Trump raddoppia i dazi su acciaio e alluminio, escalation tensioni commerciali. Merz a Washington

acciaiolamierafabbrica (1)

Gli Stati Uniti hanno intensificato la guerra commerciale globale raddoppiando i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio dal 25% al 50%, una mossa che ha colpito alleati e partner commerciali in tutto il mondo. La decisione, annunciata dal presidente Donald Trump la scorsa settimana e formalizzata martedì, è entrata in vigore ieri mercoledì 4 giugno, segnando un’escalation significativa nelle tensioni commerciali internazionali.

Un protezionismo in crescita

I dazi al 25% erano già in vigore da metà marzo, ma l’amministrazione Trump ha giustificato l’aumento come necessario per “favorire la produzione nazionale” e rendere meno conveniente l’acquisto di metalli dall’estero. Tuttavia, questa strategia protezionistica si scontra con la realtà di un settore metallurgico americano in crisi da tempo, che potrebbe non essere in grado di soddisfare rapidamente un eventuale aumento della domanda interna.

L’aumento dei dazi si applica a tutti i paesi ad eccezione del Regno Unito, che rimane l’unico ad aver concluso un accordo commerciale con Washington dopo il caos causato dall’imposizione di dazi “altissimi” ad aprile, successivamente sospesi. Attualmente, gli Stati Uniti mantengono dazi del 10% su tutte le importazioni, con piani di aumenti sostanziali programmati per luglio, oltre a dazi aggiuntivi su prodotti specifici come le automobili e su paesi particolari come la Cina.

Le reazioni internazionali

Unione europea: ottimismo cauto

Il commissario UE al Commercio, Maros Sefcovic, ha definito l’aumento “davvero una sorpresa”, ma ha mantenuto un tono ottimista sui negoziati in corso. Dopo discussioni tecniche e scambi con Howard Lutnick e Jamieson Greer, Sefcovic ha dichiarato di essere “convinto che possiamo ottenere un risultato positivo”, citando progressi concreti nelle trattative.

“Ciò che mi rende ottimista è che vedo i progressi. So da dove siamo partiti, conosco le posizioni iniziali e vedo come stiamo avanzando”. Il funzionario europeo ha inquadrato la questione in termini più ampi, ricordando che UE e USA rappresentano circa il 30% del commercio globale e che un malfunzionamento nelle loro relazioni avrebbe ripercussioni sull’intero sistema economico mondiale.
L’UE ha sospeso le proprie contromisure, “già pronte e approvate dagli Stati membri”, per mantenere aperto uno spazio negoziale. Cruciale è l’accordo tra la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen e Trump per trovare una soluzione entro il 9 luglio, quando entreranno in vigore ulteriori pesanti dazi sulle industrie europee.

Messico: minacce di ritorsioni

La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha reagito con durezza, definendo i dazi “un ordine ingiusto e privo di base legale”. Il Messico ha minacciato contromisure già dalla prossima settimana se i negoziati con Washington non produrranno risultati. Sheinbaum ha sottolineato che il suo paese ha storicamente un disavanzo commerciale nell’acciaio con gli Stati Uniti, importando più di quanto esporti. “Non siamo d’accordo, non lo riteniamo giusto né sostenibile, perché fa aumentare i prezzi per tutti”

Il contesto geopolitico più ampio

Le tensioni commerciali si inseriscono in un quadro geopolitico complesso. Trump ha recentemente commentato sui suoi rapporti con il leader cinese Xi Jinping, definendolo “molto duro” e ammettendo che è “estremamente difficile raggiungere un accordo” nel mezzo dello stallo commerciale sui dazi.

Parallelamente, il cancelliere tedesco Friedrich Merz si recherà a Washington per la sua prima visita ufficiale, con all’ordine del giorno non solo la disputa sui dazi, ma anche gli sforzi per terminare la guerra in Ucraina e la risposta Nato alle minacce esterne.

Il problema della sovraccapacità globale

Sefcovic ha identificato il vero problema di fondo: l’eccesso di capacità produttiva globale, con riferimento indiretto alla Cina come principale esportatore mondiale. “Il mio appello è stato: non prendiamoci di mira a vicenda, ma lavoriamo insieme per affrontare il problema della sovraccapacità globale”, ha dichiarato il commissario europeo.

L’Europa esporta negli Stati Uniti poco più di 4 milioni di tonnellate di acciaio altamente specializzato, necessario per produzioni particolari dell’industria americana, suggerendo che l’UE non rappresenta il vero problema per Washington.

Prospettive future

Con dazi che potrebbero aumentare ulteriormente a luglio e negoziati ancora in corso, il mondo economico osserva con preoccupazione l’evolversi di questa guerra commerciale. Le parole di Trump su Truth Social – “il nostro Paese non ha neanche una piccola possibilità di sopravvivenza economica” senza la capacità di rispondere ai dazi altrui – suggeriscono un approccio sempre più aggressivo al protezionismo americano.

La sfida per i partner commerciali degli Stati Uniti sarà quella di bilanciare la necessità di proteggere i propri interessi economici con il mantenimento di relazioni diplomatiche costruttive, in un momento in cui la cooperazione internazionale appare più fragile che mai.