Addio a Sly Stone, il pioniere del funk: si è spento a 82 anni

È morto a 82 anni Sylvester Stewart, universalmente conosciuto come Sly Stone, il carismatico e rivoluzionario leader degli Sly and the Family Stone, uno dei gruppi più influenti e innovativi nella storia della musica funk, soul, R&B e rock psichedelico. Dopo una lunga e difficile battaglia contro una broncopneumopatia cronica ostruttiva e altri problemi di salute, il musicista si è spento serenamente nella sua casa di Los Angeles, circondato dall’affetto dei suoi tre figli, del suo più caro amico e della sua famiglia allargata, come confermato da un toccante comunicato ufficiale della famiglia.

Sly Stone

Sly Stone, l’innovatore che ha cambiato per sempre la musica popolare

Nato nel 1943 a Denton, in Texas, Sylvester Stewart si trasferì da bambino in California, dove iniziò a coltivare la sua passione per la musica fin dall’età di quattro anni, cantando nel coro della chiesa insieme ai fratelli. Il soprannome “Sly” nacque quasi per caso da un errore di un compagno di scuola, mentre il cognome d’arte “Stone” fu adottato insieme ai fratelli Freddie e Rose, che lo seguirono nella formazione degli Sly and the Family Stone.

La band, nata a San Francisco alla fine degli anni Sessanta, si distinse immediatamente per la sua composizione rivoluzionaria: un gruppo integrato di musicisti bianchi e neri, uomini e donne, in un’epoca di forti tensioni razziali e sociali. Questa inclusività si rifletteva anche nel loro sound, un mix esplosivo e innovativo di funk, soul, gospel e rock psichedelico, che divenne la cifra stilistica della band e un segno distintivo della loro epoca.

Un suono che ha definito un’epoca

Gli Sly and the Family Stone sono ricordati come i precursori del funk moderno, insieme a figure come James Brown. Il loro repertorio comprende successi immortali come “Everyday People”, “Stand!”, “Family Affair”, “Dance to the Music” e “Thank You (Falettinme Be Mice Elf Agin)”. Questi brani non solo hanno dominato le classifiche ma hanno anche veicolato messaggi di unità, uguaglianza e impegno sociale, rispecchiando il fermento culturale e politico degli anni Sessanta e Settanta.

Gli album There’s a Riot Goin’ On (1971) e Fresh (1973) rappresentano pietre miliari del funk progressivo e della musica nera americana, influenzando in modo decisivo generazioni di musicisti e produttori. La loro performance al Festival di Woodstock del 1969 è rimasta uno dei momenti più iconici nella storia della musica live, testimoniando il loro impatto culturale e artistico.

Tra successi e difficoltà personali

Nonostante il successo straordinario, la carriera di Sly Stone fu segnata da difficoltà personali, tra cui problemi di dipendenza che ne limitarono la produttività e portarono allo scioglimento della formazione originale nel 1974. Nel 1975 Sly pubblicò il suo album da solista High on You, che vide ancora la partecipazione di alcuni membri della band, mentre l’ultimo album degli Sly and the Family Stone, Ain’t but the One Way, uscì nel 1982.

Le difficoltà non hanno però mai offuscato l’eredità artistica di Sly, che rimane una figura monumentale e un innovatore rivoluzionario, capace di ridefinire il panorama musicale e culturale del suo tempo.

Un’ultima opera e un ricordo che vive

Poco prima della sua scomparsa, Sly Stone aveva completato la sceneggiatura della sua biografia, un progetto molto atteso dalla famiglia e dai fan, che segue la pubblicazione del suo memoir nel 2024. La famiglia, nel comunicato ufficiale, ha sottolineato come la sua musica e il suo spirito creativo continueranno a ispirare le generazioni future, mantenendo viva la sua straordinaria eredità. In un momento di dolore, i suoi cari hanno espresso gratitudine per l’affetto e il sostegno ricevuti, augurando pace e armonia a tutti coloro che sono stati toccati dalla vita e dalla musica di Sly Stone.