione dell’economia pari allo 0,6%.

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