Un inizio solenne, Leone XIV benedice la politica: pace, diritti e solidarietà

Papa Leone XIV
Piazza San Pietro si è trasformata in un teatro di fede, emozione e storia per la messa di inizio pontificato di Papa Leone XIV. Un lungo e spontaneo applauso ha accolto il nuovo Pontefice, mentre la folla – composta da decine di migliaia di fedeli provenienti da ogni continente – affollava ogni spazio disponibile, sotto lo sguardo vigile di una flotta di droni della Polizia di Stato, impegnata a garantire la sicurezza in un evento di portata mondiale: la solenne Messa di insediamento in Piazza San Pietro, dove il 267° successore di San Pietro, Robert Francis Prevost, prenderà formalmente possesso del suo ministero come Vescovo di Roma e pastore universale della Chiesa cattolica.
L’atmosfera era carica di attesa e partecipazione: già nelle prime ore del mattino, oltre diecimila persone avevano varcato i varchi di sicurezza, mentre il Papa percorreva la via della Conciliazione in Papamobile, benedicendo la folla e fermandosi a salutare e accarezzare alcuni neonati. Un’immagine potente, che ha restituito il senso di una Chiesa vicina, accogliente, radicata nella tradizione e proiettata verso il futuro.
La tradizione che si fa storia
La cerimonia ha preso avvio con il rito nella “Nicchia dei Pallii”, sotto l’Altare della Confessione, dove Papa Leone XIV ha pregato insieme ai Patriarchi delle Chiese Orientali presso il sepolcro di San Pietro. In questo luogo carico di significato sono stati posti il Pallio e l’Anello del Pescatore, simboli del ministero petrino che incarnano la responsabilità del vescovo di Roma come pastore universale e “pescatore di uomini”.
La processione solenne, guidata da una lunga fila di cardinali, ha visto i diaconi portare in processione i simboli papali verso l’esterno della Basilica. L’imposizione del Pallio è stata affidata al cardinale Protodiacono Dominique Mamberti, mentre l’Anello del Pescatore è stato consegnato dal cardinale Luis Antonio Tagle, con l’arcivescovo di Kinshasa a pronunciare l’orazione. Tre cardinali dei tre ordini – Diaconi, Presbiteri e Vescovi – e di tre diversi continenti hanno sottolineato la dimensione universale della Chiesa e la sua apertura alle diversità.
Sul sagrato, accanto all’altare, campeggiava l’effigie della Madonna del Buon Consiglio, proveniente dal santuario mariano di Genazzano, profondamente cara al nuovo Pontefice. Dal cancello centrale della Basilica, un grande arazzo raffigurante la pesca miracolosa – ispirato ai cartoni di Raffaello per la Cappella Sistina – evocava il dialogo tra Gesù e Pietro, fulcro simbolico della liturgia e della missione apostolica.
Fede, dialogo e politica
La messa di inizio pontificato ha visto la partecipazione di 15 Patriarchi, arcivescovi e Metropoliti Orientali, 75 rappresentanti di altre religioni, 200 cardinali celebranti e oltre 750 tra vescovi e sacerdoti. Un mosaico di volti e culture che ha reso visibile la vocazione universale della Chiesa cattolica e il suo dialogo costante con le altre confessioni e religioni.
Sul fronte politico, la presenza di leader mondiali ha assunto un significato particolare: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha abbracciato la premier italiana Giorgia Meloni e stretto la mano al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in un gesto che ha unito simbolicamente la diplomazia internazionale alla spiritualità dell’evento. La delegazione russa, guidata dall’ambasciatore Ivan Soltanovsky, ha rappresentato Mosca in assenza del ministro della Cultura, impossibilitato a partecipare per motivi logistici.
L’Omelia: manifesto di carità, unità e pace
Nel cuore della celebrazione, l’omelia di Papa Leone XIV ha tracciato le linee guida del suo pontificato. Il Pontefice ha ricordato il dolore per la scomparsa di Papa Francesco, evocando il senso di smarrimento vissuto dalla comunità ecclesiale: “ci siamo sentiti come quelle folle di cui il Vangelo dice che erano ‘come pecore senza pastore'”. Tuttavia, la luce della Risurrezione, ricevuta proprio nel giorno di Pasqua con l’ultima benedizione di Papa Bergoglio, ha ridato speranza e certezza nella fedeltà di Dio.
Papa Leone XIV ha ribadito che il ministero di Pietro è segnato da un amore oblativo: “La Chiesa di Roma presiede nella carità e la sua vera autorità è la carità di Cristo”. Ha sottolineato che la missione della Chiesa non è “catturare gli altri con la sopraffazione, la propaganda religiosa o i mezzi del potere, ma amare come ha fatto Gesù”.
Il Pontefice ha lanciato un appello per una Chiesa unita, segno di comunione e fermento per un mondo riconciliato. Ha denunciato le troppe discordie, le ferite causate da odio, violenza, pregiudizi e da un sistema economico che emargina i poveri. Il suo invito si è esteso alle altre Chiese cristiane, alle religioni e a tutte le persone di buona volontà, affinché insieme si costruisca “un mondo nuovo in cui regni la pace”.
Un messaggio universale
Le preghiere, lette in cinque lingue – portoghese, francese, arabo, polacco e cinese – hanno sottolineato l’universalità della Chiesa e la sua attenzione alle sofferenze del mondo. Un pensiero particolare è stato rivolto ai sopravvissuti di Gaza “ridotti alla fame” e all’Ucraina, per la quale il Papa ha invocato una “pace giusta e duratura” dopo oltre due anni di conflitto. Al termine della messa, Leone XIV ha annunciato un prossimo incontro con il presidente Zelensky in Vaticano.
Nel suo primo incontro con i giornalisti, Papa Leone XIV ha sottolineato il ruolo cruciale dell’informazione nella costruzione della pace: “Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra”. Ha chiesto una comunicazione di pace, solidale con i giornalisti incarcerati per aver cercato la verità, e ha ribadito la necessità di difendere la libertà di espressione come fondamento della democrazia e della dignità umana.
Tra solennità e prospettive globali
La messa si è conclusa con la liturgia eucaristica e il simbolico atto di “obbedienza” reso al Papa da dodici rappresentanti del popolo di Dio, provenienti da tutto il mondo. L’immagine della Madonna del Buon Consiglio e il grande arazzo della pesca miracolosa hanno suggellato una celebrazione che ha intrecciato solennità, preghiera, tradizione e un forte messaggio di speranza, unità e responsabilità sociale.
Il pontificato di Papa Leone XIV si apre dunque all’insegna della carità, della pace e del dialogo, con una Chiesa chiamata a essere fermento di unità in un mondo segnato da crisi, conflitti e nuove sfide globali.