Ashli Babbitt, 35enne veterana dell’areonautica, è stata uccisa mentre assieme ad altri manifestanti trumpisti era intenta a infrangere i vetri dell’edificio del Congresso Usa. È lei una delle quattro vittime del violento assalto del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill, le altre 3 persone sarebbero decedute a causa di emergenze mediche non meglio specificate in mezzo alla calca. La donna è stata raggiunta dalle pallottole della polizia di Capitol Hill, come confermato alla stampa dal capo della polizia di Washington, Robert J. Contee III, e come si vede nelle immagini diffuse in rete e che mostrano Babbitt cadere sul pavimento di marmo come una mosca e venire subito soccorsa dai poliziotti che le hanno sparato dall’interno dell’entrata sud-orientale.
L’attivista Qanon sarebbe stata colpita a una spalla, ha scritto il Washington Post. È morta poco dopo, ha confermato la polizia. Babbitt usava spesso i social media per esprimere il suo fervente sostegno al presidente Donald Trump, sposando molte delle teorie cospirazioniste e avallando le accuse di brogli alle presidenziali 2020. All’inizio di settembre aveva postato su Twitter una foto in cui partecipava a un corteo pro-Trump con indosso una t-shirt con la scritta “We are Q”, in riferimento a QAnon, la teoria del complotto di estrema destra.
La donna, originaria di San Diego, California, è stata con l’Air Force in Afghanistan e Iraq, prima del suo dispiegamento con la National Guard in Kuwait e Qatar, ha confermato il suo ex marito Timothy McEntee al Post, aggiungendo che non sapeva che Ashli era andata a Washington per le proteste. I due si erano conosciuti nell’areonautica e dopo 14 anni di matrimonio si erano separati nel 2019. La donna nel frattempo si era risposata con Aaron Babbitt. (immagini della sparatoria postate su Twitter da utente Venilton Matos).