Rimosso cappuccino americano che accusa il Papa di rovinare la Chiesa

Rimosso cappuccino americano che accusa il Papa di rovinare la Chiesa
Papa Francesco
4 novembre 2017

La conferenza episcopale degli Stati Uniti ha sollevato dall’incarico di consulente del comitato dottrinale il cappuccino Thomas G. Weinandy, che in una lettera aperta aveva accusato il Papa di aver dato “a coloro che sostengono punti di vista teologici e pastorali rovinosi la licenza e la sicurezza di uscire in piena luce e di esibire la loro oscurità precedentemente nascosta”, ad esempio in materia di comunione ai divorziati risposati. “Una confusione cronica sembra contrassegnare il suo pontificato”, ha scritto Weinandy in una lettera pubblicata perché, ha spiegato egli stesso, “Gesù voleva che io scrivessi”. “La luce della fede, della speranza e dell’amore non è assente, ma troppo spesso è oscurata dall’ambiguità delle sue parole e azioni. Ciò alimenta nei fedeli un crescente disagio. Indebolisce la loro capacità di amore, di gioia e di pace”. Il cappuccino statunitense ha elencato quattro motivi della sua preoccupazione nella missiva aperta indirizzata a Jorge Mario Bergoglio: l’esortazione apostolica sulla famiglia Amoris laetitia con la quale il Papa apre, tra l’altro, alla possibilità di concedere la comunione ai divorziati risposati; il fatto che “troppo spesso la sua maniera d’agire sembra declassare l’importanza della dottrina della Chiesa”; il fatto che “i fedeli cattolici possono essere solo sconcertati dalle sue nomine di certi vescovi, uomini che non solo appaiono aperti verso quanti hanno una visione contrapposta alla fede cristiana, ma addirittura li sostengono e difendono”; il fatto che “incoraggiare una forma di ‘sinodalità’ che permette e promuove diverse opzioni dottrinali e morali all’interno della Chiesa può solo portare a una maggior confusione teologica e pastorale”.

E, infine, “lei – scrive Weinandy – ha incoraggiato spesso, soprattutto durante i due sinodi passati, tutte le persone, specialmente i vescovi, a parlare francamente e a non aver paura di ciò che il papa potrebbe pensare. Ma lei ha notato che la maggioranza dei vescovi di tutto il mondo stanno fin troppo in silenzio? Perché è così? I vescovi imparano alla svelta, e ciò che molti di loro hanno imparato dal suo pontificato non è che lei è aperto alla critica, ma che lei non la sopporta. Molti vescovi stanno in silenzio perché desiderano essere leali con lei, e quindi non esprimono – almeno in pubblico; in privato è un`altra cosa – le preoccupazioni che il suo pontificato alimenta”. “Il suo pontificato – conclude il cappuccino – ha dato a coloro che sostengono punti di vista teologici e pastorali rovinosi la licenza e la sicurezza di uscire in piena luce e di esibire la loro oscurità precedentemente nascosta. Nel riconoscere questa oscurità, la Chiesa umilmente sentirà il bisogno di rinnovare se stessa e così continuare a crescere in santità”. Il responsabile della comunicazione della conferenza episcopale statunitense, James Rogers, ha reso noto che padre Weinandy “ha rassegnato le sue dimissioni, immediatamente effettiva, dalla sua posizione di consultore della commissione episcopale per la dottrina”. Il presidente dei vescovi Usa, card. Daniel N. DiNardo di Galveston-Houston, ha chiosato che “come vescovi riconosciamo la necessità di discussioni oneste e umili sulle questioni teologiche e pastorale. Ma dobbiamo sembre ricordare quanto diceva sant’Ignazio di Olyola nei suoi esercizi spirituali, quando sottolineaca che ‘bisogna presupporre che ogni buon cristiano dev`essere più pronto a salvare una affermazione del prossimo che a condannarla’. Questo presupposto deve essere concesso tanto più al magistero del nostro Santo Padre”.

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