Si sono dimessi i due fondatori di Instagram, ecco perché

25 settembre 2018

Instagram: si dimettono Systrom e Krieger, i due fondatori Si sono detti pronti “per un nuovo capitolo” New York, 25 set. (askanews) – Kevin Systrom e Mike Krieger, i due fondatori di Instagram, hanno presentato le dimissioni e lasceranno la società, ora in mano a Facebook, nelle prossime settimane. In una nota, hanno detto di essere “pronti per il nostro prossimo capitolo”; prima, però, si concederanno una pausa. Systrom, l’attuale amministratore delegato, e Krieger, il direttore tecnico, hanno creato la app per la condivisione di immagini nel 2010; due anni dopo, l’hanno venduta a Facebook per un miliardo di dollari. Negli ultimi mesi, secondo le fonti del Wall Street Journal, i due fondatori si sono scontrati con Facebook sull’autonomia di Instagram. Nel premercato, il titolo di Facebook perde il 2,2 per cento.

Ecco perché si sono dimessi

Con poche frasi, i fondatori di Instagram Kevin Systrom e Mike Krieger hanno annunciato il loro addio a Facebook. Dietro le formule di circostanza, si intravede il conflitto con Mark Zuckerberg. E cosi’ alcune mosse degli scorsi mesi acquisiscono un nuovo significato.

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– COSA HANNO DETTO I FONDATORI: “Mike e io – scrive Kevin Systrom – siamo grati per gli ultimi otto anni di Instagram e per i sei trascorsi con il team di Facebook. Siamo cresciuti da 13 persone a piu’ di mille, con uffici in tutto il mondo. Abbiamo costruito prodotti usati e amati da una comunita’ di oltre un miliardo di utenti. Adesso siamo pronti ad iniziare un nuovo capitolo”. “Stiamo pensando di prenderci un po ‘di tempo libero per stimolare la nostra curiosita’ e la nostra creativita’. Costruire cose nuove richiede di fare un passo indietro, capire cosa ci ispira e abbinarlo a cio’ di cui il mondo ha bisogno. Questo e’ cio’ che intendiamo fare”. “Rimaniamo entusiasti per il futuro di Instagram e Facebook nei prossimi anni, mentre passiamo da leader a due utenti su un miliardo. Non vediamo l’ora di vedere cosa faranno queste aziende innovative e straordinarie”.

– I TEMPI DELLA ROTTURA: Le dichiarazioni di addio hanno formule istituzionali, che poco dicono sui motivi della scelta. Tuttavia, non mancano in queste poche righe alcuni indizi. Innanzitutto sui tempi e i modi. E’ un’anomalia che entrambi i co-fondatori salutino nelle stesso momento. Segno di un disaccordo profondo con i vertici di Facebook, non solo a livello personale ma legato al prodotto. Il grande precedente era stato diverso: i due fondatori di Whatsapp si erano dimessi a qualche mese di distanza l’uno dall’altro. Nonostante le probabili tensioni, sembra poi che la decisione di Krieger e Systrom sia stata piuttosto improvvisa. Il ceo aveva infatti confermato la propria presenza a due conferenze di The Information (il 18 ottobre) e del Wsj (il 13 novembre).

LE FRECCIATE A FACEBOOK: Tra le righe c’e’ un complimento a Facebook (“azienda innovativa e straordinaria”). Ma mancano i nomi. Non vengono citati ne’ Mark Zuckerberg ne’ il suo braccio destro Sheryl Sandberg. Sarebbe stata buona norma istituzionale indicare perlomeno il nome del ceo. Il messaggio contiene la volonta’ di “costruire cose nuove”. Proposito inusuale. Spesso i manager uscenti si fermano a un vago “ricaricare le batterie” e non vanno oltre. Si parla poi di fare “un passo indietro” per riscoprire “curiosita’ e creativita’”. Vuol dire che in Facebook non avevano piu’ la liberta’ di farlo? Di sicuro i movimenti degli ultimi mesi raccontano una volonta’ di maggior controlla da parte di Mark Zuckerberg.

