Salta tutto, Renzi verso il voto

30 luglio 2014

L’accordo sembrava fatto, ma all’ultimo momento qualcosa è saltato e Matteo Renzi ha colto l’occasione per tornare a fare la faccia dura: nessun cedimento ai “ricatti”, è stato l’input ai suoi, abbiamo fatto delle aperture, ci siamo mostrati disponibili, ora spieghino loro perché non ci stanno e, soprattutto, lo spieghino agli italiani. Le versioni sull’accaduto non coincidono, ovviamente: il Pd accusa Sel di aver deciso di mantenere gli emendamenti rimettendo tutto in discussione “perché volevano una telefonata di Renzi, un riconoscimento politico e garanzie sulla riforma elettorale”. Il partito di Vendola scarica ovviamente la colpa sul governo, che non avrebbe presentato concretamente le proposte di modifica ventilate ieri. Il risultato è uno scontro duro che il premier sembra determinato a portare avanti, convinto che il voto sulla riforma, prima o poi, ci sarà, e che lui guadagnerà solo consensi agli occhi dei cittadini. Una strategia, secondo molti, che ha una sola possibile spiegazione: rafforzare il rapporto con gli elettori in vista di un possibile voto nella prossima primavera.

Di sicuro, Renzi non fa niente per allentare la tensione, anzi. Prima manda il solitamente riservatissimo Luca Lotti in Senato a dire che Sel può scordarsi l’alleanza, dopo la guerriglia parlamentare: “Se ci attaccano per la riforma costituzionale non vorranno certo allearsi con noi alle elezioni…”. Poco dopo tocca al ministro Maria Elena Boschi chiarire il concetto: “Noi ci siamo dichiarati aperti a un confronto, disponibili, ma non possiamo cedere al ricatto dell’ostruzionismo. Per cui, con calma, andremo avanti”. Quindi, in serata, è lo stesso Renzi a ‘sparare’ con un post su facebook: “Le sceneggiate di oggi dimostrano che alcuni senatori perdono tempo per paura di perdere la poltrona. Noi andiamo avanti e alla fine saranno i cittadini con il referendum a giudicare chi avrà ragione”.

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Il premier si sente forte, Lotti ha parlato anche con Denis Verdini al Senato e la convinzione è che anche sulla legge elettorale si riuscirà a trovare una quadra. Qualcuno, come Gianni Cuperlo, auspica che sia Vendola, a questo punto, a fare un passo e a chiamare Renzi. Un gesto che il premier non sta certo facilitando, visto che anche in serata, con i suoi, si diceva soddisfatto del funzionamento del meccanismo del ‘canguro’, che taglia gli emendamenti, poi aggiungeva: abbiamo fatto aperture sostanziali e ci hanno risposto picche, noi ora si va avanti tranquilli. Verso l’approvazione delle riforme, ma forse, anche verso elezioni in primavera, visto che i dati sull’economia adesso preoccupano davvero il governo. (TMNews)

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