Scontro diplomatico alla Casa Bianca: Trump accusa il Sudafrica di “genocidio dei bianchi”

Il presidente statunitense Donald Trump e l'omologo sudafricano Cyril Ramaphosa

Il presidente statunitense Donald Trump e l'omologo sudafricano Cyril Ramaphosa

Scintille e accuse incrociate hanno caratterizzato l’incontro di ieri nello Studio Ovale tra il presidente statunitense Donald Trump e l’omologo sudafricano Cyril Ramaphosa. Al centro del confronto, trasmesso in diretta mondiale, la presunta persecuzione degli agricoltori bianchi in Sudafrica, tema che da mesi infiamma i rapporti diplomatici tra i due Paesi.

Trump all’attacco: “Rifugiati in fuga dal genocidio”

“Stiamo accogliendo persone che fuggono dalla persecuzione”, ha tuonato Trump mostrando alle telecamere un fascicolo di fotografie e articoli che documenterebbero violenze contro gli afrikaner. Il riferimento è al recente gruppo di 49 agricoltori bianchi sudafricani a cui l’amministrazione americana ha concesso lo status di rifugiati.

“In genere sono contadini bianchi e stanno fuggendo dal Sudafrica, è una cosa molto triste da vedere”, ha incalzato il presidente americano, che non ha esitato a proiettare nello Studio Ovale un documentario sulle violenze subite dai farmer bianchi. “Le loro terre vengono espropriate, vengono uccisi e il governo non fa nulla”, ha affermato categoricamente Trump.

La replica di Ramaphosa: “Accuse infondate”

Visibilmente irritato ma mantenendo toni diplomatici, l’ex negoziatore di Nelson Mandela ha respinto fermamente le accuse: “Non c’è bisogno che dica io che non c’è il genocidio degli afrikaner, basta che ascolti i suoi amici sudafricani qui”, ha dichiarato Ramaphosa, riferendosi ai campioni di golf Ernie Els e Retief Goosen, appositamente portati alla Casa Bianca per ammorbidire l’atmosfera.

“In Sudafrica abbiamo una democrazia multipartitica. Gli atti di violenza sono opera di una minoranza di estremisti”, ha precisato il presidente sudafricano, sottolineando che “questa non è la politica del governo”. Quando Trump lo ha interrotto più volte sostenendo “Ma gli permettete di prendere loro la terra”, Ramaphosa ha ribattuto secco: “No. Nessuno può prendere la terra”.

Crisi diplomatica sullo sfondo

La visita di Ramaphosa arriva in un momento di grave crisi delle relazioni bilaterali. Lo scorso febbraio, Trump ha firmato un ordine esecutivo per tagliare tutti i finanziamenti americani al Sudafrica, seguito a marzo dall’espulsione dell’ambasciatore sudafricano da Washington.

Fonti diplomatiche rivelano che il nodo del contendere è la controversa riforma agraria firmata da Ramaphosa a gennaio: una legge che consente al governo di Pretoria di espropriare terreni senza indennizzi quando ritenuto di pubblico interesse. Una misura che, secondo Ramaphosa, mira a “correggere gli squilibri dell’apartheid” che vedono il 7% della popolazione – i bianchi – controllare tre quarti delle aziende agricole del Paese. Per l’amministrazione Trump si tratta invece di una “legge razzista” che avrebbe già spinto centinaia di afrikaner a chiedere asilo politico negli Stati Uniti.

Convergenze sull’Ucraina, silenzio su Gaza

Al di là dello scontro frontale sugli agricoltori bianchi, i due leader hanno trovato un terreno di intesa sul dossier ucraino, con Ramaphosa che ha espresso “pieno sostegno” agli sforzi americani per la pace.

Significativo il silenzio sul conflitto in Medio Oriente: una questione potenzialmente esplosiva, considerando che nel dicembre 2023 il Sudafrica ha denunciato Israele alla Corte Internazionale di Giustizia per “genocidio” nella Striscia di Gaza.

Gli osservatori più attenti hanno notato come, verso la fine dell’incontro, di fronte alle insistenti domande di Trump sui “criminali non arrestati”, il presidente sudafricano abbia scelto la via del silenzio, evitando ulteriori escalation davanti alle telecamere.

L’incontro, conclusosi senza accordi concreti, segna un ulteriore deterioramento nei rapporti tra Washington e Pretoria, con possibili ripercussioni economiche per il Sudafrica, per cui gli Stati Uniti rappresentano il secondo partner commerciale.