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– IL CONTROLLO DI ZUCKERBERG: Uno dei motivi dello scontro tra i fondatori di Instagram e Mark Zuckerberg sarebbe stata la volonta’ di una maggiore integrazione. In un momento di difficolta’, il social-capogruppo vorrebbe pescare dal successo di Instagram. Che cresce di piu’, ha un pubblico piu’ giovane ed e’ riuscito a passare indenne dalla bufera Cambridge Analytica. La volonta’ di Zuckerberg si legge nelle funzioni testate e lanciate ultimamente e nella riorganizzazione dei vertici. Ci sarebbe allo studio un’app legata a Instagram dedicata all’e-commerce e l’arrivo di un tasto “repost” (simile al “condividi” di Facebook). Il primo e’ un modo per monetizzare; il secondo esporrebbe il social delle foto a una maggiore diffusione di fake news. Nella conferenza successiva all’ultima trimestrale, Zuckerberg aveva indicato alcuni dati.

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Erano parsi dettagli, che pero’ oggi acquisiscono un altro peso. Con un incremento degli utenti fiacco, il fondatore aveva inaugurato una nuova nuova metrica: il numero degli utenti che utilizzano almeno un’app del gruppo (Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger): 2,5 miliardi. Piu’ che un dato, un messaggio sulla volonta’ di maggiore integrazione. Se Facebook e’ in difficolta’, Instagram deve correre in aiuto. Sempre dopo l’ultima trimestrale, Zuckerberg aveva poi sottolineato un elemento che era parso gratuito, oltre che difficile da provare: “Crediamo che Instagram sia stata in grado di crescere all’interno di Facebook piu’ del doppio di quanto avrebbe fatto da solo”. Dopo le dimissioni di Systrom e Krieger, sembra piu’ una stoccata ai fondatori che un’indicazione per gli analisti.

UNA NUOVA GERARCHIA: Guardando alla governance, Zuckerberg ha chiamato nella capogruppo Marne Levine, ex coo di Instagram e oggi capo globale di Facebook per lo sviluppo del business. La direttrice delle “politiche pubbliche” di Instagram, Nicole Jackson Colaco, ha salutato la compagnia quest’anno. Ma la mossa piu’ significativa era arrivata a maggio. Kevin Weil (vicepresidente di Instagram con delega allo sviluppo del prodotto) trasferito alla guida di un team interno dedicato all blockchain. Al suo posto e’ arrivato Adam Mosseri. Mosseri non e’ un manager qualsiasi: e’ molto vicino a Zuckerberg ed e’ stato l’uomo che ha scolpito il NewsFeed (cioe’ la sezione in cui vediamo scorrere i post secondo una gerarchia definita da un algoritmo). Lo spostamento di Mosseri era stato visto non solo come un modo per migliorare il feed di Insagram, ma anche come un modo per aumentare il controllo sulla piattaforma. E proprio Mosseri sembra in prima fila per diventare nuovo ceo.

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– GLI ALTRI ADDII: Con il saluto di Kevin Systrom e Mike Krieger, si allunga la lista dei fondatori di controllate che hanno lasciato Facebook. I padri di WhatsApp hanno lasciato uno per volta. Prima Brian Acton, poi Jan Koum. A quanto pare sarebbero stati contrari alla spinta di Zuckerberg per monetizzare la piattaforma. E soprattutto all’uso disinvolto dei dati degli utenti. A marzo, Acton, gia’ fuori dalla compagnia, rilanciava su Twitter la campagna #deletefacebook. Pochi giorni dopo, il 30 aprile, sarebbero arrivate le dimissioni di Koum. Prima incoronato, poi emarginato e infine escluso da Facebook: e’ stato il destino di Palmer Lucky, il fondatore di Oculus. Sarebbe dovuto essere, anche per la sua bizzarria che lo aveva reso idolo social, l’astro nascente di Menlo Park. Invece prima inciampa nel finanziamento di una societa’ che produce contenuti social per dileggiare Hillary Clinton nella corsa presidenziale. Poi costringe Facebook ad andare in tribunale per difendere Oculus da un presunto furto di brevetti. Risultato: quando c’e’ da scegliere il vicepresidente di Facebook con delega alla realta’ virtuale, Zuckerberg preferisce pescare un esterno. Da Xiaomi arriva Hugo Barra. Pochi mesi dopo, nell’aprile 2017, Luckey saluta.

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