Trump minaccia l’Europa con dazi del 50%. Gli economisti avvertono: “Mercati già in fibrillazione”

Washington accusa Bruxelles di lentezze nei negoziati, mentre l’UE prepara la risposta. L’Italia divisa tra Salvini che critica l’Europa e Meloni che gioca un ruolo di mediazione

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Donald Trump sta alzando la posta nello scontro commerciale con l’Unione Europea. Fonti vicine all’amministrazione americana rivelano che la Casa Bianca starebbe valutando l’introduzione di dazi fino al 50% su una vasta gamma di prodotti europei, con un possibile annuncio già a partire dal 1° giugno.

Una mossa che, se confermata, segnerebbe un’escalation senza precedenti nelle relazioni transatlantiche, rischiando di innescare una vera e propria guerra commerciale.

Secondo il Wall Street Journal, alla base della decisione ci sarebbe la crescente irritazione di Washington per i negoziati con Bruxelles, giudicati troppo lenti e poco incisivi. I consiglieri di Trump avrebbero espresso in più occasioni il loro malcontento ai funzionari europei, lamentando un approccio eccessivamente cauto.

Le richieste degli USA: streaming, auto e antitrust

Tra i dossier che stanno alimentando le tensioni, spiccano alcune questioni chiave per l’amministrazione americana:

  • Tariffe sui servizi digitali: gli USA chiedono all’Europa di applicare dazi su piattaforme come Netflix e Spotify, attualmente esenti da alcune imposte locali.
  • Normative automobilistiche: Washington vuole regole più flessibili per favorire l’export delle case automobilistiche americane.
  • Multe antitrust: l’UE ha imposto sanzioni miliardarie a colossi come Google e Apple, suscitando le proteste degli USA.
  • Allineamento contro la Cina: Trump vorrebbe che l’Europa adottasse una linea più dura su Pechino, introducendo dazi comuni, ma finora Bruxelles ha resistito.

L’Europa risponde: “Pronti a difenderci, ma aperti al dialogo”

“L’UE è pronta a negoziare in buona fede, ma il commercio deve basarsi sul rispetto reciproco, non sulle minacce. Difenderemo i nostri interessi.”

– Maroš Šefčovič, Commissario UE al Commercio

Anche Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), ha invitato alla calma, definendo la retorica di Trump tipica di un “vetero-contrattualista” che cerca di spaventare l’avversario. “Servono nervi saldi e una strategia unitaria”, ha sottolineato.

I rischi per l’economia: mercati in allerta

Gli analisti avvertono che una guerra dei dazi avrebbe conseguenze pesanti per entrambe le sponde dell’Atlantico. Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, ha ricordato che l’aumento del debito pubblico americano (stimato in 3.000 miliardi in 10 anni) e le tensioni commerciali stanno già creando instabilità nei mercati finanziari.

“L’incertezza è aumentata, e questo si traduce in maggiore volatilità”, ha spiegato Cavallari durante il Festival dell’Economia di Trento. “L’Europa deve rafforzare la sua competitività, soprattutto in settori come la tecnologia, dove rischiamo di rimanere indietro rispetto a Cina e India.”

L’Italia divisa: Salvini contro Bruxelles, Meloni mediatrice

In Italia, le reazioni alla crisi sono state contrastanti. Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, ha puntato il dito contro l’UE:

“Se Trump chiude accordi con tutti tranne che con l’Europa, il problema non è lui, ma Bruxelles. Serve una interlocuzione seria.”

Dall’altra parte, Paolo Gentiloni, ex premier e copresidente della Task Force ONU sul debito, ha criticato l’isolamento europeo:

“I leader devono farsi sentire, ma in modo maturo. Se arrivano dazi del 50%, Paesi come Italia e Germania, che vivono di export, saranno i più colpiti.”

Intanto, Giorgia Meloni sembra giocare un ruolo cruciale come mediatrice, grazie al suo rapporto privilegiato con Trump. Secondo il ministro Luca Ciriani, la premier sta lavorando per “evitare una guerra commerciale che lascerebbe l’Europa in ginocchio.”

Cosa succederà ora?

Se Trump confermerà i dazi, l’UE potrebbe rispondere con contromisure mirate, colpendo settori sensibili per gli USA come l’agricoltura (soia, carne bovina, whiskey) o aumentando le tasse sulle Big Tech.

Intanto, il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha lasciato intendere che “grandi accordi commerciali potrebbero essere annunciati a breve”, lasciando aperta una finestra per una soluzione negoziata.

Ma il tempo stringe, e se l’Europa non troverà una strategia unitaria, rischia di pagare un prezzo altissimo in termini di export, occupazione e stabilità economica. La prossima settimana potrebbe essere decisiva.