Tokyo2020, Imperatore preoccupato aprirà Giochi senza entusiasmo

Tokyo2020, Imperatore preoccupato aprirà Giochi senza entusiasmo
22 luglio 2021

È un Imperatore preoccupato, con tutta probabilità contrariato, quello che il 23 luglio darà ufficialmente l’avvio alla 32ma Olimpiade dell’era moderna a Tokyo, nel bel mezzo di una nuova ondata di contagi da Covid-19. Naruhito, da due anni sul Trono del Crisantemo, si limiterà a formulare la dichiarazione di apertura dei Giochi, mentre non andrà ad assistere a gare, che per lo più saranno senza pubblico. Alla cerimonia inaugurale non si recherà l’imperatrice consorte Masako e nessun altro membro della Casa imperiale nipponica. Il Tenno ci sarà, insomma, perché l’Imperatore non può esimersi dal presenziare a un evento da cui dipende l’immagine internazionale del Paese, ma sarà una toccata-e-fuga.

Si era persino pensato che potesse aprire l’evento a distanza, ipotesi poi esclusa. Così sappiamo che Naruhito il 22 luglio incontrerà il vertici del Comitato internazionale olimpico e il 23 i dignitari stranieri – tra i quali il presidente francese Emmanuel Macron e la first lady statunitense Jill Biden – in un formato rapido, senza banchetti o incontri che prevedano una presenza lunga. Poi andrà allo Stadio nazionale e lì pronuncerà la formula di apertura dei Giochi, sulla quale non c’è ancora alcuna certezza. Solitamente, infatti, in essa è contenuta la parola “celebriamo le Olimpiadi”, ma l’Agenzia della Casa imperiale ha fatto capire – secondo quanto ha detto un funzionario del governo all’agenzia di stampa Kyodo – che, in un anno di grande sofferenza a causa della pandemia, l’Imperatore non intende usare parole che suggeriscano lietezza.

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In effetti dall’Agenzia della Casa imperiale è stata fatta filtrare nelle scorse settimane l'”estrema preoccupazione” dell’Imperatore. Il gran ciambellano Yasuhiko Nishimura, in maniera piuttosto irrituale, ha detto di “supporre che l’Imperatore sia preoccupato per il fatto che l’evento possa portare a un’espansione dell’infezione Covid-19”. L’affermazione ha la giusta dose di obliquità istituzionale – il capo dell’agenzia imperiale “suppone” che l’Imperatore sia preoccupato per le Olimpiadi – e mantiene la posizione del Tenno su un livello di correttezza costituzionale, ma è anche molto chiara rispetto a un governo – quello guidato da Yoshihide Suga – che ha deciso di proseguire a ogni costo nell’organizzazione dell’evento.

L’Imperatore, dal canto suo, non può in alcun caso assumere posizioni, esprimere preferenze o fare dichiarazioni politiche. La Costituzione giapponese recepisce infatti il modello dell’Imperatore-simbolo (Shocho-Tenno), che deve incarnare in qualche modo il popolo giapponese nella sua interezza, senza avere alcun potere di natura esecutiva o legislativa. Si tratta di qualcosa di molto diverso dalla monarchia costituzionale di stile anglosassone: molto più forte da un punto di vista simbolico, estremamente più debole per quanto riguarda l’esercito concreto del potere. La ritrosia di un Imperatore giapponese per le Olimpiadi è una novità, legata ovviamente alla pandemia. La Casa imperiale è sempre stata in prima linea negli eventi olimpici che hanno interessato il Giappone e ha sempre usato questo palcoscenico per accrescere la simpatia popolare nei suoi confronti e l’immagine del Giappone a livello internazionale.

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Nel 1964 l’imperatore Showa (Hirohito) – che non godeva di buona stampa a livello globale visto il suo ruolo nella Seconda guerra mondiale – non solo diede l’avvio ai Giochi olimpici, ma andò ad assistere anche ad alcune gare. Alla cerimonia d’inaugurazione presero parte anche l’Imperatrice, il principe ereditario e altri membri della Casa imperiale. Hirohito poi bissò anche con le Olimpiadi invernali di Sapporo del 1972, mentre il padre di Naruhito – Akihito, oggi imperatore emerito – dichiarò l’apertura delle Olimpiadi invernali di Nagano nel 1998. Il raffronto con l’esiguità della presenza della Casa imperiale alle Olimpiadi, fortemente impopolari tra i giapponesi, mette Naruhito in sintonia con l’opinione del suo popolo, mentre l’attuale primo ministro Suga, che è comunque frutto di una selezione democratica, è a un livello di consenso fotografato dai sondaggi come desolante. Cosa questo voglia dire nel prosieguo del mandato del governo – visto che a ottobre ci saranno elezioni politiche – e quale possa essere la ricaduta istituzionale sul ruolo dell’Imperatore stesso, lo si capirà solo con il passare del tempo. askanews

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