Si dimettono i consiglieri, sindaco di Padova a casa. E’ scontro FI-Lega

Si dimettono i consiglieri, sindaco di Padova a casa. E’ scontro FI-Lega
12 novembre 2016

Dopo mesi di crisi strisciante e scontri interni alla maggioranza del comune di Padova, la svolta e’ arrivata nella notte fra l’11 e il 12 novembre: cosi’ come avvenuto poco piu’ di un anno fa a Roma con la giunta Marino, 17 consiglieri comunali su 32 hanno scelto di presentarsi davanti al notaio per dimettersi e staccare cosi’ la spina all’amministrazione del leghista Massimo Bitonci (foto). Una querelle locale che pero’, considerato che fra le fila dei dimissionari ci sono anche membri di peso di quella che era la maggioranza, e in particolare di due consiglieri di Forza Italia, ha fatto da subito esplodere tensioni a livello nazionale fra gli azzurri e la Lega Nord. Una circostanza inevitabile, considerato che proprio oggi il leader del Carroccio, Matteo Salvini, ha convocato a Firenze sindaci e alleati per dire no al referendum e lanciare la sua Opa sulla guida del centrodestra, mentre proprio a Padova Stefano Parisi ha spiegato che “Salvini non e’ una risposta” e che i problemi “non si risolvono con la ruspa”.

A nulla sono valsi gli inviti alla prudenza arrivati ieri a Padova sia dai vertici della Lega che da personaggi molto ascoltati in Forza Italia, come Niccolo’ Ghedini, l’avvocato del premier che e’ originario proprio della citta’ veneta. La frattura interna alla maggioranza che sosteneva Bitonci era ormai insanabile e le firme che di fatto sfiduciano il sindaco, gia’ primo cittadino della vicina Cittadella e capogruppo del Carroccio al Senato, sono arrivate lo stesso. Una mossa che ha mandato su tutte le furie i leghisti. Se Bitonci e’ pronto “a ricandidarsi e a tornare in Comune, questa volta senza traditori”, il segretario veneto della Lega, Gianantonio Da Re, punta il dito contro i forzisti che siedono nella giunta regionale, guidata da Luca Zaia. “Se FI ha ritenuto di dover uscire da Palazzo Moroni abbia la coerenza di uscire anche da Palazzo Balbi; che cosa verrebbe a farci? Da questa notte la politica e’ radicalmente cambiata. Sia a livello nazionale che locale e’ chiaro a tutti che ci sono due Forze Italia, a Padova come in Italia. Il tema e’ andare d’accordo con quella Forza Italia che vuole stare all’opposizione di Renzi, e invece i traditori che vogliono supportare questo governo e magari dicono di si’ al referendum vanno mandati a casa”, ha aggiunto Bitonci.

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Che, ovviamente, ha incassato il supporto interno di tutto il partito, da Salvini allo stesso Zaia, secondo cui si e’ scritta “una pagina ignobile di storia. Non capisco i due consiglieri di Forza Italia, che sono andati a rassegnare le dimissioni e a mandare a casa il sindaco della Lega Nord il giorno prima di questa manifestazione, quasi un messaggio a Salvini”, ha detto nel pomeriggio l’ormai ex primo cittadino di Padova dal palco di Firenze, dove ha parlato di una congiura. E poco conta che Forza Italia abbia sospeso dal partito e deferito ai probiviri per l’espulsione i due consiglieri che con le loro firme hanno determinato la caduta di Bitonci, come comunicato dal responsabile organizzazione del partito, Gregorio Fontana, secondo cui si e’ trattato di un “errore gravissimo”: Lega e Forza Italia sono, ancora una volta, ai ferri corti.

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